FACCONI, Michelangelo Abdon
Nacque a Novara il 9 sett. 1867 da Pietro, originario di Pianello Val Tidone (Piacenza), e da Angela Tronchi, di Parma. Il padre, già quarantottenne, lavorava a quel tempo come "segretario alla Regia Cappella" (notizia avuta dai servizi anagrafici del Comune di Novara). Negli anni Settanta la famiglia si trasferì a Genova, dove il F. condusse studi regolari e dove conseguì nel 1884 il diploma di perito commerciale e ragioniere presso il r. istituto tecnico e nautico "Vittorio Emanuele II" (Milano, Archivio storico Banca commerciale italiana [AS BCI], Carte private F. [PF], cartella [c.] unica, fasc. 1).
Nel 1880-1884, quando lo frequentò il F., l'istituto - che ben preparava anche alla professione bancaria - aveva ancora come preside G. Boccardo, noto economista e senatore (R. Faucci, La scienza economica in Italia. 1850-1943, Napoli 1981, pp. 50 ss.). Assai versato in materia bancaria, il Boccardo fu membro negli anni Novanta del Consiglio di amministrazione [CdA] della Banca generale, nella cui sede di Genova già allora si distinguevano O. Joel e il giovane G. Toeplitz. Nel 1886 anche il F. già prestava servizio presso quella sede, e non molti anni dopo le mansioni attribuitegli venivano così descritte da Joel ad A. Allievi, presidente della Banca: "Facconi sta ora a capo della Prima Nota e del Riscontro, e funziona inoltre come Segretario del Comitato; ... lo contiamo in prima linea fra i migliori del nostro personale" (AS BCI, Carte private di O. Joel [PJ], c. 1: copialettere Banca generale, vol. 1° f. 294, 12 marzo 1892). Nel marzo 1893 il F., proprio come il suo collega a Genova G. Toeplitz, fu in effetti premiato con la nomina a procuratore. Nel 1894 l'ultima fase della crisi bancaria, che da tempo affliggeva l'Italia, colpì irrimediabilmente anche la Società generale di credito mobiliare e la Banca generale; gli azionisti di questa, riunitisi in assemblea il 15 dic. 1894, deliberarono lo scioglimento e l'avvio della procedura di liquidazione. In quel frangente, e relativamente alla sede di Genova, il F. ebbe col gennaio 1895 "mandato di procura per la gestione di ordinaria amministrazione" (AS BCI, PF, fasc. 3). Ciononostante, conscio com'era della gravità della situazione, non tardò a dimettersi (28 genn. 1895) e già il 5 marzo entrava a far parte del personale della Banca commerciale italiana [BCI], che lo assumeva in previsione dell'apertura della sua sede di Genova (avvenuta, infatti, l'8 apr. 1895).
La carriera del F. fu rapida: il 30 marzo 1895 fu nominato procuratore, nel 1897 vicedirettore, nel 1898 condirettore e nel 1908 direttore di quella stessa sede (AS BCI, PF, fasc. 4). Nel 1903 aveva sposato a Brescia Annunziata Ragnoli, dalla quale nacquero Piero e Carlo, ambedue poi affermatisi come ingegneri.
