MONODRAMMA
. Con questa voce, che, secondo l'etimologia, potrebbe corrispondere a qualsiasi rappresentazione teatrale affidata a un solo personaggio, è uso ormai per tradizione designare propriamente uno spettacolo, naturalmente a personaggio unico, cui concorra anche la musica. Il monodramma si può quindi identificare con un'opera, con un melologo, con un Singspiel o un'operetta e così via, che obbediscano all'esigenza del personaggio unico. E infatti nella storia del teatro musicale è dato, talvolta, trovare esempî di monodramma anche nel genere opera e in altri, e la storia di tale spettacolo finisce quindi con rientrare in quella di essi. La maggior parte dei monodrammi appare però nel genere melologo (v.), come il Pygmalion rappresentato a Lione nel 1770 con musica di J.J. Rousseau (due pezzi, non l'intera partitura, come il ginevrino volle fare credere) e di H. Coignet, e a Vienna nel 1772 con musica - tranne i due pezzi del Rousseau - di F. Asplmayr. Nel 1775 si diedero, nello stesso genere, Ariadne auf Naxos e Medea del "Mannheimer" (v. mannheim: Scuola musicale) G. Benda, accolti con grande favore, oltre che per la bontà della musica, per la duplice novità dello spettacolo: quella del monodramma e quella del melologo (quest'ultimo genere trovava infatti in quei lavori, dopo un oratorio di J.E. Eberlin e il Pygmalion sopra menzionato, i suoi primi saggi); e l'Ariadne venne anzi eseguita anche a Parigi, nel 1781, sotto la direzione del musicista boemo. In questa Ariadne l'orchestra svolgeva una sorta di parafrasi sinfonica, di stile analogo a quello dell'opera contemporanea, sincronica con la recitazione di monologhi da parte dell'attrice. Questi esempî ebbero qualche seguito, specialmente nell'Europa centro-orientale, talvolta con modificazioni tali da far ascrivere il monodramma a generi differenti dal melologo o da rendere arbitrario e improprio lo stesso nome di monodramma. Verso l'ultimo Settecento compaiono i lavori di Meissner-Neefe (Sofonisba, ove al personaggio vengono aggiunte masse corali), J.F. Reichardt, G.J. Vogler, P.A. Winter, F. Danzi (un tedesco di Mannheim). Alla stesura d'un testo di monodramma lavorò lo stesso Goethe con Proserpina. Oggi il monodramma è assai di rado praticato: ricorderemo i lavori di O. Schoeck (Penthesilea) e specialmente di A. Schönberg: Erwartung, non nel genere melologo, ma in quello dell'opera (cioè con voce non recitante ma cantante), raggiunge una grande efficacia lirica, e può essere posto tra i migliori esempî di monodramma finora apparsi.