MICHELINI, Giovan Battista, conte di S. Martino e Repalgia
Nato in Levaldigi nel 1798 e morto in Torino il 4 maggio 1879; patriota e senatore del regno. Laureatosi in legge a Torino, s'iscrisse nella carboneria e prese parte ai moti del 1821, specie nella giornata del 12 marzo, tanto che poi fu condannato e costretto a emigrare. Disilluso del Carignano si volse al più acceso radicalismo che poi, nell'esilio svizzero, belga e inglese, si mitigò in un ideale democratico, assai vicino al mazzinianismo. L'idea sua egli cercò attuare nel campo pedagogico, specie fra le classi rurali, sostenendo la necessità d'istruire i lavoratori della terra e di elevarne la coscienza. E sul metodo più o meno rapido per giungere a questo fine, egli si trovò in discordia con Cavour, nell'Associazione agraria, mentre ebbe alleato Lorenzo Valerio. Fu attivissimo socio dell'Agraria e, con C. Balbo, partecipò alla lotta per la tutela dei vini piemontesi. Combatté per il liberismo economico, Fra gli altri suoi progetti, notevole è la riforma della legislazione forestale. Per causa sua, furono soppresse nel 1847 le Letture popolari del Valerio, nelle quali collaborava come economista e psicologo. Sedette, fin dalla prima legislatura, nel parlamento subalpino, all'estrema sinistra; ma nel 1857, si convertì, egli repubblicano, alla monarchia, dopo essersi convinto che solo sotto i Savoia l'Italia si sarebbe costituita a nazione. In filosofia fu discepolo del Romagnosi; nella questione dei rapporti tra Stato e Chiesa, fu per la preminenza di quello su questa.
Bibl.: G. Prato, Fatti e dottrine economiche alla vigilia del 1848; L'Associazione agraria subalpina, Torino 1921; E. Passamonti, Il giornalismo giobertiano in Torino nel 1847-48, Roma 1914.