microscopio confocale a scansione laser
microscòpio confocale a scansióne làser. – Tipo di microscopio ottico funzionante con radiazione laser, nel quale l'osservazione viene realizzata in ottica confocale, illuminando cioè un piccolo volume del campione per volta, in corrispondenza del punto focale del sistema ottico, e raccogliendo la luce unicamente dallo stesso volume tramite filtri spaziali posti sul cammino ottico dei raggi. Questo tipo di microscopio, spesso indicato con la sigla LSCM (Laser scanning confocal microscope) o CLSM (Confocal laser scanning microscope), rappresenta uno dei più significativi progressi della microscopia ottica compiuti nell'ultima parte del 20° secolo. Il vantaggio principale di questo microscopio è l'alto grado di contrasto che si ottiene escludendo la luce proveniente da volumi diversi da quello che si sta osservando. L'utilizzo delle sorgenti laser, per la loro coerenza spaziale, consente di ridurre al minimo il volume illuminato aumentando di conseguenza la risoluzione e il livello di dettaglio apprezzabile. Un sistema di movimentazione per la scansione laterale e un apparato di acquisizione elettronica permettono di ottenere un'immagine completa di tutta l'area di interesse combinando le osservazioni provenienti dai diversi punti. L'attuale velocità dei sistemi di calcolo consente di ottenere l'immagine completa praticamente in tempo reale. Un'altra possibilità comunemente integrata nei sistemi LSCM è quella di registrare una serie di sezioni ottiche, ossia sequenze di immagini a diverse profondità in campioni spessi, in corrispondenza di diversi piani focali, ottenute tramite una scansione del sistema obiettivo lungo la profondità del campione. Programmi di elaborazione digitale delle immagini possono essere quindi applicati a queste sequenze per fornire una rappresentazione tridimensionale degli oggetti osservati. La LSCM viene impiegata soprattutto per l’osservazione di campioni biologici in combinazione con l'analisi in fluorescenza attraverso marcatori sintetici e proteine ingegnerizzate geneticamente. Si può così ottenere la precisa localizzazione di componenti intracellulari marcati con specifiche molecole fluorescenti.