Kazantzakis, Nikos
Narratore, saggista e poeta greco (Candia 1883 - Friburgo in Brisgovia 1957), ha affidato la sua fama soprattutto ad Ὀδύσσεια in versi (1938). Nella redazione dell'ampio poema convogliò le sue ansie di testimone consapevole e colto dei suoi tempi e alla redazione dell'opera subordinò la rimanente pur considerevole attività. Partito da posizioni nietzscheiane, con la maturità egli divenne sensibile al fascino dei capolavori letterari del passato; nella Commedia colse la lezione morale e artistica del come l'uom s'etterna (Ἠ θεία Κωμωδία, Atene 1943, 428) e nel giro dell'estate 1932 realizzò la traduzione in endecasillabi sciolti del poema dantesco. In quel momento egli stava passando all'elaborazione della sua Ὀδύσσεια e la traduzione vi lasciò non poche impronte, segnatamente in alcune soluzioni stilistiche.
La stampa della Commedia, che venne eseguita ad Atene nella tipografia del poeta A. Melachrinòs nel 1934, era stata finanziata, tra stenti e privazioni, dal K. stesso. Durante la guerra, nel 1941, K. riprende la Commedia: " ho ritradotto daccapo Dante in una redazione definitiva con numerosi e importanti mutamenti " (lettera a P. Prevelakis da Egina). Essa sarà pubblicata ad Atene in tre volumi (1954-55) e poi in uno (1962), con modifiche intese a eliminare fraintendimenti dell'originale e a conferire maggiore chiarezza stilistica. Per quanto riguarda la lingua in sé, essa è marcatamente ‛ demotica ', arricchita da vocaboli disusati o da lui coniati o ancora di origine dialettale. Tale carattere è dovuto non solo all'atteggiamento estremistico di rinnovamento, ma soprattutto al fatto che la traduzione viene a coincidere con la ricerca di uno strumento adatto all'espressione della sua Ὀδύσσεια (la traduzione invece dell'Iliade omerica, intrapresa più tardi con il filologo classico I. Kakridìs, è infatti priva di questi aspetti vistosi). Una certa rudezza nel lessico e la morfologia insolita erano destinate a una maggiore concretezza nella resa del linguaggio dantesco. La traduzione, pur così legata alle contingenze creative di K., resta per impeto e per dignità d'arte il monumento più ragguardevole dedicato a D. dalla Grecia odierna. La devozione di K. a D. è testimoniata anche da un carme in terzine dedicato al poeta e scritto subito dopo la traduzione della Commedia.
Bibl. -Una cospicua fonte d'informazioni su K. e D. è costituita dall'epistolario Τετρακόσια γράμματα τοῦ Καζαντζάκη στὸν Πρεβελάκη, Atene 1965, a c. di P. Prevelakis, che premette una ‛ biografia interiore ' e correda il volume di tavole cronologiche. Si vedano anche i numeri speciali di " Καινούρια Ἐποχή", autunno 1958, e di " Νέα Εστία", Natale 1959.