MESOPOTAMIA (XXII, p. 937 e v. assiriologia, V, p. 36)
Nella ripresa dopo la prima guerra mondiale, nel ventennio 1919-1939 e specie nel secondo decennio, si assiste a una serie di scavi rivelatori della preistoria e protostoria babilonese, mentre nel venticinquennio 1930-1955 altri scavi nel nord della M. vengono a completare i risultati dei primi. Seguendo un ordine geografico-storico, possiamo vedere prima gli scavi della Babilonia meridionale, poi quelli del centro, per passare in ultimo al triangolo assiro, nei suoi due lati orientale (alto Tigri) e occidentale (alto Eufrate e Siria settentrionale).
Nella Babilonia del sud, el-Obeid (al‛Ubaid), 6 km a O di Ūr, fu oggetto di assaggi da parte di R. H. Hall nel 1919 e poi di scavi condotti nel 1923-1924 da L. Woolley a capo della Joint Expedition del British Museum e dell'università di Pennsylvania. Finalmente, nel 1937, P. Delougaz dell'Oriental Institute-di Chicago, con appena sette operai specializzati, in quattro giorni mise in evidenza la struttura "ovale" della terrazza del tempio, analoga a quella trovata prima a Khafāgiah. Il tempio, dedicato a Ninkhursag, caratteristico per la costruzione su terrazza, per i rilievi in pietra e per le sculture in bronzo e pietra di animali, dalle tavole di fondazione risultò costruito da Aannipadda, figlio di Mesannipadda, fondatore della I dinastia di Ūr; due nomi noti fino allora solo dalle liste reali. L'importanza di el-Obeid sta principalmente nell'avere rivelato una nuova fase di civiltà, più antica di quelle conosciute fino allora e che si poté poi constatare diffusa in tutta la M. nord-occidentale e, verso oriente, a Susa, Mussian, ecc. Altra città importante è Ūr (el-Muqayyar), nota dalla Bibbia come patria di Abramo. Era stata visitata a più riprese da viaggiatori (inglesi soprattutto) e già identificata. Dopo sondaggi di Hall (1919), Woolley vi fece scavi regolari per conto della Joint Expedition in dodici campagne (1922-34). I risultati sono di portata archeologica e storica veramente eccezionale. Si scoperse: la cinta di mura, costruita da Ūr-Nammu, fondatore della III dinastia di Ūr (ca. 2050), distrutta poi e ricostruita a più riprese fino ai tempi neobabilonesi; il gran complesso della zona sacra nel suo tracciato più antico di Ūr-Nammu e Shulgi e nel tracciato molto più ampio del periodo neobabilonese, comprendente la ziqqurat, che ancor oggi è la meglio conservata e la più importante della Babilonia, iniziata durante la I dinastia di Ūr; ai piedi della ziqqurat il tempio a Nanna (Sin) e la corte di Nanna, chiusa da doppio muro a casematte; il tempio di Ningal (Giparku), grande costruzione quadrata, chiusa da uno spesso muro e divisa quasi a metà da un corridoio, con complessi di cortili e ambienti sacri; inoltre l'Enunmakh e l'Ekhursag (probabile palazzo di Shulgi). Fuori della cinta di Ūr III si scoprirono l'ipogeo di Shulgi e Amar-Su'en (Bur-Sin), e finalmente le 16 "tombe reali", che manifestarono una ricchezza e un'arte consumata nel vasellame d'oro e d'argento, nello "stendardo" con scene di guerra e pace, nel capro in oro e lapislazzuli con incrostazioni di madreperla, nell'elmo d'oro di Meskalamdug, nelle arpe con incrostazioni di lapislazzuli e madreperla, nelle vesti, ornamenti e monili femminili. Notevole è la tecnica di costruzione delle tombe, in pietra e mattoni a volta. Infine ciò che più colpì fu il seppellimento nelle rampe d'accesso e nelle adiacenze delle tombe principali del numeroso personale del defunto (da tre a 74 persone), in atteggiamenti e circostanze che fecero subito escludere che si trattasse di morte violenta. Le interpretazioni date furono varie, ma la concezione che sta alla base, certo di natura religiosa, ha degli analoghi a Kish (cimitero Y), a Mari (tre tombe particolari), e degli addentellati in Egitto (tombe di Abydos) e nell'etnologia. Oltre a questi ritrovamenti emersero dagli scavi tombe private di varie epoche: el-Obeid, Gemdet Nasr e periodo presargonico. Nella vicina Warkā, l'antica Uruk, l'Erech della Bibbia, gli scavi, interrotti dalla prima guerra mondiale, furono ripresi dai Tedeschi nel 1928 sotto la direzione di J. Jordan. Nel