NIHON o Nippon (dal sino-giapponese: nichi o nitsu "sole" e hon "origine"; v. anche giappone: Nome; A. T., 101-102)
Nome della maggiore delle isole dell'arcipelago giapponese, ma più usato per designare tutto l'arcipelago, nel qual caso corrisponde al vocabolo: Giappone. Molto più comune per l'isola, specialmente quando si voglia evitare ambiguità, è la denominazione Hondo o Honshü (dal sino-giapponese hon "origine" e do "paese" o shū "provincia, regione"). La superficie di Hondo è di 223.520 kmq., quella delle 167 isolette ad essa amministrativamente annesse di 1217 kmq.; in totale 224.737 kmq., pari al 58,7% della superficie del Giappone proprio e al 33% di quella dell'impero giapponese.
Il rilievo dell'isola è, in generale, assai variato, specialmente a causa dell'attività vulcanica, notevolissima. L'orografia è costituita da due sistemi montagnosi ad arco, convergenti al centro di essa, dove finiscono in una depressione trasversale di natura tettonica, detta col Naumann "Fossa Magna". L'arco settentrionale, che prosegue al nord attraverso Yezo e Sachalin, comprende in Hondo tre catene ben distinte e separate da depressioni o da pianure. In generale il Cenozoieo e le epoche più recenti dommano in questa porzione dell'isola, dove sedimenti neogenici e rocce eruttive andesitiche e derivate occupano vaste aree, spesso a terrazzi. Le sole notevoli eccezioni sono rappresentate dai massicci antichi dei monti Abukuma e Kitakami, divisi dalla pianura di Sendai. I monti Abukuma sono essenzialmente un vasto tavolato gneissico, ricco di graniti, alto in media 400 m., dalla superficie debolmente ondulata per l'erosione e i sollevamenti, che si estende per circa 150 km. e scende a oriente con fianchi ripidi su uno stretto lembo di terreno pianeggiante che costituisce la pianura di Iwaki. Il massiccio fusiforme dei monti Kitakami, di estensione all'incirca uguale, ma più elevato (cima massima il Hayachine, 1996 m.), ha aspetto assai più tormentato, per l'erosione che vi ha inciso un sistema assai intricato di valli e per i periodi d'invecchiamento e di ringiovanimento che il suo rilievo ha subito. A oriente i suoi fianchi scendono al mare formando numerosi rías. La catena centrale dei monti Ōu fa da linea spartiacque ed è una cordigliera di tufo liparitico su cui l'allineamento vulcanico del Nasu erge i suoi coni arditi, per i quali la catena raggiunge altezze superiori ai 2000 m. A O. di essa, separate da una serie di depressioni, quali le valli dell'Omonogawa e le conche di Yonezawa, di Aizu, di Inawashiro, ecc., corre un'altra catena divisa in due parti dalla valle del Mogami-gawa: quella al N. è più che altro una serie di groppe vulcaniche che hanno, perciò, il nome di Colline di Dewa; l'altra, nettamente montuosa, forma i monti Echigo, le cui vette maggiori superano i 2000 m., e si prolunga al S. nei monti Mikuni terminanti nella Fossa Magna.
Questa zona di depressione è rappresentata dalle valli del Chikuma-gawa a E., e da quelle del Fuji-kawa, del Kamanashi-gawa e dal bassopiano di Matsumoto-daira a O. La regione circostante, che abbraccia tutto il Hondo centrale, è la più sconvolta poiché in essa la fascia vulcanica trasversale del Fuji s'incontra con le altre, parallele all'asse dell'isola. A O. la Fossa è chiusa dai monti Hida Kiso e Akaishi, designati col nome di Alpi Giapponesi per il carattere nettamente alpino del paesaggio, chiuso e assai aspro, tutto giogaie ardite e picchi e massicci, sempre coperti in cima di neve e rivestiti sui fianchi da una folta coltre di verde. Dalla pianura alluvionale di Nōbi, dove è Nagoya, queste catene di antica formazione (Paleozoico e rocce cristalline ed eruttive, specie graniti) s'ergono inflettendosi verso N., parallele l'una all'altra, fino all'altopiano di Hida e con altitudini gradualmente crescenti, ma maggiori verso la Fossa, dove spesso superano i 3000 m. A occidente, tre catene di frattura parallele, i monti Suzuka-Ibuki: Kasagi-Hiei e Kongō, sono separate da due ampie valli, in una delle quali è il Lago Biwa, il maggiore del Giappone. A S., la Fossa Magna termina nel mare con la pianura del Kwantō, la più vasta dell'arcipelago, che, per la sua facile accessibilità e la sua posizione centrale giustifica la scelta di Tōkyō a capitale.
