FODERÀ, Michele
Nato ad Agrigento, da Antonino e da Paola Vullo, il 30 aprile 1792, studiò medicina e filosofia all'università di Catania, che all'epoca già vantava un'antica tradizione ed era notoriamente aperta all'evoluzione del pensiero scientifico. Dopo aver conseguito la laurea, si dedicò allo studio della fisiologia. Vinta una borsa di studio, probabilmente verso il 1820 Si recò a Parigi, per perfezionarsi presso quella celebre scuola.
È certo che il suo viaggio non fu motivato esclusivamente da interessi scientifici: di non poco conto, infatti, erano le questioni politiche che coinvolgevano la sua famiglia - in particolare il fratello Filippo, avvocato e studioso di diritto penale - nelle vicende legate ai moti carbonari del 1820. Il soggiorno parigino del F. appare quindi anche dettato dall'esigenza di trovare un tranquillo asilo.
A Parigi il F. fu allievo di J.-F. Magendie, il grande fisiologo e farmacologo maestro di C. Bernard, pioniere dell'osservazione fisiologica sull'animale vivente e propugnatore dell'applicazione delle leggi della fisica allo studio dei fenomeni vitali: a questa scuola il F. si formò al metodo sperimentale, a un metodo di ricerca, cioè, non fondato su aprioristiche teorie generalizzanti, ma sull'interpretazione rigorosamente logica e analitica dei risultati della ricerca intrapresa. Poté così condurre interessanti studi in alcuni settori di avanguardia dell'indagine fisiologica.
Nel campo della neurofisiologia, sulla scorta dei risultati delle sue osservazioni sperimentali confermò la validità delle scoperte del Magendie e di C. Bell sulla specificità della conduzione nervosa nelle radici spinali, che costituirono la base di quella che fu definita "degge di Bell - Magendie": le radici anteriori trascinano solo impulsi efferenti, le radici posteriori solo impulsi afferenti (Recherches expérimentales sur le système nerveux, Paris 1825; il F. pubblicò questo lavoro anche sul periodico Journal complémentaire du dictionnaire des sciences médicales, 1823-24). Provò l'azione di varie sostanze sui diversi segmenti del nevrasse, allo scopo di individuare, attraverso l'esame degli effetti farmacologici conseguenti alla loro applicazione, la localizzazione anatomica delle più importanti funzioni neurologiche, giungendo ad alcune fondamentali conclusioni: il midollo spinale è un organo sensitivo-motorio; il midollo allungato è un organo motorio, sensitivo e intellettivo che presiede al sonno e alla veglia, eccita la respirazione, ecc.; il cervello è la sede dell'intelligenza e del moto, e influenza la sensibilità; il cervelletto è l'organo essenzialmente preposto alla sensibilità e alla motilità (Reclamation au sujet d'un Mémoire sur les substances qui agusent sur le système nerveux, in Archives générales de medecine, I [1823], 3, pp. 473 s.).
In uno studio di ampio respiro su temi di fisiologia generale, Recherches expérimentales sur l'absorption et l'exhalation (ibid., 2, pp. 57-77), che ricevette il premio dell'Académie de France, esaminò il significato e i meccanismi della funzione, che interpretò come il fine comune dell'attività di un certo numero di organi, una complessa relazione tra strutture organiche in azione: dimostrò l'attitudine del sistema venoso polmonare ad assorbire sostanze liquide e gassose e la diffusibilità ai linfonodi bronchiali di soluzioni saline iniettate nei linfatici polmonari; indagò sulle funzioni del tessuto interstiziale e delle cavità sierose; mise in luce il potere assorbente delle sierose; individuò l'esistenza di fattori. quali l'attività calorica e il galvanismo, che favoriscono l'assorbimento.
L'impostazione medico-filosofica del F., distante dal vitalismo ancora ben radicato tra non pochi studiosi dell'epoca e già decisamente orientata in senso positivista, appare chiaramente nelle sue opere di carattere più generale. In Recherches sur les sympathies et sur autres phenomènes qui sont ordinairement attribués comme exclusifs au système nerveux, Paris 1822, trattò dell'unità del mondo vivente, scorgendo nel complesso della natura - vegetale, animale, umana - una graduazione di perfezionamento di funzioni nei fenomeni della sensibilità, il cui studio è possibile solo fondandosi sull'osservazione e sull'esperienza diretta. Fu in contrasto con la dottrina cosiddetta "fisiologista" di F.-J. Broussais, che riconduceva la causa di tutte le manifestazioni morbose alla irritabilità dei tessuti (e alla cui formulazione non era certo stato ininfluente il pensiero di J. Brown), mettendone in evidenza l'inconsistenza scientifica sia delle elaborazioni teoriche, sia delle applicazioni cliniche (Histoire de quelques doctrines médicales comparées à celles du docteur Broussais suivie de considerations sur les études médicales envisagées comme science et comme art, et d'une mémoire sur la therapeutique, ibid. 1821; Examen de l'opinion de m. Broussais sur les nerfs de la sensibilité et de la motilité, suivi de quelques remarques dans les quelles il est consideré comme anatomiste erudit et critique, ibid. 1823).
Il periodo del soggiorno a Parigi fu per il F. ricco di stimoli e di impegni scientifici, nonché di contatti con i più illustri rappresentanti della medicina e della biologia dell'epoca: conobbe, tra gli altri, G.-L.-C. Cuvier, insigne studioso di anatomia comparata, e il professore di anatomia A. Portal. Pur attratto prevalentemente dalla fisiologia, in particolare dallo studio delle funzioni del sistema nervoso, il F. si interessò a vari argomenti di medicina e di biologia, come dimostrano due pubblicazioni del 1823: Recherches sur l'organisation et les fonctions du cysticerque pisiforme, ou hydatide des lapins, in Archives générales de medicine, I (1823), 3, pp. 215-221, descrizione abbastanza accurata del parassita che ritenne un organismo oviparo non ennafrodita; Observations d'une myopie de l'oal droit et d'une presbyepié de l'oeil gauche sur le méme individue, ibid., pp. 221-2243 segnalazione di una anomalia di interesse clinico oftalmologico.
