moto
È compreso fra i sensibili comuni (con significazione generale, in Rime CII 50, Cv III XV 15 dico lei [la sapienza] essere di tutto madre [e di moto] qualunque principio, come legge anche la Simonelli, mentre la '21 leggeva madre [e prima di] qualunque principio; cfr. Pd XXII 104) e si distingue in m. locale o di traslazione, da un punto a un altro (Vn XXV 2 con ciò sia cosa che venire dica moto locale; cfr. anche Cv IV IX 11), m. di alterazione e m. del crescere (IV XIII 3 [due volte], in relazione all'univoco crescere delle ricchezze, e 4 [tre volte], in relazione al sempre vario e superiore crescere della conoscenza scientifica. V. anche MOVIMENTO).
Il m. locale è proprio dell'atmosfera (Pg XXVIII 107) con i suoi fenomeni (cfr. XXXII 109, in cui m. è riferito al cadere del fulmine), e delle sfere celesti (Pd II 127 Lo moto e la virtù d'i santi giri; VII 141 lo raggio e 'l moto de le luci sante; cfr. anche X 9 e XVIII 119). In particolare, moto superno (Pg IV 79) è, metonimicamente, il Primo Mobile, ovvero il cielo più alto e veloce, in riferimento al quale m. si ritrova in Pd XXVII 115 e XXVIII 27.
M. è anche usato per esprimere il movimento circolare, e musicalmente scandito, dei beati: Pd XII 6 e moto a moto e canto a canto colse; cfr. anche XVIII 114.
Con valore figurato, infine, a significare movimento di ordine spirituale, m. ricorre in Pg XVIII 32 l'animo preso entra in disire, / ch'è moto spiritale.
Per il contrastato luogo di If II 60 (mondo o moto), v. MONDO.