Generale e uomo politico ateniese (n. 470 circa - m. 413 a. C.), figlio di Nicèrato. Ricco, probo, tradizionalista, conservatore in politica, fu durante la guerra del Peloponneso eletto stratego (428-27, poi rieletto quasi ogni anno). Non contrario a una composizione con Sparta, condusse la guerra con scarsa energia e solo nel 424 le inflisse un grave colpo con la conquista di Citera. Nel 423 si concludeva con Sparta la tregua detta di Lachete (dal nome di uno dei suoi amici) e nel 421 la cosiddetta pace di Nicia; sennonché, dopo la vittoria spartana a Mantinea (418), N., vedendo la potenza spartana aumentata nel Peloponneso anche per effetto della sua politica, si trovò costretto ad agire: assediò e conquistò Melo (416), poi promosse la spedizione ateniese in Sicilia (415), a cui fu preposto con Alcibiade e Lamaco. Ma, richiamato in patria Alcibiade, l'assedio di Siracusa cominciò solo nel 414, e la spedizione si concluse (413) con un disastro. Arresosi al nemico con i resti del suo esercito mentre tentava la ritirata, fu ucciso.