decennio 1928-1939 si fecero undici campagne con una tecnica portata alla perfezione. I risultati furono quanto mai redditizî, perché in una trincea di profondità si riuscì a mettere in luce una serie ininterrotta di strati dalla preistoria alla protostoria alla storia in piena civiltà sumerica. Una doppia cinta di mura con un perimetro di km 9,700, del periodo protodinastico (ca. 2600). Entro le mura erano tre complessi principali: 1) la zona del tempio Eanna, dedicato dapprima a An e poi a Inanna (Ishtar), cui posero mano re di tutti i periodi, da Ūr III fino ai Neobabilonesi (Nabucodonosor) e ai Persiani (Ciro II); notevole in particolare la ziqqurat (Egiparimin), con una terrazza che subì molte trasformazioni nei secoli; 2) la zona di Anu-Antu, con 22 cappelle e il tempio principale dei periodi posteriori, la cui ultima forma risale al tempo dei Seleucidi; la terrazza di Anu, di cui si distinsero varî strati, con, in B, il cosiddetto "tempio bianco", risale al periodo tra Gemdet Naṣr e Mesilim (ca. 2600); 3) l'Irigal, con 4 cappelle racchiuse in grande quadrato con doppia cinta di mura. Soprattutto la zona di Eanna fu ricca di bottino archeologico: deposito di fondazione di Ūr-Nammu e Shulgi, testa virile, monili di due sacerdotesse, la famosa testa muliebre di squisita fattura, ecc. Degli scavi in profondità, di ben diciotto strati complessivi, i più importanti furono gli strati V e IV, con quattro suddivisioni, che fecero conoscere templi varî di proporzioni grandiose (tempio C, m 54 × 22) e di tecnica progredita (simmetria di parti, armonica distribuzione degli ambienti, disegno elegante), nonché il portico a colonne con rivestimento in mosaico; inoltre in questo periodo si ha l'invenzione della scrittura. Il periodo corrispondente agli strati IV e V (ca. 3000-2800) è considerato come l'inizio, in uno sbocciare rapido e grandioso, della civiltà decisamente sumerica. Negli strati più antichi, XIV-VI, si poté constatare la presenza d'una ceramica particolare, distinta da quella del periodo di el-Obeid, che servì a fissare una nuova fase nello sviluppo della civiltà in Mesopotamia. A Gemdet Naṣr, situata a poca distanza da Kish (per la quale v. oltre, e vol. XX, p. 214). eseguirono scavi successivamente S. H. Langdon (1925-26) e M. Watelin (1928); nel corso di queste fortunate campagne furono riportate alla luce numerose costruzioni e installazioni risalenti a varie epoche, dalla preistoria fino ai tempi neobabilonesi. Mediante il materiale da costruzioni (mattoni particolari a sezione quadrata, detti Riemchen dai Tedeschi), le tavolette con segni pittografici, in via di evoluzione, la ceramica di forma e decorazione nuova, monocroma o policroma, con motivi geometrici e lineari, ovvero tratti dal mondo vegetale e animale, i sigilli cilindri goffi e corti, si riuscì a delimitare la fase di Gemdet Naṣr e inserirla prima di Kish A (= protodinastico), aumentando di un anello la catena cronologica. Kish (el-Oḥeimir), costituita da una serie di tell in direzione ovest-est, fu scavata da S. H. Langdon in dieci campagne (1923-33). Elementi principali risultarono: una costruzione sulla collina el-Oḥeimir, probabilmente presargonica; la ziqqurat e il tempio a Zababa, restaurato poi sotto Ḫammurabi e in periodo neobabilonese; un palazzo sumerico in tre corpi sul tell A; un cimitero sopra questo palazzo, di cui si esaminarono 154 tombe, con corredo funerario di ceramica, armi, utensili; qualche tavola pittografica, che è tra gli esemplari più antichi; dei cilindri del tipo Fara con combattimenti di animali, figura di Gilgamesh; l'Ingharra, tempio doppio (Ekhursagkalamma). Si praticarono anche scavi in profondità con strati dall'epoca della I dinastia di Babilonia indietro: presargonico, protodinastico, strato del diluvio (in questo strato sono tombe particolari, avvicinabili a quelle di Ūr. Tornando al sud, Eridu (Abū Shahrein), sulla riva destra dell'Eufrate, 15 km a SO di Ūr, secondo le liste reali e i testi mitologici era tra le più antiche città della Babilonia. Dopo scavi di sondaggio da parte di R. C. Thompson e di R. H. Hall (1918-1919), si dovette aspettare la ripresa dopo la seconda guerra