motilità telencefalica
Motilità dipendente dalle funzioni cerebrali superiori, con sede nella corteccia, differente da quella disarmonica e riflessa che si verifica nel coma. La medicina riabilititava è volta alla prevenzione e alla riduzione degli esiti invalidanti delle malattie e al raggiungimento o al mantenimento da parte del paziente del massimo di autonomia compatibile con le sue residue potenzialità fisiche, psicologiche, vocazionali e ricreative. La riabilitazione deve intervenire in tutte le fasi del recupero funzionale, con lo scopo di ristabilire i vari livelli di integrazione motoria, e questo nella prospettiva del possibile raggiungimento di un buon livello di indipendenza e di un soddisfacente adattamento del corpo alla vita di relazione. La reintegrazione progressiva degli schemi motori va infatti di pari passo con il ritorno a una ‘motilità telencefalica’. Il primo obiettivo terapeutico del trattamento riabilitativo precoce di un paziente traumatizzato cranico consiste nel mantenimento delle funzioni vitali, cercando di ottenere prima possibile un’autonomia da mezzi esterni, soprattutto la ventilazione meccanica. Il secondo obiettivo sarà quello di prevenire le complicanze di interesse ortopedico, conseguenti alle alterazioni posturali secondarie ai disturbi permanenti o parossistici del tono muscolare, tanto più minacciose quanto più il coma si prolunga. L’ultimo obiettivo da raggiungere in questa fase precoce della riabilitazione è quello di favorire il risveglio, il rapporto con il mondo esterno, il ripristino del comportamento. I limiti della riabilitazione del paziente traumatizzato cranico grave derivano essenzialmente da tre fattori. In primo luogo la gravità dello stato neurologico, intimamente legato alla quantità del danno neuronale. L’altro fattore riguarda gli aspetti neuropsicologici: più di ogni altro insulto somatico, il trauma cranico è caratterizzato da gravi conseguenze di ordine psicologico. Il terzo fattore che limita il successo della riabilitazione è rappresentato infine dalle complicanze sistemiche, di varia natura, che costellano l’evoluzione e modificano continuamente il progetto riabilitativo richiedendo il massimo coinvolgimento degli infermieri e dei medici delle diverse specialità. (*)