Filologo ed esegeta inglese (Shap, Westmoreland, 1645 - Oxford 1707). Dottore in teologia, nel 1681 era rettore di Blechingdon e cappellano reale. Direttore del St. Edmund's Hall di Oxford (1684), divise la sua attività tra le cure per il suo collegio e una edizione del Nuovo Testamento greco a cui lavorò incessantemente per trent'anni, raccogliendo intorno al textus receptus un numero cospicuo di varianti; l'opera suscitò violente polemiche. Da un lato D. Whitby mostrava scandalizzato che la maggior parte delle varianti metteva a rischio il textus receptus, mentre dall'altro il deista A. Collins ne prendeva pretesto a dimostrazione del carattere umano del testo sacro. In realtà, per M. quel suo testo doveva essere solo un gradino nel processo critico di ricerca del testo autentico: e non solo con la raccolta di varianti, ma con lo studio storico dei rapporti tra i manoscritti e del loro relativo valore, quale è tratteggiato negli importanti Prolegomena, egli poneva i presupposti metodici della moderna critica testuale.