NEOSCOLASTICA
. Col nome di filosofia neoscolastica si intende propriamente la restaurazione del pensiero medievale nell'ambito della civiltà moderna, considerando il pensiero medievale non come espressione transitoria di una civiltà, ma, quanto alla sostanza, come definitiva conquista della ragione umana nel campo della metafisica, conquista maturata attraverso la speculazione greca e il cristianesimo, e avente per caratteristiche fondamentali il realismo e il teismo.
La filosofia neoscolastica, o più precisamente il neotomismo, il quale ne rappresenta la più piena attuazione, sorge in Italia nella prima metà del sec. XIX. Sorge non per decreto ecclesiastico, o da morta tradizione: perché gli atti della Chiesa, in favore della filosofia scolastica e tomistica, saranno assai posteriori, e perché le dottrine allora dominanti nella stessa cultura ecclesiastica erano ben altre (sensismo, ontologismo, tradizionalismo, rosminianismo, eclettismo, ecc.) e il neotomismo si affermerà solo dopo il loro fallito esperimento teorico e pratico.
Il restauratore del neotomismo in Italia può considerarsi il canonico piacentino V. Buzzetti (1777-1824) di cui furono allievi i fratelli Sordi (Serafino e Domenico) entrambi poi gesuiti ed attivi propagatori del neotomismo, specialmente il secondo. Poco dopo il 1850, essendo provinciale in Roma Serafino Sordi, i padri Luigi Taparelli d'Azeglio e Matteo Liberatore S. I. formarono della Civiltà cattolica - di recente fondata - il principale centro di diffusione del neotomismo in Italia e anche fuori. Accanto al Taparelli e al Liberatore occupano un degnissimo posto il loro confratello G. Cornoldi e il can. napoletano G. Sanseverino, a essi contemporaneo. Il padre G. Kleutgen S. I. (1811-1883), il quale può considerarsi il restauratore della neoscolastica in Germania (contro le contaminazioni cattolico-idealistiche di A. Gunther, G. Hermes, J. F. Froschammer), appartenne lungamente al cenacolo romano, facente capo a S. Sordi.
Così, intorno alla metà del secolo scorso, la restaurazione tomistica è già avviata; e il neotomismo si cimenta in battaglia col rosminianismo e il giobertismo. Non sterile disputa di scuola, ma lotta tra posizioni fondamentali del pensiero.
Questa rinascita del tomismo viene solennemente sanzionata da Leone XIII il 4 agosto 1879 con la famosa enciclica Aeterni Patris. Nello stesso anno s'intraprende una grande edizione delle opere dell'Aquinate, non ancora terminata oggi, alla quale può far riscontro quella delle opere di S. Bonaventura, a cura dei francescani di Quaracchi, presso Firenze, di cui è oggi animatore il Longpré. Tra le varie accademie tomistiche, sorte in seguito al documento papale, ricorderemo solo l'Accademia romana di S. Tommaso d'Aquino (1880), avente per organo un periodico omonimo (1881) ora cessato: furono collaboratori principali il cardinale G. Pecci, nonché F. Satolli, B. Lorenzelli, G. Prisco, T. Zigliara, C. Mazzella, tutti pure creati poi cardinali, i gesuiti Liberatore e G. M. Cornoldi, il can. N. Signoriello, e mons. S. Talamo.
Il maggiore effetto dell'enciclica leoniana fu senza dubbio la costituzione (1889), nell'università cattolica di Lovanio, dell'istituto superiore di filosofia, così denominato da Leone XIII, ed ispirato al pensiero di S. Tommaso, quantunque si proponesse di abbracciare tutto il pensiero scolastico. Esso, sotto la guida di Desiré Mercier, poi cardinale, doveva assai prosperare, combattendo particolarmente il positivismo allora imperante, di cui criticò la insufficienza filosofica, pur accogliendo e valorizzando nell'ambito del pensiero scolastico-tomistico lo spirito scientifico moderno. Della neoscolastica lovaniense meritano di essere particolarmente ricordati: la Revue Néoscolastique (1894), la collezione Les philosophes belges e il Corso di filosofia, di cui fa parte la Criteriologia generale del Mercier e la Storia della filosofia medievale di M. De Wulf.
Sebbene dalle ceneri di Lovanio, distrutta dall'invasione tedesca durante la guerra, l'università cattolica belga sia sorta più viva di prima, si può dire che la sua missione si sia compiuta con la lotta contro il positivismo. La neoscolastica italiana, quasi esauritasi nella fortunata ma spossante lotta contro il rosminianismo e nella divulgazione, riprese vigore due anni dopo l'enciclica Pascendi di Pio X contro il modernismo (8 settembre 1907) a opera della Rivista di filosofia neoscolastica. Intorno alla quale si formò a Milano l'università cattolica del S. Cuore, con la sua facoltà filosofica (1921) e le relative pubblicazioni. La restaurazione scolastica doveva in Italia affermarsi non tanto in relazione al positivismo, quanto in relazione all'idealismo, che in Italia maturava con B. Croce e con G. Gentile. Ne sarà criticata la metafisica (immanentistica) e accettata invece quella valorizzazione della storia, che è caratteristica dell'idealismo stesso: non però come filosofia, sibbene come storia.
