MORETTINI
– Famiglia perugina di organari, attiva per tre generazioni nell’ottocento e nella prima metà del Novecento.
Il capostipite, Angelo, nacque a Perugia il 14 ottobre 1799, da Giovanni Battista e da Maria Domenica Bulletta. Avviato alle ‘arti meccaniche’ nel locale convento di S. Spirito, nel 1819 abitò a Montecarotto, nelle Marche, come apprendista dell’organaro Sebastiano Vici, con cui collaborò almeno fino al 1823, anno in cui collocò in S. Nicolò a Cantiano la sua op. 1 (stando al catalogo), che però reca l’iscrizione «opera quarta». La sua produzione organaria riguarda soprattutto Umbria e Marche, ma si estese anche al Lazio, dal Viterbese a Roma: qui, nel novembre del 1838, costruì un grande organo a 2 tastiere in S. Agostino in Campo Marzio, oggi perduto. Per l’occasione pubblicò un catalogo che considera gli organi in ordine cronologico, con progressivo numero d’opera (doppio per gli strumenti a 2 tastiere); se ne conosce un solo esemplare, conservato dentro la cassa dell’organo di S. Filippo a Montefiore dell’Aso.
Sebbene abbia costruito altri organi «doppi» (due a Perugia e uno in S. Maria degli Angeli ad Assisi, perduti; esistenti, ma modificati, quelli del duomo di Camerino, 1829, e di S. Agostino a Sanseverino Marche, 1842), Angelo privilegiò, secondo la tradizione italiana, l’organo a una tastiera, fondato sul principale 8¹ con file separate di ripieno e registri ‘spezzati’ in bassi e soprani per favorire le più varie combinazioni. Muovendo dall’estetica neoclassica di Gaetano Callido, le risorse timbriche sono ormai orientate verso un più ricco gusto romantico. Evidenti anche gli influssi di Vici: presenza della XII nel ripieno, con precoce scomparsa dell’omofono flauto; violoncello e violino (che si evolve in voce angelica o lira) quali ance contenute entro cassa espressiva, che tende poi a scomparire. Ai più consueti registri ‘di concerto’ (flauto in VIII, traversiere, voce umana, acciarini in XVII, più tardi ribattezzati in decimino), si aggiungono viola o violetta, bordone, ottavino (piffero se ai piedi delle ance di facciata), flagioletto o terzino in XXIV, principale violino (più raro e tardo). Grande inventiva e sperimentazione si nota nei registri ad ancia battente, per imitare le sonorità bandistiche in auge; i tromboncini di ascendenza veneta, in facciata, assumono svariate fogge e denominazioni: trombe, trombette ottavine o bombardino, corno inglese, oboe, clarino, fagotto. La tastiera tocca generalmente il Fa5, con prima ottava ‘corta’ e solo eccezionalmente cromatica; la pedaliera, anch’essa ‘corta’ e sempre unita al manuale, è di 17 note (ma nell’organo della collegiata di Montegiorgio, 1837, è cromatica e di 25). Al pedale, contrabbassi e tromboni. Tra gli accessori, si hanno sempre tiratutti a manovella e tamburo acustico, più tardi tremolo e terza mano, a volte anche grancassa (catuba) con sonagli a scuotimento (cappello cinese) e campanelli (gariglione o sistro). Le trasmissioni sono ovviamente meccaniche e i somieri ‘a tiro’ con stecche azionate da tiranti; una coppia di mantici cuneiformi assicura l’alimentazione.
Dalla bottega di Angelo uscirono 200 strumenti in poco più di cinquant’anni, stando all’iscrizione sull’organo per il coro dei canonici in S. Giovanni in Laterano (op. 200, 1875): una media di quasi quattro organi l’anno. Ma un catalogo seriore pubblicato dal figlio Nicola (1879) elenca, per località e senza numero d’opera né anno, 140 strumenti. Una copia, con aggiunta manoscritta di altri 17 strumenti, si conserva nella Biblioteca Estense di Modena: su di essa oscar Mischiati ha tentato di ricostruire il catalogo complessivo degli organi Morettini; ma la numerazione così stabilita non segue l’ordine di costruzione e contrasta col catalogo del 1838. Altri sostiene che gli organi costruiti dai Morettini sarebbero in tutto 240, considerando anche gli strumenti perduti (van de Pol 2008, p. 228).