Presentati i suoi lavori alla commissione giudicatrice per l'ammissione all'insegnamento nell'università di Palermo, il F. fu ritenuto idoneo a ricoprire l'incarico. Grazie alle accurate ricerche di R. Giuffrida (1965), sappiamo che il F. ottenne la nomina ufficiale con decreto reale 2 marzo 1826 e si trasferì da Parigi a Palermo nel 1827, come titolare della cattedra di fisiologia nella facoltà di medicina. Nel 1828 fu nominato membro dell'Institut de France.
A Palermo proseguì l'attività scientifica e didattica secondo l'impostazione maturata alla scuola del Magendie; pubblicò successivamente Considerations sur le rapport des contractions musculaires avec la respiration et la circulation, Paris 1844, ma non ebbe la possibilità di proseguire la ricerca a carattere sperimentale. Il riaffiorare degli ideali politici giovanili ne indirizzò poi l'attenzione prevalentemente verso i grandi problemi sociali.
Alla fine degli anni Trenta a Palermo si andava affermando lo stretto legame tra idee democratiche e idee socialiste in un clima culturale che favorì la nascita di diverse riviste ispirate al pensiero di Fourier (L'Attrazione, 1837). Particolarmente vivace fu il gruppo di medici che si raccolse intorno alla cattedra palermitana di B.-J. Mure, seguace del Fourier e fondatore degli Annali di medicina omeopatica nel 1837, che sosteneva la diffusione di una medicina meno invasiva e più rispettosa dell'individuo.
Il periodo palermitano fu quindi dedicato dal F. prevalentemente agli studi di interesse filosofico, incentrati in modo particolare sull'epistemologia e sui rapporti tra scienza e organizzazione della società. Le idee politiche ebbero conseguenze negative sulla sua carriera: la possibilità di una sua chiamata alla presidenza dell'Accademia di medicina suscitò l'opposizione del ministro della polizia F.S. Del Carretto.
Nel 1846 vide la luce a Palermo l'ultima sua importante pubblicazione, il Trattato sulle abitudini, ove a luogo discorre la loro forza ed influenza su tutte le azioni della vita per tutte le classi della società.
L'opera - largamente ispirata a idee roussoviane -, sotto l'influenza degli scritti di F-M.-C. Fourier e di C.-H. Saint-Simon, tentava di elaborare un sistema comunista utopistico, dapprima definito come "cattolico cenobismo", poi, più esplicitamente, "comunismo universale". Per il suo raggiungimento era sufficiente applicare al mondo morale le leggi che governano il regno della natura. Il F. sosteneva la necessità che gli uomini abbandonassero i comportamenti abitudinari, i pregiudizi e le superstizioni in quanto ostacoli all'agire razionale foriero di progresso; soltanto da questo poteva nascere un sistema sociale giusto, corrispondente a un assetto scientifico della società fondata sull'uguaglianza tra tutti gli uomini, che in natura sono liberi; la verità della scienza doveva divenire l'unico motore della trasformazione sociale: solo la comprensione di questa verità è in grado, infatti, di maturare l'individuo e la società e orientarli verso i veri principi di equità e moralità e il raggiungimento di un sistema sociale giusto senza bisogno di azioni violente o rivoluzioni.
Dopo il sequestro del libro da parte delle autorità governative nel febbraio del 1847, il F. chiese un congedo per recarsi in Francia per scopi scientifici. Parigi lo accolse tra gli emigrati politici, e fu nuovamente uno stimolo allo studio e all'attività scientifica: dichiarato dimissionario dall'incarico universitario per aver esaurito il periodo di permesso, il F. si dedicò a ricerche sull'applicazione della forza dell'elettricità alle locomotive e a preparazioni chimiche da usare come strumenti bellici.
Nel gennaio 1848, quando era da poco scoppiata la rivoluzione siciliana, il F. fece ritorno a Palermo. Iniziò allora una fase di intensa partecipazione politica nelle file più radicali del movimento democratico. Curò anche la pubblicazione del giornale La Sentinella del popolo, organo dei Circoli popolari, del quale tuttavia uscirono solo quattro numeri (29 giugno - 6 luglio), in cui si invitava la Sicilia a seguire l'esempio della Francia "nel fondare anch'ella la sua repubblica" (1° luglio).
Il F. morì a Palermo il 30 ag. 1848, avvelenato da mano ignota.
Fonti e Bibl.: S. Tommasi, Istituzioni di fisiologia, Torino 1852, pp. 219 s., 223; G.M. Mira, Bibliografia siciliana..., I, Palermo 1875, pp. 361 s.; Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, IV, Roma 1939, p. 354; G. Berti, I democratici e l'iniziativa meridionale nel Risorgimento, Milano 1962, pp. 228, 231, 265, 267-293, 295, 301, 319, 334, 338, 480, 581; R. Giufffida, A proposito di M. F., in Nuovi Quaderni del Meridione, III (1965), pp. 336-338; A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini ad oggi, II, Torino 1974, p. 1273; F. Cassar, Saverio Friscia tra Risorgimento e Stato unitario, Agrigento 1986, pp. 20, 33 s., 40; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Arzte…, II, p. 551; Encicl. Ital., XV, p. 579.