Nel Hondo meridionale vanno fisiograficamente distinte due zone parallele, una esterna verso il Pacifico, alla quale si riconnette anche Shikoku e la parte orientale di Kyūshū, l'altra interna, verso il Mare del Giappone, che abbraccia la penisola di Chūgoku e la parte occidentale di Kyūshū. Le direttrici del loro rilievo (v. giappone XVII, carta a p. 4) mettono in evidenza due archi convergenti nella regione centrale. Nella zona esterna domina in generale regolarità di pieghe. L'ossatura è formata da una lunga fascia di scisti, qua e là affiorante dalla coltre di rocce più recenti che la copre, specie dal lato del Pacifico, e che s'inizia al centro dei monti Akaishi e prosegue nei monti Kii, nella catena di Shikoku e nei monti di Kyūshū. Sprofondamenti e depressioni dànno carattere articolato alla costa, che possiede insenature più o meno profonde, come le baie di Tosa, di Ise, di Suruga, di Sagami, di Tōkyō, ecc. Più larga e irregolare, la zona interna ha molto intensamente risentito dal disfacimento meteorico e dagli agenti endogeni che le hanno dato l'attuale aspetto tormentatissimo e vario, tutto fratture, picchi, massicci, valli, piccole pianure, bacini, insenature e golfi. Un corrugamento antico forma i monti Chūgoku, la dorsale della zona, che dall'altipiano di Tamba traversa tutta la penisola omonima, cui fa da spartiacque, e finisce nei terrazzi e nei paesaggi carsici (doline e grotte di Akiyoshi-dai) della provincia di Yamaguchi. Profondamente erosi e incisi da brevi corsi d'acqua che hanno scavato una serie di valli trasversali, i monti Chūgoku hanno un'altezza media di 500 m., ma presentano numerose cime più alte, la maggiore delle quali è il Nagi-no-sen (1594 m.). Sul lato del Mare del Giappone la zona è chiusa e senza grandi variazioni; al contrario di quella bagnata dal Mare Interno, dove la costa è articolatissima e tutta a rías con grandi varieta panoramiche e ottimi porti.
L'attività vulcanica dell'isola è notevolissima, ma per essa, e per il clima e l'idrografia, v. giappone, XVII, p. 8 segg.
L'area agricola utilizzata di Hondo è di oltre 40 mila kmq. (comprese le isolette annesse), cioè poco più di 1/5 della superficie, di cui oltre la metà sono risaie, il resto campi. Nella produzione, dopo il riso, che è al primo posto, vengono i cereali, la soia, le patate. Il tè è coltivato nella metà inferiore (v. giappone, XVII, p. 21). La frutticoltura è poco praticata e l'allevamento è scarso: pochi bovini vengono allevati nelle provincie occidentali, il maiale al centro e all'est, il cavallo e gli ovini al nord, il pollame, in copia, dappertutto. Le provincie centrali hanno un'importanza particolare per la bachicoltura.
Fra i principali prodotti del sottosuolo, il ferro si trova al N. (regione di Kamaishi), ma in misura insufficiente alle industrie nazionali, il petrolio nella provincia di Niigata, il rame e l'argento un po' dappertutto, ma specialmente al centro e al nord, come pure l'oro. Le attività industriali sono principalmente concentrate nella parte orientale, dove sono i distretti industriali e commerciali di Ōsaka, Nagoya, Tōkyō, ecc. (per la distribuzione, v. giappone, XVII, p. 24). Le provincie centrali, assai montuose, forniscono la maggior parte dell'energia idroelettrica.
La popolazione di Hondo e isolette annesse, al 1° ottobre 1930, era di 48.680.126 ab. assai inegualmente distribuiti. In generale la densità diminuisce dal S. al N. ed è maggiore nelle pianure, dove l'agricoltura è fiorente, e nei distretti industriali, che possono offrire lavoro alle masse. La minima densità si ha nella provincia di Iwate (64 ab. per kmq.), la massima in quella di Tōkyō (2522 ab.) seguita subito dalla provincia di Ōsaka (1952 ab.).
Per le comunicazioni, la linea principale è quella che da Shimonoseki per Hiroshima, Kōbe, Ōsaka, Gifu, Nagoya, Yokohama, Tōkyō, Sendai giunge ad Aomori. Un'altra, di minore importanza, da Yamaguchi, lungo la costa occidentale, va fino ad Akita, donde con un nuovo tratto, in gran parte costruito, giungerà ad Aomori. Queste due linee longitudinali vengono di tratto in tratto unite da altre trasversali, fra le quali la più importante è quella che va da Nagoya a Naoetsu lungo la vallata del Kiso-gawa e del Sai-gawa, passando per Shiojiri. Per le comunicazioni con l'estero Hondo ha 18 porti: Yokohama, Shimizu, Taketoyo, Nagoya, Yokkaichi, Ōsaka, Kōbe, Itozaki, Tokuyama, Shimonoseki, Hamada, Sakai, Miyazu, Tsuruga, Nanao, Fushiki, Niigata, Aomori, oltre a Ebisu, nell'isola di Sado, amministrativamente annessa alla provincia di Niigata. La seguente tabella dà il valore medio, in milioni di yen, delle esportazioni e delle importazioni, nel triennio 1926-28, dei nove più importanti per il traffico:
Hondo e isolette annesse sono amministrativamente divise in 34 provincie (Aomori, Iwate, Miyagi, Akita, Yamagata, Fukushima, Ibaraki, Tochigi, Gunma, Saitama, Chiba, Tōkyō, Kanagawa, Niigata, Toyama, Ishikawa, Fukui, Yamanashi, Nagano, Gifu, Shizuoka, Aichi, Mie, Shiga, Kyōto, Ōsaka, Hyōgo, Nara, Wakayama, Tottori, Shimane, Okayama, Hiroshima, Yamaguchi), comprendenti 69 shi (città con popolazione superiore alle 30.000 anime), 1200 machi (città piccole) e 8105 mura (villaggi).
I centri più popolosi sono (in parentesi la popolazione al 1° ottobre 1930): Ōsaka (2.453.569 ab.), Tōkyō (2.070.529 ab.), Nagoya (907.402 ab.), Kōbe (787.596 ab.), Kyōto (765.142 ab.), Yokohama (620.296 ab.), Hiroshima (270.365 ab.).
Bibl.: v. giappone.