Loy, Myrna
Nome d'arte di Myrna Williams, attrice cinematografica statunitense, nata a Raidersburg (Montana) il 2 agosto 1905 e morta a New York il 14 dicembre 1993. Celebre diva del cinema hollywoodiano, eletta nel 1936 'The Queen of Hollywood', la sua carriera si distinse per aver seguito un duplice percorso, che la vide agli inizi interpretare donne ambigue e pericolose, per poi dar vita, a partire dalla metà degli anni Trenta, a personaggi di mogli esemplari, innocenti e sofisticate, in commedie brillanti e sentimentali. Nel 1991 ricevette l'Oscar alla carriera, significativo riconoscimento delle sue qualità professionali, ma anche umane.
Trascorsa l'infanzia in un ranch, nel 1918 si trasferì a Los Angeles in seguito all'improvvisa morte del padre. Dopo aver studiato danza, debuttò infine nel 1923 al Grauman's Chinese Theatre come ballerina di fila nel prologo del film muto di Cecil B. DeMille The ten commandments (I dieci comandamenti). Notata dalla moglie di Rodolfo Valentino, Natasha Rambova, che le suggerì di assumere il nome d'arte con cui divenne famosa, esordì sul grande schermo nel 1925, comparendo in What price beauty? di Thomas Buckingham, in un piccolo ruolo che le permise tuttavia di farsi conoscere dalla critica, e poi non accreditata in Pretty ladies di Monta Bell. Passata l'anno dopo alla Warner Bros., e dal 1931 alla Metro Goldwyn Mayer, la L. incarnò lo stereotipo di donna malvagia e diabolica, vamp dissoluta, seduttrice esotica, schiava rinnegata che inevitabilmente muore alla fine di ogni storia a causa dei suoi misfatti. Fu così ballerina giavanese in Across the Pacific (1926; Attraverso il Pacifico) e spia senegalese in Ham and eggs at the front (1927; Due negri al fronte) entrambi diretti da Roy Del Ruth; zingara diabolica che spinge un padre contro suo figlio in The squall (1929) di Alexander Korda; pericolosa guerrigliera in Black watch (1929; La guardia nera) di John Ford; la crudele Morgan Le Fay in A Connecticut Yankee (1931; Un americano alla corte di re Artù) di David Butler e una sadica ninfomane in The mask of Fu Manchu (1932; La maschera di Fu Manchu) di Charles Brabin e King Vidor. La svolta della sua carriera avvenne nel 1934, grazie all'incontro con William Powell, accanto al quale interpretò Manhattan melodrama (Le due strade) di W.S. Van Dyke. Questo film rappresentò per la L. la prima vera occasione di liberarsi da un cliché ormai consolidato e costituì il primo passo verso una rinascita artistica suggellata dal lungo sodalizio con l'attore. A conferma di tale svolta giunse il celebre personaggio di Nora Charles nella commedia giallo-rosa The thin man (1934; L'uomo ombra) sempre di Van Dyke, che, modificando la sua immagine presso il pubblico statunitense, la trasformò in perfetta moglie ideale: gentile, tollerante, leale, dolce abbastanza per conservare innocenza e freschezza istintive. Il successo del film diede l'avvio a una lunga serie, diretta dallo stesso regista, che riconfermò l'affiatamento della coppia Powell-Loy: da After the thin man (1936; Dopo l'uomo ombra), ad Another thin man (1939; Si parla dell'uomo ombra), sino a Shadow of the thin man (1941; L'ombra dell'uomo ombra). Negli anni Trenta e Quaranta, la L. recitò anche al fianco di molti altri famosi attori, passando dai ruoli brillanti a quelli drammatici: fu accanto a Spencer Tracy in Whipsaw (1936; Le quattro perle) di Sam Wood; a Cary Grant in The bachelor and the bobby-soxer (1947; Vento di primavera) di Irving Reis e in Mr. Blandings builds his dream house (1948; La casa dei nostri sogni) di Henry C. Potter; a Clark Gable nei film Wife versus secretary (1936; Gelosia) di Clarence Brown, Parnell (1937) di John M. Stahl, Test pilot (1938; Arditi dell'aria) diretto da Victor Fleming, e Too hot to handle (1938; L'amico pubblico numero uno) di Jack Conway. A partire dal 1939, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, l'attrice andò diradando i suoi impegni cinematografici per dedicarsi prima al volontariato presso la Croce rossa e poi all'attivismo politico a sostegno del Partito democratico. Venne quindi accusata di essere una simpatizzante comunista nel periodo del maccartismo e fece parte del Comitato che si appellava al Primo emendamento. Durante tutti gli anni Cinquanta l'attrice riuscì ad alternare i suoi impegni cinematografici a quelli politici e sociali, che la videro anche rappresentante dell'UNESCO. A questo periodo risalgono le sue interpretazioni in: The best years of our lives (1946; I migliori anni della nostra vita) di William Wyler, Cheaper by the dozen (1950; Dodici lo chiamavano papà) di Walter Lang e Belles on their toes (1952; Ragazze alla finestra) diretto da Henry Levin. Soltanto agli inizi degli anni Settanta la L. debuttò in teatro recitando nel 1973 a Broadway in The women di C. Boothe Luce (commedia che era già stata adattata da Anita Loos per l'omonimo film del 1939 diretto da George Cukor); divenne quindi uno dei soci fondatori dell'American Place Theatre, creato senza fini di lucro per aiutare giovani scrittori. La carriera cinematografica proseguì, dopo qualche ruolo minore interpretato negli anni Sessanta, nel 1974 con la partecipazione ad Airport 1975 (Airport 75) di Jack Smight, cui fece seguito Just tell me what you want (1980; Dimmi quello che vuoi) di Sidney Lumet.
G. Ringgold, Myrna Loy, in "Films in review", February 1963.
K. Kay, Myrna Loy, New York 1977.
L.J. Quirk, The films of Myrna Loy, Secaucus (NJ) 1980.
J. Kotsilibas-Davis, Myrna Loy: being and becoming, New York 1987.