Čerkasov, Nikolaj Konstantinovič
Attore cinematografico russo, nato a San Pietroburgo il 27 luglio 1903 e morto ivi (Leningrado) il 14 settembre 1966. La sua fama di grande attore poliedrico, di scuola tradizionale, fautore di una recitazione ispirata da un lato a un'enfasi gestuale di stampo espressionista e, dall'altro, alla ricostruzione storica dei personaggi interpretati, è indissolubilmente legata a quella del regista Sergej M. Ejzenštejn, che lo diresse nei suoi più celebri ruoli: quelli di Aleksandr Nevskij e di Ivan il terribile. Modelli d'interpretazione e di arte scenica furono per Č. due personaggi del mondo teatrale dell'epoca: F.I. Šaljapin, celeberrimo basso che Č., ancora ragazzo, ascoltò e vide nel Boris Godunov di M.P. Musorgskij, e più tardi K.S. Stanislavskij al cui realismo psicologico Č. ispirò molte delle sue interpretazioni.
Figlio di un impiegato delle ferrovie, Č. iniziò giovanissimo lo studio del pianoforte e acquisì dal padre la passione per la lirica. Contemporaneamente al servizio civile, negli anni del comunismo di guerra, e all'accademia militare di medicina, debuttò come comparsa sul palcoscenico di alcuni teatri pietroburghesi, affinando le sue innate capacità mimiche e un'agilità quasi da contorsionista. Il suo interesse per le infinite potenzialità dell'espressione corporea come aspetto della recitazione lo spinse a cercare metodo e disciplina in spettacoli di balletto e a frequentare l'Accademia dell'opera e del balletto di Leningrado. Dal 1923 al 1926 studiò all'Istituto di arte teatrale, scegliendo definitivamente la carriera di attore, all'inizio come caratterista. Passò poi al TJUZ (Teatr Junogo Zritelja), il Teatro del giovane spettatore, dove lavorò fino al 1933, con sortite anche nel Teatro del music hall, per entrare poi nella compagnia stabile del Teatro Puškin sempre a Leningrado. Indimenticabili in questo primo periodo furono un numero buffonesco di danze acrobatiche, creato in collaborazione soprattutto con Boris P. Čirkov e Pëtr Berezov, Double patte, Patachon i Charlie Chaplin, ripreso poi nel corto di Semën A. Timošenko, Koncert na ekrane (1939, Concerto sullo schermo), e la parte di Don Chisciotte, irresistibile e folle, con una tinozza al posto della corazza, un attizzatoio per lancia e una graticola per scudo. Ruoli dunque improntati al burlesco che definirono inizialmente Č. come attore comico e brillante più che drammatico. Nel 1927, però, assistendo a Il giardino dei ciliegi di A.P. Čechov, nell'allestimento di Stanislavskij in tournée a Leningrado, rimase folgorato. Comprese infatti che per realizzare una maggiore interiorizzazione psicologica del personaggio doveva limitare la gestualità e la mimica facciale, spesso tendenti al grottesco: proprio quei caratteri che lo avevano reso umorista di successo. Le sue prime apparizioni sugli schermi, nel film Poet i car′ (1927, Il poeta e lo zar) di Vladimir R. Gardin, nella parte del parrucchiere, e in altri film dello stesso tenore, confermarono però la sua tendenza ai ruoli leggeri cui, negli anni, si aggiunsero i personaggi affascinanti di film d'avventura. Conosciuto anche per la sua notevole bellezza e per la potenza della voce, Č., con l'affermazione del sonoro, divenne attore drammatico, interpretando a trentasei anni un uomo di più di settanta, il vecchio scienziato Poležaev, nel film a sfondo politico Deputat Baltiki (1937, Il deputato del Baltico) di Aleksandr G. Zarchi e Iosif E. Cheifjc, opera nota come l'esempio di quel 'realismo storico' che si affermò in URSS nel corso degli anni Trenta. Č. fu, quindi, lo zarevič Alessio, personaggio tragicamente ambiguo, figlio di Pietro il Grande, in Pëtr Pervyj (Pietro I, la prima parte uscita nel 1937, la seconda nel 1939), monumentale film di Vladimir M. Petrov. Da allora Č., forte di una lunga esperienza di recitazione teatrale improntata al più tradizionale realismo, fu spesso nel cast di film basati sulle biografie di personaggi famosi in quello stile burocratico-agiografico tipico del cinema d'epoca staliniana. Da ricordare sono le due interpretazioni di Maksim Gorkij, la prima in Lenin v 1918 godu (1939, Lenin nel 1918) di Michail I. Romm e la seconda in Akademik Ivan Pavlov (1949, L'accademico Ivan Pavlov) di Grigorij L. Rošal′; ancora diretto da Rošal′ Č. impersonò il sanguigno critico ottocentesco V.V. Stasov in Musorgskij (1950) e il celebre compositore N.A. Rimskij-Korsakov nell'omonimo film del 1953, di Rošal′ e Gennadij S. Kazanskij. Memorabili restano altri due ruoli nei quali C. aggiunse al consueto tono realistico forti accenti di esaltazione drammatica: quello del poeta V.V. Majakovskij in Oni znali Majakovskogo (1955, Essi conoscevano Majakovskij) di Petrov e quello in Don Kichot (1957; Don Chisciotte, distribuito anche con il titolo Le avventure di Don Chisciotte) di Grigorij M. Kozincev, molto lontano dalla prima, fantasiosa e poetica interpretazione teatrale.