Nicola, nato a Perugia l’8 settembre 1836 da Angelo e Innocenza Gobicchi, apprese il mestiere dal padre (nel 1855 firma con lui l’organo dell’eremo di Fonte Avellana) e, dopo la morte di Angelo (Perugia, 13 maggio 1877), ne continuò l’attività. Concepì un organo aperto alle innovazioni tecnico-foniche del ‘movimento ceciliano’, come dimostra il grande organo per la chiesa di S. Agostino a Santiago del Cile, l’ultimo realizzato mentre Angelo era ancora in vita. Prima di giungere a destinazione, fu montato a Perugia in S. Spirito: 3 tastiere cromatiche (61 tasti), 46 registri sul principale 16¹, perlopiù interi e di carattere flautato o violeggiante (nella terza tastiera, organo espressivo, tutti ad ancia libera). La cronaca del collaudo, effettuato dal maestro Filippo Frenguelli, evidenzia «l’effetto armonico gratissimo» che scaturisce dalle diverse combinazioni timbriche (Giorgetti, 1987, pp. 12 s.). Nicola utilizzò anche materiali meccanici e fonici d’importazione transalpina, somieri a pistoni tipo Walker, mantici a pompe, leva Barker, trasmissioni pneumatiche, registri a placca, pedaletti di combinazione ecc. Questo tipo di organo sinfonico è attestato dai due strumenti in presbiterio di S. Giovanni in Laterano a Roma (a 3 tastiere in cornu Epistulae, a 2 in cornu Evangelii, con pedaliera piatta di 30 tasti) voluti da Filippo Capocci e costruiti nel 1886-1887 con la consulenza dell’organaro francese Paul Férat: grazie ad essi Nicola ottenne da Leone XIII il cavalierato di S. Gregorio Magno. Ma egli produsse anche strumenti liturgici di più piccole dimensioni, diffusi soprattutto in Italia centrale. Poi l’attività si affievolì: alla sua morte (Perugia, 17 marzo 1924), la fabbrica perugina fu chiusa.
Francesco, nato a Perugia nel 1871 dal matrimonio di Nicola con Chiara Caproni, fu l’ultimo organaro in famiglia; collaborò col padre a importanti organi di Roma, tra cui i due della Cappella Giulia in S. Pietro in Vaticano (1891-92) e quello nel transetto destro a S. Maria in Vallicella (1895). Nel 1895 sposò Enrichetta Faticoni: dal matrimonio nacque Angelo jr., che non fu organaro. Francesco emigrò in America del Sud, dove continuò la professione, conducendo però una vita dissipata. Tornato in Italia nel 1933, si stabilì a Roma: fu incaricato di restaurare l’antico organo di Luca Blasi in Laterano e di mantenere gli altri organi Morettini della basilica. Morì a Roma nel 1937.
Gli organi di Angelo ebbero notevole influsso tecnico-estetico su artefici umbro-marchigiani coevi (Rossi di Perugia, Spada di Terni, Santilli di Caldarola, Cioccolani di Cingoli, Paci di Ascoli Piceno, Del Chiaro di Fabriano ecc.). Sono documentati rapporti diretti con i fratelli Francesco e Antonio Martinelli della Fratta di Perugia (poi Umbertide): formatisi nella sua bottega, dal 1834 lavorarono in proprio, costruendo molti organi che, pur ricalcando i modelli del maestro, mostrano tratti di originalità. Se con Nicola la produzione aveva già preso un indirizzo quasi industriale, l’impronta artigiana venne del tutto meno nel primo Novecento, sia per le minori capacità professionali di Francesco, sia per la generale crisi d’identità dell’organaria italiana.
