MESSINA (XXIII, p. 1)
Il movimento commerciale del porto - escluso il periodo 1887-1889, in cui si sono raggiunte cifre fino a 938.000 tonnellate - si è mantenuto costante con massimi aggirantisi sulle 600.000 tonnellate negli anni 1908, 1913, 1927. È poi sceso a 380.000 tonn. per effetto della crisi ed è risalito a 500.000 tonn., con tendenza all'aumento, nel biennio 1936-37. L'esportazione si mantiene costante (circa 100.000 tonn.), ma superiore in valore all'importazione perché costituita da merci pregiate (soprattutto agrumi e derivati agrumarî). Al movimento normale va aggiunto quello esercitato dalle navi traghetto (i milione di tonn. di merci e 2.300.000 viaggiatori).
Il porto ha reso segnalati servizî durante la guerra mondiale e il conflitto etiopico, sia come porto militare (è sede del comando marittimo della Sicilia) sia come porto commerciale. Attualmente vi fanno capo importanti servizî con l'Africa Orientale. Per legge è riconosciuto a Messina il diritto a una zona franca.
Per lo sviluppo del traffico portuale e delle iniziative che vi sono connesse si sono progettate opere di sistemazione e di attrezzatura in corso di attuazione. Al presente il porto è provvisto di 50.000 mq. di piazzali e di circa 2500 m. di banchine, tre invasature per navi traghetto, un bacino di carenaggio di 107 m., un'attrezzatura meccanica. Ad opere ultimate si avranno 60.000 mq. di piazzali, 4000 m. di banchine, bacino, attrezzatura meccanica per lo scarico e carico di 6000 tonn. al giorno.
Il rifornimento idrico della città è garantito da un acquedotto che però nei mesi estivi fornisce solo acqua nella misura massima di 12.000 mc. giornalieri costringendo il comune a limitare il flusso agli utenti. Nel territorio esistono però numerosi pozzi alcuni dei quali forniti di impianto elettrico di sollevamento.
I servizî sanitarî sono disimpegnati soprattutto dai due grandi osoedali Piemonte e Regina Margherita (complessivi 550 letti) e dall'ospedale per le malattie infettive, ambulatorî, dispensarî, ecc.
Istituti di cultura (p. 3). - A Messina il Senato aprì, nel 1404, una scuola di greco, con l'approvazione di re Martino I e poi, nel 1421, con la conferma di re Alfonso d'Aragona. Primo insegnante fu l'abate Filippo Ruffo di Calabria, al quale successero Andronico Galisioto (1449) e quindi il celebre grecista Costantino Lascaris, che tenne la cattedra fino alla morte, avvenuta nel 1500.
Quando nel 1680 fu soppressa l'università, provvide agli studî universitarî il collegio dei gesuiti; quando questi, nel 1767, furono espulsi, sorse l'Accademia Carolina poi trasformata in università. Attualmente l'università comprende le facoltà di giurisprudenza, di magistero, di medicina e chirurgia, di scienze fisiche, matematiche e naturali, di farmacia e di medicina veterinaria. Durante l'anno accademico 1937-38 è stata frequentata da 2512 allievi.
Notevole per le pubblicazioni riguardanti la storia del Risorgimento in Messina è la biblioteca del circolo Gabinetto di lettura.
La Reale Accademia Peloritana, fu fondata nel 1728, sulla base della preesistente Accademia degli Accorti, che era sorta con scopi puramente letterarî, mentre alla nuova venivano aggiunti quelli scientifici. Per interessamento di L. A. Muratori lo stesso anno si aggregò a quella dei Dissonanti di Modena. Da ricordare la partecipazione dell'antica istituzione culturale alla vita cittadina e nazionale, sia per il contributo da essa apportato in ogni epoca allo sviluppo delle scienze, sia per l'importanza assunta nel quadro del progresso della cultura peloritana. Dal 1878 pubblica gli Atti. Possiede pregevoli raccolte di periodici italiani e stranieri e una biblioteca di circa 10.000 volumi.
Presso l'Accademia Peloritana hanno ospitalità le sezioni di Messina della R. Deputazione di storia patria per la Sicilia e del R. Istituto per la storia del Risorgimento italiano: nei suoi locali sarà ordinato il museo del Risorgimento italiano.
