NEOLOGISMO (dal gr. νέος "nuovo" λόγος "discorso" e -ισμός di Βαρβαρισμός e simili)
Termine o costruzione introdotti da poco tempo in lingua. Nati dalla necessità o dal capriccio, i neologismi arrivano a diffondersi, dapprima nell'ambito di una lingua speciale e poi nella lingua comune, se nella generalità dei parlanti è sentita l'opportunità d'un nuovo termine, per indicare nuove cose o nuovi modi di concepire le cose.
La tendenza conservatrice, puristica, spesso s'oppone ai neologismi (si è persino tentato di stinguere col nome di neologia l'uso con quello di neologismo l'abuso), con maggiore o minore ragione, con minore o maggiore fortuna.
Psichiatria. - In psichiatria s'intende per neologismo, non solo la coniazione d'una parola nuova, ma anche l'uso di una parola comune, cui per altro venga arbitrariamente attribuito un significato tutto speciale. Volendo esprimere un pensiero tutto loro proprio, una rappresentazione peculiare, uno stato d'animo insolito, un complesso di sensazioni strane, e non trovando nel linguaggio ordinario alcuna voce adatta, certi ammalati di mente adottano vocaboli nuovi o forzano a un significato nuovo una parola comune. Questi neologismi ricorrono abitualmente nei loro discorsi e nei loro scritti. Certi paranoici ne usano uno solo, che è quasi la formula, la parola magica che riassume il loro delirio. Isterici e nevrastenici foggiano neologismi originali cercando di spiegare così le loro impressioni anormali o quasi a sottolineare l'importanza di certe sensazioni e apprensioni ipocondriache. Ma soprattutto i dementi paranoidi, allucinati, ipocondriaci e perseguitati, usano molti neologismi, o per indicare agenti fisici, influenze misteriose, stati fisiologici, modi di essere e di pensare strani ed eccezionali, o per denominare personaggi reali o immaginarî, verosimili o soprannaturali, categorie di persone, sette, partiti fantastici, o per designare astrazioni pseudo-scientifiche e pseudo-filosofiche che sono la base del loro delirio.