Fonti e Bibl.: Nota degli organi che dal 1824 al 1879 vennero costruiti nel laboratorio di A. e N. M., Perugia via del Circo 44, Perugia, 1879 (trascritto in R. Sabatini, Medaglioni musicali umbri, Perugia 1968, pp. 88-91); I due grandi organi nella nuova absida della patriarcale arcibasilica di S. Giovanni in Laterano costruiti da N. M..., Perugia 1887; o. Mischiati, La terza nel Ripieno italiano, in L’Organo, VI (1968), p. 10; o. Mischiati - L.F. Tagliavini, La situazione degli antichi organi in Italia. Problemi di censimento e di tutela, ibid., VII (1969), pp. 30-32, 45 s.; P. Barbieri - A. Morelli, Regesto degli organi della città di Roma, ibid., XIX (1981), pp. 64, 67, 72, 74, 76, 78, 81-84, 93, 98, 101; Il nuovo organo di S. Maria della Verità- Viterbo, Viterbo 1986, pp. 14-17, 19 s.; C. Moretti, L’organo italiano, Milano 1987, ad ind.; R. Giorgetti, I M., organari in Perugia, in III Festival organistico «Città di Perugia» ..., Perugia 1987, pp. 1-18; P. Peretti, Angelo M. nelle Marche: documenti e testimonianze, ibid., pp. 20-47; W. van de Pol, Appunti sulle caratteristiche degli organi M. e sui problemi della loro catalogazione, ibid., pp. 49-64; P. Peretti, L’organo di S. Nicolò in Cantiano, opera prima (o quarta?) di Angelo M., in Cantiano-Pesaro, chiesa priorale di S. Nicolò. L’organo di Angelo e Nicola M., Assisi 1987, pp. n.n. [ma 5-12]; R. Giorgetti, Organi del circondario del Trasimeno, in Studi e documentazioni, VII (1988), 15, pp. 24, 27-32, 39 s., 48; R. Giorgetti, Gli organi della città di Perugia. I. Gli organi del duomo, in L’Organo, XXVI (1989-90), pp. 86-91, 116-128; R. Giorgetti, Organi di Gubbio, in Studi e documentazioni, IX (1991), 20, pp. 6, 11 s., 19, 21-26, 31-33, 39 s.; [M. Valentini], L’organo di S. Maria Rossa (Perugia), [Marsciano 1993]; Gli organi storici della Valnerina, a cura di R. Giorgetti - o. Mattioli - W. van de Pol, [Amelia] s.d., pp. 3, 12, 16 s., 38 s., 46; R. Giorgetti, Gli antichi organi di Citerna, in Studi e documentazioni, XIII (1994), n. 26, pp. 3-9; o. Mischiati, Repertorio toponomastico dei cataloghi degli organari italiani, Bologna 1995, p. XIV e passim; Organi storici delle Marche. Gli strumenti restaurati (1974-1992), a cura di P. Peretti, Firenze 1995, ad indicem; P. Peretti, Regesto degli organi antichi dell’Arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche, in Studia Picena, LX (1995), pp. 166 s., 172, 176, 181; F. Quarchioni - G. Perrucci, Regesto degli organi antichi della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, ibid., pp. 330, 333; G. Spaziani, Regesto degli organi antichi delle diocesi di Ascoli Piceno e S. Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, ibid., LXII (1997), pp. 202, 212, 214, 217; P. Peretti, Regesto degli organi antichi dell’arcidiocesi di Fermo, ibid., LXIII (1998), pp. 246, 250, 252 s., 255, 261 s., 269, 276-278; E. Becchetti, Appunti sulle caratteristiche degli organi M., in Organi ed organari in Umbria dal 1400 ai nostri giorni, Perugia 1999, pp. 423-430; R. Sabatini, Regesto degli organi antichi delle diocesi di Pesaro e del Montefeltro, in Studia Picena, LXIV-LXV (1999-2000), pp. 217, 231, 245-247; M. Martelli - P. Peretti, Regesto degli organi antichi delle diocesi di Ancona-Osimo e Jesi, ibid., LXVI (2001), pp. 254, 257, 267 s.; G. Perrucci, Regesto degli organi antichi della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, ibid., LXVIII (2003), pp. 378 s., 390, 393 s., 408-410; S. Fraboni, Regesto degli organi antichi della diocesi di Senigallia, ibid., LXIX (2004), pp. 268 s., 277 s.; S. Argalia, Regesto degli organi antichi della diocesi di Fabriano-Matelica, ibid., LXX (2005), pp. 161 s., 165, 170 s., 175; P. Peretti - F. Quarchioni, Sebastiano Vici e la sua attività organaria: per il fondamento di una «questione viciana », in Organari di Montecarotto dal XVI al XIX secolo. Atti del Convegno nazionale… 2005, Montecarotto 2008, pp. 91, 95 s., 99, 106, 108, 113 s., 117, 120, 159, 168; W. van de Pol, Angelo M. da allievo a maestro (e la successiva attività della famiglia), ibid., pp. 225-236; G. Fronzuto, Organi di Roma. Gli organi delle quattro basiliche maggiori, Firenze 2008, pp. 9, 14, 16, 18 s., 65, 73, 74, 76 s.; G. Spataro, I registri ad ancia libera negli organi italiani, in Informazione organistica, XXII (2009), pp. 37, 46, 49, 53; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, Milano 1929, II, p. 132.