Scrittore e diplomatico lettone (Liepāja 1874 - Nizza 1968). Sospetto al regime zarista, si rifugiò nell'Europa occid., dove si dedicò a studî d'arte (Florencē "A Firenze", 1909). Nel 1915 rientrò in patria, dove nel 1918, costituitosi il nuovo stato della Lettonia indipendente, fu ministro dell'Interno; fu poi ambasciatore a Roma (1920-24), Parigi, Varsavia, Bruxelles (fino al 1940). Dopo la seconda guerra mondiale si ritirò a vita privata a Nizza. Le sue poesie in verso libero, nelle quali a meditazioni filosofiche si alternano delicate emozioni liriche, sono raccolte in tre volumi (Tantris, 1908; Ēnas uz akmeņiem "Ombre sulle pietre", 1909; Mūžība "L'eternità", 1914). Scrisse due drammi filosofici: Kristus atriebšanās ("La vendetta di Cristo", 1928) e Dievs un cilvēks ("Dio e uomo", 1930); pubblicò varî scritti storico-politici sulla Lettonia (Das Verbrechen gegen die baltischen Staaten, 1962).