mondiale per assistere a scavi regolari e continuati (dal 1946 in poi) ricchi di novità vistose. Di fianco e sotto la ziqqurat si delimitarono ben diciassette strati con sedici templi, uno sopra l'altro, effetto di ricostruzioni e rifacimenti in periodi successivi, dal periodo anteriore a el-Obeid fino al periodo di Uruk. Inoltre affiorarono: un edificio preistorico sotto una costruzione più tardiva; un palazzo (scavi del 1949); un cimitero fuori dell'area del muro di sostegno. La ceramica era di tre tipi, di cui uno più caratteristico, che ha servito a collocare Eridu a capo dello sviluppo della civiltà in Mesopotamia. La scala cronologica risultava così definita: Eridu, Obeid I e II, Uruk, Gemdet Naṣr, protodinastico I, II, III, sargonico, ecc.
Nella regione del medio Tigri, e precisamente nel triangolo formato dalla Diyāla alla confluenza con il Tigri, gli Americani fecero scavi di molto rilievo a Tell Asmar, Khafāgiah, Ishchālī e Agrab. A Tell Asmar si fecero sei campagne (1930-36). La città si rivelò per l'antica Eshnunna, nota dalle iscrizioni e di cui si era alla ricerca. In un primo complesso si scavò un palazzo fiancheggiato da due santuarî (il principale di otto strati risalente a Bilalama, autore di un codice di leggi, trovato a Tell Harmal). In un edificio isolato a nord si riesumò una costruzione accadica e un tempio che subì varie trasformazioni. Importante un gruppo di dodici statue, di tipo scultorio locale. Nella vicina Khafāgiah si fecero scavi su tre tell: il tell A conteneva tre santuarî di cui uno su piattaforma ovale (cfr. el-Obeid) del periodo protodinastico, il santuario di Sin dell'epoca di Gemdet Naṣr, che fornì una ricca messe di vasi di pietra a rilievi, piastre votive, cilindri, testa di toro, ecc. e il santuario di Nintud. Caratteristica la ceramica "scarlet ware", fornita pure dai due tell vicini, Ishchālī e Agrab. A tell ‛Uqair (località situata a 50 km da Baghdād), nel corso di due campagne di scavi condotte tra il 1940 e il 1941, si scoperse, di notevole, un tempio costruito su terrazza a D, interessante soprattutto per gli affreschi di cui è ornato, che si può far risalire ai periodi di el-Obeid, Gemdet Naṣr, protodinastico.
Nel triangolo assiro sul lato del Tigri, a Tepe Yorgan, Nuzu (Nuzi), in campagne di scavi tra il 1925 e il 1931 vennero alla luce un tempio, ricostruito parecchie volte, un palazzo, ceramica, glittica, 4000 tavolette (tra cui una lettera di Shaushatar di Mitanni) con tre periodi principali: protostorico, Gasur (nome assunto dalla città), Nuzi (ultimo nome, ca. 1500-1400). Nella regione di Ninive e dintorni, Tell Billah (sondaggi 1927, scavi 1930) rivela sette strati, dall'epoca di Gemdet Naṣr fino al periodo persiano; caratteristica la ceramica. Tepe Gawra (scavi tra il 1931 e il 1934, e in seguito) si dimostra di importanza eccezionale per la serie ininterrotta di strati che risalgono fino al periodo neolitico, senza paralleli nel nord, e che permisero di stabilire utili sincronismi con il sud. Importante la serie dei templi con sviluppo rettilineo (eccetto i tre dello strato XIII); inoltre gli esempî di tholoi (già riscontrati ad Arpachiyah). Arpachiyah (a sei km da Ninive), in scavi del 1933, fornì la ceramica dipinta caratteristica in tre stadî distinti (a disegno naturalistico, stilizzato, astratto), che suscita problemi di contatti con l'Iran e l'Hindu. A Kakzu (regione di Kirkūk) si ebbero scavi italiani, diretti da G. Furlani, che misero in luce strati recenti (parti) e assiri. A Ninive, nella ripresa degli scavi, gli Inglesi fecero quattro campagne (1927-1932). Oltre alle costruzioni di periodo assiro (tempio di Nabū al centro e vicino palazzo; tempio di Ishtar, che fornì la famosa testa di bronzo; palazzo di Sennacherib), gli scavi fornirono cinque strati di epoca protostorica e preistorica. Khorsābād, già scavata da P. E. Botta, fu di nuovo fatta oggetto di scavi (1928-1929; 1930-1935) da parte di una spedizione americana, che poté correggere inesattezze ed errori degli scavi anteriori e scoprire inoltre altri palazzi e santuarî. Molto importante la lista completa di 107 re assiri, da Irishum (2039) a Assurnirāri V (753-746).
