FUMAGALLI, Michelangelo
Nacque a Milano il 14 apr. 1812 da Ignazio e Marianna Bernasconi. Seguì le orme del padre e dal 1832 al 1836 fu allievo a Brera del pittore fiorentino L. Sabatelli.
Anche il padre, nato a Milano nel 1778, aveva studiato all'accademia milanese della quale, dal 1817 fino alla morte (avvenuta a Milano nel 1842), fu anche segretario ricoprendo inoltre, per alcuni anni, la cattedra d'estetica. Preparò i discorsi d'inaugurazione annuali, che avevano, tra l'altro, anche la funzione di indicare le linee politiche riguardanti la Scuola di belle arti. È ricordato soprattutto per la sua opera di incisore, con le nove dispense della Scuola di Leonardo, prodotte tra il 1808 e il 1811. Modellò inoltre due statue per il duomo di Milano rappresentanti S. Bartolomeo ed Ezechiele. Fu anche un apprezzato critico d'arte e, negli anni Trenta, collaborò assiduamente alla rivista Biblioteca italiana. Un suo ritratto, replica di uno eseguito da F. Hayez e passato all'asta (Finarte, 1992), si conserva presso la Galleria d'arte moderna di Milano; un secondo, eseguito nel 1834 dal russo P. Brjullov, si trova, invece, a Brera.
Condiscepolo a Brera del padre del F. fu l'incisore ed editore Paolo Fumagalli, con cui non c'era alcun rapporto di parentela (G. Fumagalli, P. F., calcografo, tipografo, editore, Roma 1937: si veda invece L. Servolini, Dizionario illustrato degli incisori italiani…, Milano 1955, pp. 346 s., che lo dice fratello di Ignazio).
Insieme con D. Induno il F. fu premiato ai concorsi braidensi del 1834, 1835 e 1836. Esordì nel 1837 alle annuali esposizioni d'arte di Brera, presentando nove ritratti su commissione e, l'anno seguente, propose tre ritratti e due dipinti di carattere religioso, un Adamo ed Eva che piangono l'estinto Abele e Madonna col Bambino e s.Giovanni (opere di ubicazione ignota, come del resto la maggioranza dei lavori dell'artista). Da questo momento fu presente in maniera continuativa alle esposizioni di Brera, fino al 1860.
Alla mostra del 1840 il suo dipinto Venere e le Grazie fu alquanto criticato per il soggetto non ben sviluppato (Cenni critici intorno alla Esposizione di belle arti, Milano 1840, p. 13), mentre più benevoli furono i giudizi relativi alle sue opere presentate l'anno seguente (G. Elena, Guida critica intorno alla Esposizione di belle arti, Milano 1841, p. 18). In quell'anno il pittore esordì con dipinti di soggetto storico, genere per il quale oggi viene soprattutto ricordato: Il cardinale Richelieu all'assedio di Perpignano; Pietro Bearnese giura cieca obbedienza a Ines di Foix e Igilda di Brivio rivede lo sposo che credeva morto. I dipinti presentati a Brera nel 1842 (Duca di Palissa rassicura le monache e Cinq-Mars colla marchesa Seneterre, realizzati su commissione dei duchi Litta), incontrarono una buona accoglienza, non del tutto immune da critiche: "Ci si permetta d'osservare che alcune tinte di carne sono di soverchio biancore. Del resto la composizione è lodevole… ottima testa e tinte d'effetto" (Giudizio di un amatore all'Esposizione di belle arti, Milano 1842, pp. 12 s.). Tra il 1843 e il 1844 l'artista presentò dieci opere alle esposizioni, tra cui cinque di genere storico, e alcuni soggetti di genere, tra i quali Un'odalisca e Il perdono a intercessione di una vecchia zia, dimostrando così interesse per le nuove proposte che iniziavano a diffondersi in quegli anni.
Sempre a Brera, nel 1846, espose sei opere tra cui La duchessa de la Valière, affrettando i postiglioni per essere la prima ad incontrare Luigi XIV ad Amiens, arrovesciò e n'ebbe offeso un braccio; mentre il chirurgo si occupava della ferita, ella per la prima volta sospetta rivale la sua diletta amica marchesa di Montespan, attenendosi così alla formula del titolo eccezionalmente lungo, in accordo con gli usi del tempo. Nel 1847 il F., che aveva lo studio in contrada Borgonuovo al numero 1.518, alle spalle di Brera, espose numerosi quadri, prevalentemente di genere, tra i quali Una gita in campagna e Una lettera fatale.
Nel 1848 il F. manifestò la sua simpatia per il movimento di indipendenza dall'Austria realizzando, insieme con il pittore A. Durini, una litografia rappresentante un Episodio dei combattimenti del 21 marzo 1848: il ricavato della vendita di questa immagine fu destinato ai feriti di tali fatti d'arme.
