MIOCARDITE (dal gr. μύς "muscolo" e καρδία "cuore")
Infiammazione del miocardio (v. cuore). Può essere acuta o cronica; la cronica può seguire alla forma acuta o iniziarsi come tale. Si distinguono le miocarditi in parenchimatose e interstiziali secondo le loro note istologiche, però tale distinzione deve essere intesa in senso relativo, non essendo possibile una netta demarcazione tra le due forme. Le caratteristiche anatomiche della miocardite consistono in fatti degenerativi delle fibre muscolari accompagnati con fatti reattivi del connettivo interstiziale, con infiltrazione leucocitaria e proliferazione degli elementi connettivali, che può condurre in alcune forme croniche alla produzione di tessuto fibroso con sclerosi del miocardio. A seconda che le lesioni parenchimali o interstiziali prevalgano o appaiano primitive, si distinguono le due forme; ma la distinzione è spesso impossibile. L'etiologia delle miocarditi è varia ed è riferibile a processi infettivi o a intossicazioni. Quasi tutte le malattie infettive possono dare luogo a miocardite o per localizzazione di microrganismi esistenti in circolo o per l'azione delle tossine loro. La difterite, le infezioni tifoidi, l'infezione reumatica, la scarlattina, la tubercolosi, le infezioni setticemiche, la sifilide possono essere causa di miocardite; fra le intossicazioni va ricordato l'alcoolismo.
Miocarditi acute. - Possono assumere la forma di miocardite parenchimatosa, di miocardite interstiziale e di miocardite suppurativa. Di solito s'osservano nel corso di malattie infettive, e possono essere dovute all'azione dell'agente morbigeno della malattia in corso o a quella d'infezioni associate; s'osservano però delle miocarditi apparentemente primitive.
La sintomatologia delle miocarditi acute si confonde, complicandola, con quella delle malattie infettive nel corso delle quali si manifestano. I sintomi soggettivi consistono in dolori precordiali, con caratteri simili a quelli anginosi (senza la sensazione di angoscia): palpitazione, senso d'oppressione, dispnea al più piccolo sforzo. Spesso la forma si svolge in modo latente fino all'esplosione dei fenomeni più gravi d'insufficienza cardiaca. I perturbamenti della funzione cardiaca, che si traducono con alterazioni della forza, della frequenza e del ritmo delle contrazioni, rappresentano i sintomi più caratteristici. Il polso è di solito frequente, piccolo, molle, e presenta notevoli irregolarità. Il disordine del polso, permanente e resistente ai comuni stimoli farmacologici, è il sintoma più caratteristico perché strettamente collegato con la lesione delle fibre miocardiche. Si può avere tachicardia coincidente con una particolare alterazione del ritmo che acquista i caratteri del ritmo fetale, e che, accompagnata da un abbassamento della pressione, costituisce un sintoma grave; si possono avere manifestazioni extrasistoliche, si può stabilire un'aritmia perpetua. Si può osservare anche bradicardia per alterazione del sistema di conduzione intracardiaca e dissociazione completa o incompleta. È relativamente frequente nella difterite, e può dare luogo ad accidenti improvvisi. Oltre quelle del polso, hanno importanza le modificazioni dei toni cardiaci che, per effetto della diminuita energia sistolica, si fanno più deboli e spesso s'accompagnano a rumori dovuti a insufficienza funzionale della valvola mitralica. La miocardite nel corso delle infezioni spesso si accompagna a peri- ed endocardite. La prognosi è varia: benigna nelle forme attenuate, che di solito guariscono senza reliquati, severa nelle forme più gravi che terminano col quadro del collasso cardiaco o improvvisamente per sincope. È impossibile esporre ciò che si riferisce ai diversi tipi di miocardite, in rapporto con le varie infezioni, basti ricordare che nel reumatismo articolare hanno notevole importanza per la produzione dei disturbi cardiaci, le alterazioni miocardiche le quali costituiscono, dal punto di vista anatomopatologico, una forma specifica caratterizzata da una miocardite interstiziale a focolaio con produzione di nodulini miliarici disseminati, che spesso interessano la regione del fascio atrioventricolare, e che si rivelano clinicamente con sintomi di alterata funzione cardiaca che si sovrappongono, complicandolo, al quadro proprio delle localizzazioni endocardiche.
Miocarditi croniche. - Sono nella loro evoluzione strettamente collegate con i processi degenerativi del miocardio. Si tratta di miocarditi interstiziali fibroplastiche con iperplasia del connettivo destinato a sostituire il tessuto muscolare distrutto; hanno pertanto il significato di un processo riparatore consecutivo ad alterazioni della fibra muscolare, le quali possono essere o no di natura flogistica, e conseguire ad alterazioni circolatorie per lesioni arteriose, a veri e proprî processi di miocardite infettiva, a localizzazioni sifilitiche, ad alterazioni degenerative imputabili ad azioni tossiche. Spesso le lesioni miocardiche s'associano con alterazioni dell'endocardio, del pericardio, dell'aorta e delle coronarie, o con analoghe lesioni di altri organi e più specialmente del fegato e del rene. Il decorso e la sintomatologia delle miocarditi croniche sono estremamente variabili. Esordiscono insidiosamente e decorrono silenziosamente, finché non entrano in scena i fenomeni d'insufficienza cardiaca che variano col variare della gravità e della sede delle lesioni cardiache, e s'accompagnano con i fenomeni proprî delle altre lesioni vascolari o viscerali che possono coesistere. I fenomeni più caratteristici sono la dispnea, che, dapprima accessionale e spesso notturna o insorgente in seguito a sforzo, si fa continua ed è riferibile alla progressiva insufficienza del miocardio che s'accompagna a dilatazione della cavità del cuore rilevabile plessimetricamente; inoltre si possono avere alterazioni del ritmo cardiaco, con comparsa d'intermittenze extrasistoliche, con aritmia perpetua, spesso con bradicardia da lesione del fascio, e spesso gli edemi quando si manifestano fenomeni d'insufficienza del ventricolo destro. Domina il quadro, per la sua importanza, la tendenza all'iposistolia che si può manifestare in forma acuta improvvisa, con edema polmonare e con attacchi stenocardici, o che si può stabilire lentamente con segni d'insufficienza funzionale rispettivamente a carico dei due ventricoli. La prognosi è fatalmente infausta, trattandosi di lesioni a evoluzione progressiva, ma il decorso, variabilissimo, può essere protratto consentendo anche per lungo tempo condizioni discrete di vita.
La terapia generale delle miocarditi si propone di eliminare, per quanto è possibile, le cause che le producono e quindi combattere i processi infettivi, allontanare le intossicazioni, ecc.; di economizzare con un appropriato regime igienico-dietetico le forze superstiti del miocardio, di stimolare la funzione muscolare del cuore con l'uso dei comuni cardiocinetici, ogni volta che questo si mostri acutamente o cronicamente deficiente. Né l'alterazione miocardica costituisce all'uso di tali farmaci una controindicazione poiché sempre, finché duri la vita, esiste una parte del miocardio ancora in condizioni discrete di funzione e di eccitabilità; certo è che l'efficacia di tali farmachi è inversamente proporzionale alla gravità della lesione ed è questo un criterio di grande importanza nella diagnosi e nella prognosi delle miocarditi.