In chimica, composti binari dell’azoto con un metallo. Si possono considerare formalmente derivati dall’ammoniaca per sostituzione degli atomi d’idrogeno con quelli di un metallo; si preparano per combinazione diretta degli elementi. Non sono considerati parte di questa classe i derivati metallici dell’acido azotidrico (azidi). I n. si possono suddividere sulla base del tipo di legame tra azoto e metallo: i n. ionici, formati dai metalli alcalini e alcalino-terrosi (per es., n. di litio, Li3N), sono solidi incolori, altofondenti, facilmente idrolizzabili in acqua con formazione di ammoniaca; i n. covalenti, formati dai metalli e semimetalli del terzo e quarto gruppo del sistema periodico (per es., n. di boro, BN), sono composti stabili, altofondenti e molto duri; i n. interstiziali, con struttura e proprietà analoghe ai carburi metallici, sono formati dai metalli di transizione (n. di tantalio, di titanio, di niobio ecc.) e si ottengono scaldando il metallo allo stato di polvere in corrente d’azoto o d’ammoniaca a temperature superiori a 1000 °C; hanno composizione non stechiometrica e in essi gli atomi d’azoto sono racchiusi nelle cavità della struttura cristallina metallica; sono composti di importanza tecnologica per il carattere refrattario, per la durezza (sono usati come abrasivi) e per la conducibilità elettrica simile a quella dei metalli. A volte sono anche detti azoturi.
La nitrurazione è un trattamento di indurimento superficiale di alcuni acciai speciali (acciai da nitrurazione: al cromo, al molibdeno, all’alluminio). Consiste nell’esporre i pezzi, per un tempo abbastanza lungo, ai vapori di ammoniaca a una temperatura di circa 500 °C. L’indurimento è dovuto alla formazione di un sottile strato superficiale di n. complessi; si possono raggiungere durezze anche superiori a 1000 unità Vickers Hv, più elevate che in qualsiasi altro processo di cementazione. La nitrurazione è molto usata su organi meccanici soggetti a forte usura superficiale come alberi a gomiti, perni, guide.