Vita teatrale. - Il primo spettacolo teatrale propriamente detto in Sicilia ebbe luogo in Messina l'ultima domenica di carnevale del 1576, nelle sale del palazzo di Paolo La Rocca per festeggiare il ritorno di coloro che la peste del 1575 aveva allontanato dalla città. Nel carnevale del 1710 il viceré Carlo Spinola, marchese de los Balbases faceva aprire in una grande sala d'armi un teatro che dal luogo dove sorse fu detto della "Munizione", ma fu subito confiscato durante la guerra civile e solo nel 1724 restituito dal generale tedesco vallis al pubblico esercizio. Nel 1751 fu restaurato ed ampliato per opera del viceré E. de Laviefuille e salì presto in alta fama. Abbandonato dopo il 1852, fu restaurato nel 1867 e inaugurato la sera del 15 giugno con la Maria di Rohan di Gaetano Donizetti, ma ricadde quasi subito ancora in disuso e solo nel 1897 veniva rimodernato e riaperto. Nella notte del 28 dicembre 1908 fu completamente distrutto.
Il Teatro di S. Elisabetta, attorno al 1850, cominciò a sorgere sull'area dove era la prigione della provincia. Il comune affidò all'architetto napoletano Pietro Valenti la direzione dei lavori, su progetto ispirato al S. Carlo di Napoli. Il teatro fu inaugurato il 12 gennaio 1852 con il Marin Faliero di Donizetti. Dopo quasi un decennio, nel luglio del 1860, il teatro iniziò la sua nuova vita, battezzato con il nome di Teatro Vittorio Emanuele II. Ebbe vita florida e famosa. Il terremoto del 28 dicembre 1908, apparentemente risparmiò questo teatro, il cui muro di chiusura del palcoscenico fu abbattuto per il crollo del retrostante palazzo Tuccari. L'edificio in effetto ebbe a soffrire serie lesioni e gravi danni. Nel 1916 si pose mano ai lavori di consolidamento e si prolungò il palcoscenico fino a Via Cavour, con l'annessione di una sala per concerti su progetto di Vincenzo Vinci. Questa sala fu inaugurata il 27 gennaio 1937.
Poco dopo il terremoto del 1908 alcuni volonterosi fecero sorgere sul Viale S. Martino un teatro cui diedero il nome di Mastroieni. Altro teatro della nuova Messina è il teatro Savoia, costruito su disegno di Vincenzo Salvadore e inaugurato nel febbraio del 1930; due anni dopo fu aperto il teatro "Peloro" ora "Impero".
La provincia (p. 7). - I due opposti versanti, che un tempo erano quasi isolati l'uno dall'altro, sono ora abbastanza organicamente collegati dalle strade di S. Rizzo, Novara, Capo d'Orlando, S. Fratello. In costruzione è la strada di Castroreale.
Nella provincia di Messina sono sorte in tempi recenti diverse iniziative per la creazione di importanti industrie. Nel territorio del comune di S. Lucia del Mela la Snia Viscosa ha fatto sorgere uno stabilimento per la macerazione e la cardatura della ginestra. Lo stabilimento ha prodotto la prima fibra nel 1937. È un esperimento che viene fatto per un'attività a larga base industriale, tenuto conto che nel territorio della provincia di Messina prospera in misura notevole la ginestra. Nello stesso anno 1937 è sorto a Spadafora un vasto stabilimento per la produzione degli olî di semi. Per la produzione della glicerina, è sorto uno stabilimento nel comune di Pace del Mela. È stata iniziata l'industria estrattiva del caolino nel territorio di Castroreale. Nel comune di Montagnareale si va largamente sfruttando una miniera di antimonio: il materiale viene lavorato a Palermo e la produzione è in continuo aumento. Nei comuni di Alì, Fiumedinisi, Antillo, Mandanici, S. Lucia del Mela, Castroreale, Novara di Sicilia esistono vasti giacimenti di minerali varî: ferro, antimonio, rame, piombo, schisti bituminosi, ligniti. Sui monti di Fiumedinisi e di S. Lucia sono sorti impianti di energia elettrica per creare le industrie adatte a produrre il ferro.
Bibl.: L. Perroni Grande, La scuola di greco a Messina prima di Costantino Lascaris, Palermo 1911: id., Nuovo contributo alla biografia di Costantino Lascaris, Messina 1932; id., F. Maurolico professore dell'Università messinese, ivi 1900; D. Puzzolo Sigillo, Contributo documentale alla storia dell'Ateneo messinese, ivi 1923; M. Catalano Tirrito, L'istruzione pubblica in Sicilia nel Rinascimento, Catania 1911; G. Oliva, Memorie storiche e letterarie della Reale Accademia Peloritana di Messina, Messina 1917; C. Giardina, Capitoli e Privilegi di Messina, Palermo 1937; L. Perroni Grande, Bibliografia messinese, Messina 1902-1927, 10 puntate; id., Tipografi e librai messinesi nel primo ventennio del sec. XVI, ivi 1908; P. Greco, Contributo di Messina e dintorni all'autarchia economica nazionale, ivi 1936; L. Perroni Grande, Poesie ispirate dal terremoto del 1908. Saggiuolo bibliografico, Reggio di Calabria 1933.