Fra i documenti giuntici sono pochi quelli atti ad informarci sulle caratteristiche del lavoro direttivo del F. a Genova. Perciò acquistano interesse, benché riferite soltanto agli ultimi anni trascorsi a Genova, le notizie contenute nel breve articolo Una dimostrazione al comm. F. pel suo trasferimento a Milano (Il Cittadino, Genova, 14 ott. 1921; ritaglio in AS BCI, PF, fasc. 2). Vi si legge fra l'altro: "Facconi ha, rimpetto alla BCI e alla Nazione tutta, il merito grandissimo di aver dato tutta la sua competenza pratica nell'interpretazione di tutta la faragginosa legislazione straordinaria e in occasione delle varie emissioni dei prestiti nazionali per la guerra, al fine di dare a questi la maggiore pubblicità e di invogliare ed indurre ogni italiano a compiere nel miglior modo possibile il proprio dovere verso il Paese". Se da un lato l'attività del F. nella sede genovese della BCI consistette nel prendere in considerazione le richieste di finanziamento del locale tessuto produttivo (industriale, cantieristico e portuale), dall'altre, essa si esplicò in relazione all'esistenza a Genova di una Borsa valori a quell'epoca ancora importante. Grazie all'attenzione che dovette dedicarle professionalmente, il F. acquisì la notevole conoscenza in fatto di titoli e contrattazioni di borsa che gli sarà così preziosa nell'adempimento degli incarichi affidatigli anni dopo presso la direzione centrale della BCL Nella seconda metà degli anni Venti tale sicura competenza permetterà infatti al F. di occuparsi utilmente dei "prestiti americani", i cospicui prestiti obbligazionari concessi in quel periodo da importanti banche statunitensi al governo italiano e a rilevanti enti pubblici e società industriali del nostro paese.
Come direttore della sede genovese della BCI, e in relazione al ruolo da questa svolto nel finanziamento delle iniziative imprenditoriali, il F. si trovò spesso a fare da intermediario tra Joel e significativi personaggi dell'ambiente economico ligure, tra i quali l'industriale A. Odero e l'influente avvocato V. Rolandi Ricci. Oltre alle ordinarie incombenze di direttore. il F. continuò a svolgere un ruolo di intermediazione a Genova anche quando, con il 1915, G. Toeplitz subentrò a Joel nelle funzioni, e poi anche nella carica (1917), di amministratore delegato della BCI. Assistette così in prima linea - nel febbraio 1919 era stato nominato condirettore centrale - anche al duro ed insanabile contrasto, culminato nel 1920, tra il vertice della BCI e i fratelli Perrone, proprietari dell'Ansaldo e della Banca italiana di sconto.
I riconosciuti meriti del F. lo condussero a dover lasciare l'amata Genova per assumere a Milano, presso la direzione centrale, incarichi dirigenziali di rilevanza ancora maggiore. Ciò avvenne nell'ottobre del 1921, quando gli giunse la promozione a direttore centrale (AS BCI, PF, fasc. 4).
Anche a Milano il F., tra gli anni Venti e Trenta, si occupò, fra l'altro, di emissioni e collocamenti di prestiti obbligazionari pubblici e privati, nazionali ed esteri (Ibid., Ufficio finanziario [UF] cc. 19 s., con riferimento alle obbligazioni Stipel 6% 1929 e ai Buoni del tesoro ungherese). Già nella seconda metà degli anni Venti ebbe l'importante compito di sovrintendere alla segreteria finanziaria della BCI, che comportava il controllo delle partecipazioni. E per conto della BCI, in occasione dell'assemblea del 31 marzo 1930 degli azionisti della Società industriale cisalpina deliberante la trasformazione in Società finanziaria industriale italiana (Sofindit), il F. venne chiamato a presiedere la nuova società che gestirà, tra il 1931 e il 1934, le rilevanti partecipazioni industriali cedute dalla BCI facendo da tramite al loro passaggio all'Istituto per la ricostruzione industriale (Ibid., Sofindit [SOF], fondo il cui Inventario è stato pubblicato a Milano dalla BCI nel 1991, con un'illuminante introduzione). Il F. rimase presidente della Sofindit fino al 1931. Sino al 1934 si protrasse invece la sua presenza tra i consiglieri dell'Italian Superpower Corporation, importante holding elettrica costituita negli Stati Uniti con la partecipazione di primarie società italiane e statunitensi ed il patrocinio della BCI (Ibid. SOF, cc. 282, 284). Sempre negli anni Trenta il F. ricoprì altre cariche per conto della BCI: tra queste, la presidenza della Società commerciale giuliana e la partecipazione ai CdA della Società meridionale di elettricità (1930-1934) e della Società generale elettrica dell'Adamello (fino al 1933).
