MODERN JAZZ QUARTET
Quartetto statunitense di jazz, fondato nel 1951 dal pianista J. Lewis (n. 1920), dal vibrafonista M. Jackson (n. 1923), dal contrabbassista R. Brown (n. 1926) e dal batterista K. Clarke (1914-1985). Già nel 1951 P. Heath (n. 1923) subentrò a Brown e nel 1955 C. Kay (vero nome C. Kirnon, n. 1927) sostituì Clarke. Fu questo l'organico definitivo del complesso.
Le prime incisioni avvennero sotto il nome di Jackson; solo nel 1952, in occasione delle registrazioni effettuate per la Prestige, la formazione assunse la nuova denominazione e passò sotto la direzione artistica di Lewis. Il successo fu immediato e su vasta scala: già nel 1954 i critici di Down Beat, l'autorevole rivista americana, elessero il MJQ (come venne presto abbreviato) miglior complesso di jazz del mondo. Lewis dette al gruppo un orientamento molto particolare: in linea con la sua preparazione classica, che fuse sapientemente con le esperienze jazzistiche, creò un jazz cameristico, che prediligeva le fughe e il contrappunto. Il jazz penetrò così nelle sale da concerto classiche di tutto il mondo; in tal senso l'opera del quartetto risultò decisiva per la diffusione internazionale della musica afro-americana. Malgrado la forte presenza della musica barocca, il MJQ non si è mai distaccato dalle radici jazzistiche. Tra i brani più tipici del suo repertorio: Vendôme, La ronde, Django, Milano, D & E, Bluesology, Concorde, Versailles, Angel eyes, Three windows, Cortege, Bag's groove, Odds against tomorrow, e le due impegnative suites, Fontessa e The comedy, ispirate alla Commedia dell'arte. Notevoli, poi, le collaborazioni discografiche con J. Giuffre (1956), S. Rollins (1959), G. Schuller (1959-60), L. Almeida (1964), gli Swingle Singers (1966) e P. Desmond (1971). Nel 1957 il quartetto incise le musiche per il film di R. Vadim Sait-on jamais (Un colpo da cento miliardi); del 1963 la colonna sonora del film di E. Visconti Una storia milanese. Nel 1973 il MJQ registrò con l'orchestra sinfonica diretta da M. Peress il disco In memoriam.
Nel 1974 il complesso, che aveva compiuto innumerevoli tournées in tutto il mondo, specialmente in Europa, si sciolse, riunendosi di tanto in tanto per l'incisione di qualche disco (per es. nel 1982, nel 1984 e nel 1985) o per concerti di particolare rilievo. Il jazz colto e raffinato propugnato dal MJQ costituisce un unicum nella storia della musica afro-americana.
Bibl.: N. Hentoff, J. Lewis, New York 1960; M. James, Ten modern jazzmen: an appraisal of the recorded work, Londra 1960; T. Owens, Improvisation techniques of the MJQ, University of California, Los Angeles 1965 (tesi di laurea); A. Polillo, Jazz. La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; J. Goldberg, Jazz masters of the 50's, New York 19832.