Le posizioni attuali della neoscolastica italiana dànno luogo a tentativi e atteggiamenti varî, a discussioni e polemiche appassionate. Gli elementi essenziali del movimento si possono riassumere così: riaffermazione critica del teismo e realismo tomistico di fronte al monismo e fenomenismo fatta per via puramente razionale e autonoma, com'è caratteristica fondamentale del tomismo stesso; assimilazione degli elementi indiscutibilmente fecondi della civiltà moderna, ossia la scienza applicata e la ricerca storica. Nell'università cattolica, gli uomini più rappresentativi della neoscolastica sono, con frate Agostino Gemelli, mons. F. Olgiati e mons. A. Masnovo. E poi ancora, prima o dopo, dentro o fuori l'università cattolica, debbono essere ricordati, G. Canella, V. Necchi, G. Mattiussi, G. Busnelli, G. Tredici, M. Cordovani, E. Chiocchetti, G. Zamboni, M. Casotti, venuto dall'idealismo, P. Rotta, P. Rossi, U. A. Padovani, G. Bontadini, ecc.
Il movimento neoscolastico nelle altre nazioni non ha una tradizione e un centro unitario come in Italia o nel Belgio. Ha trovato naturalmente un ambiente favorevole nelle università cattoliche, sorte in questi ultimi decennî (Friburgo di Svizzera, Washington, Nimega in Olanda, ecc.) e ha avuto un nuovo impulso dal nuovo documento di Pio XI per l'incremento del tomismo (l'enciclica Studiorum ducem del 19 giugno 1923). Ricorderemo anzitutto la neoscolastica francese (i domenicani F.-P. Mandonnet, A. Sertillanges, membro dell'Institut, R. Garrigou-Lagrange; E. Gilson, professore alla Sorbona, J. Maritain, professore all'Istituto cattolico di Parigi). Essa è anche coltivata negli atenei cattolici di Lilla, Lione, Tolosa, Angers; e possiede organi quali la Revue Thomiste (1893), la Revue des sciences philosophiques et théologiques (1911), il Bulletin thomiste (1924), le Archives de philosophie, ecc. Per quanto riguarda la Germania e in genere i paesi tedeschi, ricorderemo i medievalisti P. Enrico Denifle e il cardinale F. Ehrle, il conte R. von Hertling, i gesuiti P. T. Pesch e V. Cathrein; M. Grabmann, J. Geyser, C. Gutberlet, direttore del Philosophisches Jahrbuch e C. Bäumker, fondatore della collezione Beiträge zur Geschichte der Philosophie des Mittelalters.
Bibl.: M. De Wulf, Introduction à la philosophie néoscolastique, Lovanio 1904; A. Messina e P. Maccarione, Mons. Mercier e l'Istituto S. Tommaso di Lovanio, Introduzione alla versione italiana della Logica del Mercier, Roma 1905; G. Saitta, Le origini del neotomismo nel secolo XIX, Bari 1912; G. Gentile, Origini della filos. contemp. in Italia, III, i, pp. 143-165, Messina 1921; V. La Via, La recente attività neoscolastica in Italia, in Giornale critico della filosofia italiana, settembre 1923, p. 297 segg.; A. Masnovo, Il neotomismo in Italia. Origini e prime vicende, Milano 1923; id., Il neotomismo in Italia dopo il 1870, in La filosofia contemporanea in Italia dal 1870 al 1920, Napoli 1928, p. 39 segg.; Una discussione intorno al carattere fondamentale della filosofia scolastica, in Rivista di filosofia neoscolastica, fasc. I, II, III, 1928; F. Olgiati, Il tomismo e le sue relazioni con le altre correnti della filosofia cristiana, in Rivista di filosofia neoscolastica, novembre 1932, p. 534 segg.; A. Gemelli, Il significato di S. Tommaso nel programma della neoscolastica italiana, e Opposizione al fiorire della neoscolastica, in Idee e battaglie per la cultura cattolica, Milano 1933, pp. 131 segg., 183 segg.; P. Pirri, Il P. Taparelli d'Azeglio e il rinnovamento della scolastica al Collegio Romano, in Civiltà Cattolica, 1927, I, pp. 107-121, 399-409; 1928, IV, pp. 215-229, 396-411; 1929, I, pp. 422-433; II, pp. 31-42.