La grave situazione in cui si era intanto venuta a trovare la BCI - con la presa d'atto, nel 1932, del raggiungimento di una illiquidità e di un immobilizzo insostenibile - trovò il F. preposto alla direzione della tesoreria della Banca (oltre che del servizio Borsa e titoli e dei servizi finanziari), di conseguenza tra coloro che per primi furono consapevoli di quanto fosse indispensabile un intervento radicalmente risolutivo. Il risanamento consistette in una manovra di salvataggio attuata dallo Stato italiano e sfociata infine nella costituzione dell'Istituto per la ricostruzione industriale [IRI], dal quale si trovarono a dipendere la BCI, il Credito italiano, il Banco di Roma e una parte importante dell'industria nazionale. Nel marzo 1933 il forzato abbandono da parte di Toeplitz, come epilogo dei fatti accennati, della carica di amministratore delegato fu all'origine dell'ascesa del F. e di R. Mattioli, ovvero del più anziano e del più giovane tra i direttori centrali della BCI, a tale responsabilità. Ciò avvenne il 25 marzo 1933 sulla base di una delibera del CdA della BCI, allora presieduto da E. Conti (cfr. a tal proposito il libro Dal taccuino di un borghese, Milano 1986, p. 327), dopo che nello stesso giorno l'assemblea degli azionisti aveva approvato la cooptazione del F. e di Mattioli nel CdA stesso. Nel maggio 1933 il F. subentrò a Toeplitz anche nel comitato di presidenza della Confederazione nazionale fascista del credito e della assicurazione e, per conto di questa, nel Consiglio nazionale (AS BCI, Copialettere Facconi-Mattioli [CpF-M], f. 47). Mattioli ebbe incarichi di non minor rilievo nell'Associazione tecnica bancaria italiana.
Oltre a consolidare il nuovo corso della BCI come istituto di credito ordinario (non più, quindi, banca d'affari o banca mista), Mattioli e il F. dovettero risolvere in primo luogo la carenza di liquidità con la quale la BCI si trovava ancora a lottare, e il cui protrarsi era dovuto anche al travaglio economico e monetario che in quegli anni Trenta venne a caratterizzare in special modo la situazione italiana. Solo nel 1939, quando la BCI aveva ormai superato simili difficoltà, fu esaudito il desiderio del F. di vedere accolte le sue dimissioni, desiderio più volte espresso, sin dal giugno 1933, a E. Conti e al presidente dell'IRI A. Beneduce, giustificandolo con l'avanzata età già raggiunta (AS BCI, PF, fasc. 6). A prendere atto del congedo del F., cui subentrò nel gennaio 1940 il nuovo amministratore delegato A. D'Agostino, fu il CdA della BCI del 9 nov. 1939 (Ibid., Verbali del CdA [VCA], vol. 19, ff. 41-48).
Nella successiva assemblea generale degli azionisti del 18 marzo 1940 l'autorevole consulente legale della BCI, poi divenutone presidente, C. Giussani, tracciò un significativo profilo del F.: "... poche volte mi è occorso di imbattermi in uno spirito così fondamentalmente sano ed in una intelligenza così naturalmente equilibrata come la sua: e queste doti, messe al servigio di una esemplare conoscenza della tecnica dell'attività bancaria, governate da una disciplina di costante riflessione, vigilate da una meditata sobrietà di parola, facevano di lui il più sagace consigliere in ogni questione per quanto delicata e complessa. Il suo suggerimento, la sua critica, il vaglio del suo giudizio, inquadravano ogni questione nei suoi giusti termini e la illuminavano della sua vera luce..." (Ibid., PF., fasc. 6).
Libero da impegni professionali, il F. dedicò impegno e risorse personali all'effettuazione di migliorie nella sua azienda agricola di San Gervasio Bresciano. Negli anni peggiori del secondo conflitto mondiale si rifugiò a Lenno, sulle rive del lago di Como. A Liberazione avvenuta l'IRI lo incluse tra i candidati proposti per il nuovo CdA della BCI e anch'egli fu eletto per acclamazione dall'assemblea del 28 giugno 1945 (Ibid., Verbali delle Assemblee generali degli azionisti [VAG], vol. 5, f. 47). Lo stesso giorno fu acclamato presidente della BCI dal nuovo CdA, ma solo per pochi mesi le sue condizioni di salute gli permisero di esercitare il mandato. Il CdA del 6 dic. 1945 dovette prendere atto delle sue dimissioni e chiamò C. Giussani a succedergli (Ibid., VCA, vol. 21, ff. 241-45).