Nel 1850 fu presente all'Esposizione braidense con dodici opere di cui cinque ritratti su commissione, due dipinti di soggetto religioso, tre di genere e due quadri storici rappresentanti Il supplizio del duca d'Enghien e Cimabue accolto dai Fiorentini. Dello stesso anno è il dipinto, firmato e datato, raffigurante Il bagno di due fanciulle (Milano, Galleria d'arte moderna). Tra il 1851 e il 1856 il F. abbracciò ancora vari generi evidenziandosi per le sue qualità di buon colorista e per la tendenza a dipingere il piccolo formato; l'influenza che lo Hayez ebbe sulla generazione dei pittori del primo Ottocento è confermata anche dalla scelta, da parte del F., di temi già visitati dal maestro veneto.
Nel 1854 partecipò all'Esposizione di Brera con Cristoforo Colombo arrestato e condotto in Spagna (Milano, Galleria d'arte moderna, bozzetto a olio su cartone) e nel 1859, in occasione della grande edizione della rassegna braidense, la prima organizzata dopo l'ingresso dei liberatori Vittorio Emanuele II e Napoleone III, il F. partecipò con sei dipinti, tra i quali Goldoni mentre dava lezioni di lingua italiana alla figlia di Luigi XV e Giulio II irrompe in rimproveri contro un vescovo. Il tema patriottico fu rivisitato nel Buon parroco di campagna, presentato a Brera nel 1860, nella cui composizione vennero inseriti "i ritratti di quei due cari e venerati liberatori d'Italia che pendono, come a difesa, dai due lati di una carta geografica della penisola" (Album dell'Esposizione…, 1860, p. 46).
La documentazione riguardante la produzione del F. negli anni a seguire è scarsa; risulta che nel 1867 eseguì un Autoritratto, oggi presso le collezioni dell'Accademia di Brera, e che dipinse, nello stesso anno, un non meglio identificato affresco dal titolo La Storia. Nel 1871 realizzò un grande Ritratto del dott. G. Clerici (Milano, Ospedale Maggiore) e l'anno seguente, a Brera, espose il dipinto Vittor Pisani incarcerato. Nel 1881 partecipò con un Ritratto di donna all'Esposizione nazionale di Milano.
Il F. morì a Milano il 25 genn. 1886 nella sua casa di via Carlo Alberto (oggi via Mengoni); è sepolto nel cimitero Monumentale di Milano, accanto alla moglie Pierina Soresi.
Fonti e Bibl.: F. Ambrosoli, Necr., in Giorn. dell'Imp. Istituto… e Biblioteca italiana, II (1842), pp. 136 ss. (per Ignazio); Milano, Archivio storico dell'Accademia di Brera, Scuola di nudo, anni 1834-51: Atti 1834, p. 41; Atti 1835, p. 46; Atti 1836, p. 44; Ibid., Archivio storico del Comune, Stato civile, Atti nascita, Registro n. 54, 1812; Registro decessi, vol. 1, 1886; Atti dell'Accademia di belle arti (Milano), 1837, p. 29; 1838, p. 67; G. Elena, Guida critica all'Esposizione di belle arti, Milano 1842, p. 116; Esposizione di opere nelle gallerie dell'Accademia…, Milano 1843, p. 18; G. Elena, Guida criticaall'Esposizione di belle arti, Milano 1844, p. 18; Esposizione di opere…, Milano 1846, p. 24; 1847, p. 18; 1850, pp. 24 ss.; 1851, p. 22; Album dell'Esposizione di belle arti, Milano 1852, pp. 57 s., 161; 1853, p. 131; 1856, pp. 99, 101 s.; Esposizione di opere…, Milano 1859, p. 27; C. von Wurzbach, Biogr. Lexikon…, V, Wien 1859, pp. 34 s.; Album dell'Esposizione di belle arti, Milano 1860, pp. 37 ss.; A. Caimi, Delle arti del disegno…, Milano 1862, pp. 54, 71; Esposizione di opere…, Milano 1863, p. 30; 1867, p. 49; 1871, p. 57; Seconda Esposizione nazionale di belle arti, Milano 1872, pp. 28, 71; Guida all'Esposizione nazionale di belle arti, Milano 1881, p. 40; L. Malvezzi, Glorie dell'arte Lombarda, Milano 1882, p. 285; Annali della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, VI (1885), pp. 276, 280 (per Ignazio); L. Caramel - C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Opere dell'800, Milano 1975, p. 321; Ospedale Maggiore.Ritratti antichi, Milano 1986, pp. 88, 261; Pinacoteca di Brera. Dipinti dell'800, I, Milano 1993, p. 279; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 584 (per Ignazio); A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori…, II, Milano 1971, p. 1312 (anche per Ignazio).