MUCILLAGGINI (fr. mucilage; sp. mucilago; ted. Schleim; ingl. mucilage)
Sono formazioni che si riscontrano in molti vegetali, assai affini alle gomme, ma spesso di natura più complessa perché talune si colorano in azzurro con lo iodio; per idrolisi producono arabinosio, galattosio e anche glucosio e questo generalmente non si ottiene dalle gomme. La loro funzione è quella di assorbire e trattenere l'acqua, rigonfiandosi notevolmente, permettendo così agli organismi che ne sono forniti di resistere al disseccamento e alla siccità. Le mucillaggini sono un prodotto di trasformazione o d'ispessimento secondario della membrana oppure hanno origine nell'interno delle cellule. Si trovano nel succo cellulare dei bulbi (cipolla, Urginea scilla, ecc.), nei tuberi delle Orchidee e quivi forniscono il salep, nei tessuti delle parti aeree delle piante grasse (Cactacee, Mesembriantemacee, ecc.) o di altre piante delle famiglie Malvacee e Tiliacee; nell'epispe ma di molti semi (lino, cotogno, talune Crocifere, Plantago, Cupheaea, Cobaea, ecc.), in talune alghe quali quelle che forniscono l'agar-agar (v.) e il carrageen (v.) o fuco carrageo, nelle membrane cellulari di molte Schizofite, che per questo possono riunirsi in colonie spesso voluminosissime, e di taluni funghi Ascomiceti.
Si trovano mucillaggini anche nei cosiddetti colleterî, che sono svariate formazioni pelose che rivestono la parte interna delle gemme vegetali; questa mucillaggine proviene dalla liquefazione della membrana cellulare sottostante alla cuticola e per la rottura di questa si spande fuoruscendo sui delicati tessuti della gemma e ne impedisce così il disseccamento che produrrebbe la morte.
Anche i tentacoli delle foglie di Drosera (v. carnivore, piante) attraverso la cuticola della loro capocchia clavata secernono una sostanza mucillagginosa che forma una goccia lucente e ad essa si attaccano i piccoli animaletti che vengono poi digeriti.
Dal punto di vista dell'origine chimica si possono distinguere le mucillaggini in: derivate dalla cellulosa (Orchidacee), derivate dalla pectosi (Malvacee, Tiliacee, Rosacee, Cicadacee, guaina mucillagginosa dei Nostoc, mucillaggine di alcuni Ascomiceti), derivate dalla callosi (callo dei tubi cribrosi, parete dello sporangio delle Mucoracee). Queste diverse mucillaggini presentano delle reazioni caratteristiche e spesso sono mescolate insieme: la più frequente è la miscela di mucillaggini cellulosiche e pectosiche che si trova nei semi di cotogno, di senape bianca e nera, di lino, di Plantago, nelle alghe Chondrus crispus e Chorda filum, ecc.
Farmacologia. - Si adoperano, in farmacia, per emulsionare olî, sospendere polveri insolubili, correggere il gusto di svariate pozioni. Vengono anche adoperate per formare una specie di strato protettivo sulle mucose del tubo digerente infiammate e quindi si prescrivono nelle gastriti, enteriti, diarree, ecc. In genere in seno alle sostanze colloidali le reazioni chimiche avvengono con maggiore lentezza e con minore energia: così si comprende come le mucillaggini, le gomme, le soluzioni d'albumina d'uovo, il latte, ecc., possano utilmente essere usati per mitigare gli effetti locali di alcuni farmaci o rallentarne l'assorbimento. La Farmacopea italiana (1929) registra la mucillaggine di gomma arabica (mucilago gummi arabici: una parte di gomma arabica e due di acqua distillata); sciogliendo tre parti di mucillaggine con sette di acqua si ottiene l'acqua gommosa; aggiungendo una parte di mucillaggine, otto di acqua e una di sciroppo semplice, si prepara la pozione gommosa.