Regista cinematografico ungherese (Vác 1921 - Budapest 2014), tra i più significativi esponenti del cinema magiaro. Dopo studî di etnologia e storia dell'arte, ha girato una serie di cortometraggi negli anni Sessanta e si è affermato come autore di film in cui l'uso di coreografie, canti e costumi popolari, una visione rituale e metaforica della storia, il linguaggio del piano-sequenza, definiscono uno stile personalissimo e di grande suggestione. Ricordiamo in particolare la trilogia che lo ha reso celebre sul piano internazionale: Szegénylegények (I disperati di Sandor, 1965); Csillagosok, Katonák (L'armata a cavallo, 1967); Csend és kiáltas (Silenzio e grido, 1968). Tra i film successivi: Még kér a hép (Salmo rosso, 1971); Szerelmen, Elektra (Elettra, amore mio, 1974); Jézus Kristus horoszokopie (L'oroscopo di Gesù Cristo, 1988); Isten hátrafelé megy ("Dio cammina al contrario", 1991); Kelj fel, komám, ne aludjál ("Svegliati amico, non dormire", 2002); A Mohácsi vész (2004); Ede megevé ebédem (2006), di cui è stato anche sceneggiatore.