micotossina
Sostanza elaborata da miceti, in grado di produrre effetti tossici. La maggior parte delle m. sono prodotte da muffe (aspergilli, penicilli), che vegetano su derrate alimentari mal conservate. Le variazioni climatiche degli altimi anni hanno favorito la formazione, e quindi l’ingestione, di m. in paesi ove prima erano sconosciute; la FAO ha accertato (2006) che il 25% delle derrate alimentari mondiali è contaminato da m.; sono solo un centinaio i Paesi nel mondo, tuttavia, che hanno una legislazione specifica e norme di sicurezza al riguardo (tra cui l’Italia), che risultano molto diversificate tra loro. Si conoscono almeno 4 tipi di m.: aflatossine, ocratossine, fumosinine, ergosteroli. Particolare attenzione è stata rivolta, dopo il 1970, alle aflatossine (➔), metaboliti tossici liberati da miceti dei generi Aspergillus (in partic. Aspergillus flavus), Penicillium e Fusarium.
Non solo le tecniche agronomiche e l’andamento meteorologico possono condizionare la contaminazione, ma anche le operazioni di raccolta, di stoccaggio, di conservazione domestica, di manipolazione degli alimenti. Durante la coltivazione umidità e temperatura favoriscono la formazione di muffe e l’attacco da parte di insetti; il livello di maturazione e di umidità agevola l’infezione durante la raccolta; le operazioni fisiche e la permanenza in ambienti chiusi durante la fase di stoccaggio favoriscono l’attacco da parte di muffe. Contrariamente a quanto avviene nei Paesi tropicali e subtropicali (dove si formano in fase di coltivazione), aflatossine, fumonisine e ocratossine vengono in questa fase di stoccaggio sintetizzate anche in zone temperate e fredde.
Le m. sono spesso causa di gravi intossicazioni del bestiame alimentato con mangime inquinato. Le m. sarebbero coinvolte anche nella patogenesi di alcune malattie umane, almeno nell’ambito dei Paesi sottosviluppati dove la scarsa disponibilità alimentare induce la popolazione a consumare anche i cibi inquinati dalle muffe, estremamente diffuse nelle regioni calde. Le m. sono dotate di tossicità contro il genoma, e vengono quindi considerate come possibile agente cancerogeno; causano immunodepressione, insufficienza renale ed epatica. Sono teratogene, causano quindi malformazioni congenite.