Il F. morì a Milano il 26 marzo 1950.
Fonti e Bibl.: Per la biografia del F., tutta consustanziata dalla sua attività bancaria a Genova e nella BCI, occorre soprattutto rifarsi ai documenti e ai riferimenti presenti in non pochi fondi dell'AS BCI, a Milano. Vi debbono essere consultati in primo luogo l'unica cartella del fondo Carte private Facconi [PF], di cui esiste un inventario analitico; i fondi Copialettere di Facconi [CpMF], Copialett. Facconi-Mattioli [CpF-M] e Sofindit [SOF], quest'ultimo alla luce di quanto pubblicato nel volume della "Collana inventari" dell'AS BCI, Società finanziaria industriale it., a cura di G. Montanari - F. Pino Pongolini - A. Forni, Milano 1991 (il F. cit. alle pp. XXII, 25 s., 43, 47, 60, 79 s., 110 s., 142, 149, 177, 186). Vanno però consultati anche i seguenti fondi, sempre partendo da ricerche ad vocem nei rispettivi indici dei nomi: Carte private diO. Joel [PJ], Segreteria generale [SG], Segreteria e copialett. di G. Toeplitz [ST, CpT], Ufficio finanziario [UF], Copialett. direzione centrale [CpD, CpDC], Carte di E. Conti [EC], Verbali del comitato della direzione centrale [VCDC], Verbali delle assemblee generali degli azionisti [VAG], Verbali del CdA [VCA], Copialett. della presidenza [CpP]. Per questi ultimi fondi cfr. il volume della "Collana inventari", Presidenza e Consiglio di amministrazione (1894-1934), a cura di R. Benedini - A. Gottarelli - F. Pino Pongolini, Milano 1990 (il F. cit. alle pp. 27, 37, 96). Nei fondi dell'AS BCI si consultino inoltre le carte concernenti le società che, oltre alla Sofindit, ebbero il F. nei loro CdA o nei loro collegi sindacali: Soc. an. Quartiere industriale Nord-Milano, Magazzini generali genovesi, Unione it. tramways elettrici, Soc. generale elettrica dell'Adamello, Soc. elettrica sarda, Soc. meridionale di elettricità, Officine meccaniche it., Soc. sarda ammoniaca e prodotti nitrici, Soc. commerciale giuliana, Bancomit Corp., Italian Superpower Corp. Oltre che nei 2 volumi di Inventari già segnalati e nell'opuscolo della BCI, Archivio storico, Milano 1988 (pp. 12, 27), il F. si trova citato nei seguenti testi: L. Toeplitz de Grand Ry, Ilbanchiere, Milano 1963, p. 196; A. Confalonieri, Banca e industria in Italia 1894-1906, I, Milano 1974, p. 386; G. Mori, Ilcapitalismo industriale in Italia, Roma 1977, pp. 253, 260; A. Confalonieri, Banca e industria in Italia dalla crisi del 1907 all'agosto 1914, I, Milano, 1982, p. 344; G. Rodano, Ilcredito all'economia. R. Mattioli alla BCI, Milano-Napoli 1983, pp. 69 s.; I protagonisti dell'intervento pubblico in Italia, a cura di A. Mortara, Milano 1984, pp. 560, 577; E. Conti, Dal taccuino di un borghese, Milano 1986, p. 327. Sono comunque da prendere in considerazione, per il quadro d'insieme, anche M. Da Pozzo -G. Felloni, La borsa valori di Genova nel secolo XIX, Torino 1964, passim, e G. Doria, Investimenti e sviluppo economico a Genova alla vigilia della prima guerra mondiale, II, (1883-1914), Milano 1973, passim.