KARAMZIN, Nikolaj Michajlovič
Letterato e storico russo, nato il 10 dicembre 1766 nel governatorato di Samara, morto a Pietroburgo il 22 maggio 1826. Studiò a Mosca, poi, diventato ufficiale, visse qualche tempo a Simbirsk. Strettosi in amicizia con personalità liberaleggianti del tempo, come J. P. Turgenev e Novikov, cercò di allargare la cerchia della propria cultura, leggendo i capolavori della letteratura mondiale. Nel 1789 partì per l'estero e per due anni continui viaggiò, visitando la Germania, la Svizzera, la Francia e l'Inghilterra. Ritornato a Mosca iniziò la pubblicazione del Moskovskij Žurnal (La rivista di Mosca) in cui raccolse racconti tradotti e originali, versi e articoli critici. Videro la luce in questa rivista le Pis′ma russkago putešestvennika (Lettere di un viaggiatore russo) e i suoi racconti Bednaja Liza (La povera Lisa) e Natal′ja bojarskaja doč (Natalia, la figlia del boiardo). Dopo una interruzione di qualche anno, con la salita al trono di Alessandro I, K. riprese la sua attività giornalistica. La nuova rivista da lui pubblicata si chiamò Vestnik Evropy (Il messaggero d'Europa). Gli studî di storia, già cominciati negli anni precedenti, allontanarono sempre più K. dall'attività letteraria. Dal 1816 cominciò a pubblicare la sua Istorija gosudarstva rossijskogo (Storia dello stato russo). Fu in rapporti molto stretti con la corte. La molteplice attività letteraria del K. (autore, fra l'altro, anche di ballate romantiche) fu di grande importanza per lo sviluppo della letteratura russa. Principale rappresentante di quella corrente sentimentale che, originaria dell'Inghilterra, attrasse gli spiriti russi alla fine del sec. XVIII, K. ne sviluppò da principio l'elemento dell'universale solidarietà umana ma poi lo ridusse in più ristretti limiti nazionali.
Il sentimentalismo che predomina nelle Lettere di un viaggiatore russo impedì a K. di comprendere gli avvenimenti che si svolsero a Parigi durante il suo soggiorno nel 1789, ma in compenso lo avvicinò a Rousseau la cui eco, come quella di Sterne, di K. Ph. Moritz e di More, si sente in tutte le Lettere. Abbastanza originale vi è tuttavia l'intrecciarsi dei due elementi lirico e narrativo, elementi che si manifestarono poi indipendenti, da una parte nelle poesie elegiache e nelle ballate, in cui, se risuonano note che ricordano Thomson, Ossian, E. Kleist, c'è già l'accenno a qualche cosa di nuovo, che troverà più tardi il suo sviluppo nei due poeti Žukovskii e Puškin, e dall'altra parte nelle novelle, una delle quali, La povera Lisa, si può dire sia rimasta simbolo della frenesia sentimentalista dei lettori e soprattutto delle lettrici russe, commosse dalle vicende della fanciulla contadina. Si suol dire che col suo racconto K. aprì gli occhi all'intellettuale russo, che con gioiosa meraviglia si accorse che i nobili impulsi non sono estranei ai contadini, ai piccoli impiegati e neppure ai vagabondi e ai briganti. Ed è noto quanta importanza ebbe questo atteggiamento in tutta la storia della letteratura russa del sec. XIX.
Ma forse più che in questo tentativo d'introdurre un contenuto nuovo il merito essenziale di K. è da ricercare nella semplicità e chiarezza del linguaggio che usa, il quale, segnando un netto progresso di fronte allo stile retorico dei suoi precursori, prepara, da questo punto di vista, l'avvento di Puškin e dei grandi scrittori e poeti del secolo XIX. Egli è il primo che abbia avuto la coscienza che "la lingua russa era adatta a esprimere non soltanto l'alta eloquenza e la sonante poesia pittoresca, ma anche la tenera semplicità, le voci del cuore e della sensibilità", e che alla costruzione tedesco-latina dei suoi predecessori si dovessero sostituire frasi brevi più rispondenti allo spirito russo. Intorno alle nuove riforme - ché tali possono considerarsi i principî karamziniani - si svolse in Russia una vera e propria polemica, che divise la classe intellettuale in due campi, ma finì con la vittoria completa dei karamziniani.
Grande impressione produsse sui contemporanei l'alto patriottismo con cui gli avvenimenti della storia russa furono narrati da K. La partecipazione diretta dello scrittore agli avvenimenti stessi diede alla narrazione un tono forse troppo letterario, ma il lavoro di coordinazione documentario era stato fatto con grande diligenza. Nonostante le accuse dei più giovani storici del tempo, di mancare di senso critico e d'idee filosofiche, la critica a cui K. assoggettò documenti e fatti è così sviluppata in confronto degli storici precedenti Tatiščev e Ščerbatov, da segnare un nuovo definitivo punto di partenza della storiografia russa. D'altra parte non sarebbe stato facile al K. liberarsi senz'altro della tendenziosità del sec. XVIII, data la sua qualità di storiografo ufficiale, incaricato di glorificare la monarchia russa.
Se la storiografia russa seguì poi altre vie, soprattutto. a causa dell'influenza che nei decennî seguenti esercitò in Russia la filosofia tedesca, i meriti dell'opera del K. non ne sono diminuiti. Alla Storia dello stato russo attinsero anche numerosi scrittori, come, ad es., Puškin per il suo Boris Godunov, Ryleev per i suoi Dumy, Zagoskin per il suo romanzo Jurij Miloslavskij.
Ediz.: Istorija gosudarstva rossijskogo, 2ª ed., in 12 voll., Pietroburgo 1819-1824 (è la migliore); Opere complete, 4a ed.; 1834-35, 5ª ed., Pietroburgi 1848; per le poesie v. nella raccolta Russkaja poezija a cura di S. A. Vengerov, VII, Pietroburgo 1901; numerosissime sono le edizioni del racconto La povera Lisa: tra le più recenti è da ricordare quella con le illustrazioni di M. Dobužinskij, Pietrogrado 1921.
Bibl.: M. Pogodin, K. po ego sočinenijam, pis′mam i otzyvam sovremennikov (K. secondo le opere, le lettere e le testimonianze dei contemporanei), Mosca 1866; V. V. Sipovskij, K. avtor "Pisem russkogo putešestvennika") (K., autore delle "Lettere di un viaggiatore russo"), Pietroburgo 1899; A. I. Jacimirskij, K., in Istorija russkoj literatury XIX v. (Storia della lett. russa del sec. XIX), I, Mosca 1916; I. Plotnikov, "Bednaja Liza", kak tipičeskoe proizvedenie sentimental'nogo silja ("La povera Lisa" come opera tipica dello stile sentimentale), in Rodnoj jazyk v škole (La lingua patria nelle scuole), II (1932); B. M. Ejchenbaum, K., in Skvoz literaturu (Attraverso la letteratura), Leningrado 1924; K. Skipina, čuvstvitel′naja povest′ (Il racconto sentimentale) e T. Roboli, Literatura putešestvij (La letteratura di viaggi) nella raccolta Russkaja proza, Leningrado 1926; E. Lo Gatto, Storia della letteratura russa, II, Roma 1928, pp. 245-289 (con una bibliografia delle traduzioni).