Se non geograficamente, per intima connessione culturale si possono unire assieme tre località: Tell Ḥalaf, sul Khābūr, Tell Ḥassūna, sull'alto Tigri, e Samarra, poco più a sud. A Tell Ḥalaf, interrotti gli scavi nel 1913, il barone von Oppenheim li riprese nel 1929. I resti di costruzioni vistose, "tempio-palazzo", con genî e sfingi alati, ortostati, dapprima di data discussa, sono ora attribuiti al sec. 12°, con continuità di occupazione nel periodo assiro. Gli strati inferiori fornirono una ceramica dipinta di notevolissima tecnica e arte, con ornamentazione geometriea di animali e esseri umani quanto mai caratteristica, che si mette in relazione con l'analoga ceramica trovata a Hassūna (scavi 1943 segg.), insieme con ceramica neolitica e di Samarra. Ḥassūna presenta 7 strati di cultura anteriore a Tel Ḥalaf, in cui si hanno tre stadî di occupazione all'aperto, poi le prime abitazioni in canniccio e fango, e finalmente il primo villaggio. Samarra (scavi 1912-1914) presenta una ceramica che richiama quella di Tell Ḥalaf per la tecnica e per l'ornamentazione.
Importante per la conoscenza della preistoria (dal Paleolitico al Neolitico) dell'Assiria settentrionale è una serie di scavi eseguiti nella regione di Kirkūk in caverne e sedi all'aperto: Barda Balka (45 km a est di Kirkūk), Paleolitico dell'interglaciale Riss-Würm; Palegawra (caverna 65 km a est di Kirkūk), stazione di cacciatori; Karīm Shāhir (a 2 km da Giarmō), microliti, molte ossa di animali, due figure in argilla, primi tentativi di agricoltura; Giarmō (Jarmo), 55 km a est di Kirkūk, che presenta quindici strati in sette metri di spessore, sede di villaggio primitivo con microliti, ma ancora assenza di ceramica.
(Per altri scavi nella regione del Khābūr e del Balīkh, v. siria, App., II, 11, p. 836). Vedi tav. f. t.
Bibl.: A. Parrot, Archéologie mésopotamienne, I, Parigi 1946; II, Parigi 1953; S. Lloyd, Foundations in the dust, Oxford, 2ª ed. 1949; S. A. Pallis, Handbook of Assyriology (The Antiquity of Iraq), Copenaghen 1956; id., Asia Anteriore Antica, in Enciclopedia Universale dell'Arte, I, Firenze 1958, pp. 819-847; M. E. L. Malloawn, Twenty-five years of Mesopotamian discovery, Londra 1956; A. J. Tobler, Excavations at Tepe Gawra carried out by the Joint Expedition of the Bagdad School and University of Pennsylvania, II, 1950 (cfr. A. Speiser, I, 1935); Sumer, dal 1947 in poi, per gli scavi di Eridu; id. dal 1948, per gli scavi di Nippur. Gli scavi tedeschi in Warkā sono regolarmente annunciati in Uruk vorläufige Berichte. Inoltre, le riviste Sumer e Orientalia dànno informazioni aggiornate sulle campagne di scavi, e la bibliografia relativa. Solo bibliografia si ha in Bibliographie analytique de l'Assyriologie et de l'Archéologie du Proche-Orient, Leida, vol. I, nn. 473-580 per l'Iraq.