NIROU CHANI (Νίρου Χάνι)
Località della costa nord-orientale dell' isola di Creta, a 13 km da Iraklion, a N-E di Cnosso. Dopo la esplorazione di S. Xanthoudidis nel 1918, e gli scavi effettuati l'anno seguente dallo stesso da parte dell'Eteria greca, è stato rimesso in luce nella località un grande edificio residenziale di epoca minoica (v. minoica-micenea, arte.
L'edificio che si innalza sulla costa è di forma all'incirca quadrata (m 34 × 30); l'accesso principale, sul-lato E, è preceduto da una grande corte lastricata in pietra schistosa di colore bluastro. Nella parte N della corte è un'esedra (?) formata da tre gradini: è stato fatto il confronto con le cosiddette "aree teatrali" dei palazzi di Cnosso e Festo, ed è stata anche avanzata l'ipotesi che l'area abbia carattere sacro, in base al ritrovamento di corna sacre su uno dei gradini. Altre aree lastricate sono presenti nella parte S, esternamente al muro dell'edificio, con ufficio più di passaggio che di vere e proprie αὐλααί, date le loro dimensioni allungate. Dalla corte grande di E si accede alla casa (che doveva presentare originariamente anche un secondo piano, come indicano i resti di scale) mediante un pròpylon (m 4 × 2,50) con due colonne lignee (si conserva solo una base in pietra; della seconda è visibile soltanto la traccia sullo stilobate) che attraverso quattro porte adiacenti (rimangono solo le basi degli stipiti) immette in un ambiente di forma all'incirca quadrata (m 4,50 × 4), con pavimento e rivestimento alle pareti di lastre di gesso alabastrino. Dal lato O di questo ambiente, che rappresenta la sala più importante di tutto il complesso architettonico, parte un lungo corridoio, che presentava pareti affrescate (di qui proviene il frammento di affresco con la raffigurazione di un nodo sacro) che raggiunge il lato O della casa, dividendola in due parti ben distinte: la parte settentrionale, che presenta una serie di ambienti (magazzini) piuttosto piccoli, in alcuni dei quali sono stati rinvenuti pìthoi ordinatamente disposti e camerette (ripostigli) tra loro contigue, del tutto simili a quelle dell'ala N del Il palazzo di Festo, denota il carattere rurale della villa di N. c.; la parte meridionale invece, presentando tra i numerosi vani un ambiente che ha ridato alla luce quattro grandi asce di bronzo (l'ambiente è stato definito τὸ ἱερον τπῦ μεγάρου; recenti saggi effettuati da N. Platon hanno ribadito il carattere di sacrario del vano, per la scoperta di ceneri, carboni e resti di sacrifici in un recesso sottostante), un deposito di lampade immediatamente ad O della sala principale, e un deposito di altari tripodi (rinvenuti in gran numero, disposti in file sovrapposte lungo le pareti), indicano il carattere di sacrario della villa. La caratteristica tecnica di costruzione (solo le pareti divisorie tra i varî ambienti sono in mattoni crudi), l'uso di accostare con elegante risultato il gesso alabastrino allo schisto blu, e soprattutto il complesso dei trovamenti, specie ceramici, datano la villa all'inizio del periodo Tardo-Minoico (I A), nel periodo cioè di maggiore attività edilizia in Creta, che segue immediatamente la distruzione (per terremoto?) dei primi palazzi di Cnosso e Festo. La villa di N. C., come quelle all'incirca contemporanee di Kannia presso Gortina, di Tilissos, di Haghìa Triada, pare costruita in un solo momento: scarsissimi infatti sono i frammenti ceramici del periodo MedioMinoico, mentre l'intero complesso della ceramica è del Tardo-Minoico I (= TM I A e B) e Il, epoca della distruzione della villa di N. C., che non presenta vestigia di riabitazioni successive. Le cause della distruzione improvvisa della villa (è escluso trattarsi di un incendio, mancando qualsiasi traccia di fuoco) sono le stesse che portarono all'improvvisa fine del più recente palazzo di Festo, della maggior parte delle ville e palazzetti delle altre località della Creta centrale e orientale e probabilmente anche del nuovo palazzo di Cnosso (Levi e Furumark).
Dei trovamenti di N. C. (tutti conservati nel museo di Iraklion), oltre alle grandi asce bronzee e alle tavole d'offerta (o altari) piatti, di forma circolare, montati su tre bassi piedi, importante è il complesso di ceramiche decorate, per la maggior parte, in scuro su fondo chiaro o nel cosiddetto stile naturalistico (esili palmette, elementi marini), o con spirali singole o correnti, o a squame. Come forme più comuni si hanno anfore a bocca bilobata, oinochòai a becco rialzato, olle a piedistallo, boccali ovoidi con larga apertura orizzontale. L'intero repertorio di forme e decorazioni è lo stesso che ricorre contemporaneamente nelle altre località dell'isola.
La villa di N. C., come altre erette nello stesso periodo, era probabilmente la ricca dimora del funzionario preposto, con incarichi amministrativi e religiosi, sul territorio circostante. L'edificio unisce infatti al carattere di residenza privata di tipo rurale anche quello di rappresentare il luogo di culto, non solo per gli abitanti della villa, ma anche per tutti gli abitanti della zona. Non è da escludersi, data la estrema vicinanza al mare, anche un carattere portuale per l'edificio minoico, e quindi un'attività commerciale marina.
Bibl.: S. Xanthoudidis, Μινωικὸν μέηαρον Νίρου, in Arch. Eph., 1922, p. 1 ss.; A. Evans, The Palace of minos, II, i, Londra 1928, p. 279 ss.; J. D. S. Pendlebury, The Archaeology of Crete, Londra 1939, passim; A. Furumark, The Chronology of Mycaenean Pottery, Stoccolma 1941, p. 81; Fasti Arch., I, 1946, n. 767, p. 96 s.; L. Pernier-L. Banti, Il Palazzo minoico di Festos, II (Il secondo palazzo), Roma 1951, passim; Ch. Zervos, L'Art de la Crète néolithique et minoenne, Parigi 1956, passim; N. Platon, A Guide to the Archaeological Museum of Heraclion, Iraklion 1957, p. 79 ss.; D. Levi, La villa rurale minoica di Gortina, in Boll. d'Arte, 1959, p. 256 ss.; S. Marinatos, Creta e Micene (tr. ital.), Monaco-Firenze 1960, p. 13 ss.