La sua consacrazione definitiva come primo attore, anche a livello internazionale, era arrivata comunque con Ejzenštejn che lo aveva scelto per la parte del protagonista in Aleksandr Nevskij (1938). La musica di Sergej S. Prokof′ev, il ritmo serrato e il virtuosismo nell'uso del bianco e nero e delle inquadrature, esaltarono la recitazione di Č., ieraticamente tesa a infondere la necessaria maestosità al principe-mito del medioevo russo. Lo stretto sodalizio con Ejzenštejn continuò anche per la monumentale opera sul sanguinario zar del Cinquecento, Ivan il Terribile. In Ivan Groznyj (la cui prima parte fu presentata al pubblico nel 1945, la seconda, terminata nel 1946, uscì solo nel 1958; Ivan il terribile e La congiura dei Boiardi), Č. riuscì a imprimere una sorta di convulso ritualismo alla nevrastenia del tiranno. Per recitare nel film di Ejzenštejn, Č. si recò in pieno inverno lungo un percorso estenuante da Novosibirsk, dove era sfollato con la compagnia del Teatro Puškin di Leningrado dopo l'invasione nazista del 1941, fino ad Alma-Ata (Kazakistan), luogo in cui erano stati trasferiti durante la guerra gli stabilimenti della Mosfil′m. E fu sempre Č., confidando nei premi ufficiali già ottenuti in patria e nella sua rappresentatività come deputato del Soviet supremo dell'URSS, ad accompagnare nel 1947 il regista a una temutissima udienza privata con Stalin cui non era affatto piaciuta la seconda parte dell'opera su Ivan il Terribile. Molti particolari della sua vita e del suo lavoro con i vari registi, soprattutto del conflittuale e intenso rapporto con Ejzenštejn, sono descritti nelle memorie dello stesso Č., Zapiski sovetskogo aktëra (1953, Memorie di un attore sovietico). Nelle memorie Č. annotò anche particolari della sua vita lavorativa apparentemente minuti ma di grande interesse, come per es. le sedute di trucco per Ivan Groznyj: ore e ore sotto le sapienti mani del truccatore Vasilij V. Gorjunov, per ottenere la maschera tragica di uno dei più grandi tiranni della storia russa.
Tra le sue opere si segnala Četvërtyj Don Kichot (Il quarto Don Chisciotte), Moskva 1958.
Della ricca letteratura su di lui, si vedano:
C.D. Drejden, Nikolaj Čerkasov, Moskva 1939.
Ju.A. Zub-kov, Tvorčestvo N.K. Čerkasova (L'attività artistica di N.K. Čerkasov), Moskva 1964.
P. Natale, Dalla musica al cinema, in "Cinema 60", 1966, 60, pp. 44-48.
Intervista concessa da Nikolaj Čerkasov a Georges Sadoul il 19 ottobre 1958, a cura di E. Pavesi, in "Cinema nuovo", 1966, 184, pp. 446-47.
Ju.K. Gerasimov, Z.G. Skverčinskaja, Čerkasov, Moskva 1977.
N. Čerkasova, Rjadom s Čerkasovym (Accanto a Čerkasov), Leningrad 1978.