ARDUINO, Nicola
Patriota, nato a Diano Marina da famiglia di recente nobiltà napoleonica il 25 dicembre del 1807, morto ivi il 4 marzo 1894. Studente di giurisprudenza con Mazzini nell'università di Genova, nella quotidiana familiarità con lui, con i Ruffini, col Campanella s'infiammò per la causa nazionale, e, sebbene entrasse come ufficiale nell'esercito sardo, nel 1832 s'ascrisse alla Giovine Italia. Caduto in sospetto dei superiori, fuggì in Francia e partecipò alla spedizione di Savoia (1834). Condannato a morte dal governo sardo, andò in Spagna ed ivi, parteggiando per i cristini contro i carlisti, combatté valorosamente come capitano nella famosa legione dei Cacciatori d'Oporto di Borso di Carminati. Nel 1848, già colonnello, abbandonò il servizio spagnolo per accorrere in Italia, dove il governo provvisorio di Milano lo fece capo dello Stato maggiore prima del Durando, poi di Manfredo Fanti; fu uno dei difensori di Carlo Alberto contro l'esasperazione dei Milanesi e contribuì ad impedire un conflitto fra le truppe piemontesi e i cittadini. Nel 1849, comandante della 2ª brigata della divisione lombarda del Ramorino, tentò invano, dopo la rotta di Novara, di accorrere in aiuto a Genova insorta. A Genova poi, proprietario del giornale L'Italia libera, fu uno dei fondatori, con Antonio Mosto, della Società del tiro a segno, da cui uscirono i magnifici carabinieri genovesi. Nel 1859 come comandante del 3° reggimento dei Cacciatori delle Alpi si distinse a S. Fermo, a Varese, a Como. Dopo Villafranca, fu colonnello nell'esercito dell'Italia centrale di M. Fanti, e nel 1861 fu mandato a comandare la sottodivisione militare di Caltanissetta come maggior generale. Alla guerra del 1866 non prese parte, ma ebbe il comando del corpo d'osservazione alla frontiera pontificia. Collocato a riposo nel 1867 si occupò di cose minerarie e marittime e gli ultimi anni visse a Diano Marina.
Bibl.: F. Carandini, Vita di M. Fanti, Verona 1872; T. Palamenghi Crispi, Gl'Ital. nelle guerre di Spagna, in Riv. d'Italia, 1914, pp. 45-122; 161-203.