lavoro, mercato del
Insieme dei meccanismi che regolano il processo di incontro tra imprese che domandano lavoro (➔ lavoro, domanda di) e lavoratori che lo offrono (➔ lavoro, offerta di), determinando i livelli salariali e occupazionali. Nella teoria microeconomica tradizionale, i servizi lavorativi rappresentano una merce, che può essere scambiata come le altre con una data quantità di moneta. Quindi il mercato del l. è uguale a quello in cui si scambiano altri beni e servizi, nel quale i venditori (i lavoratori) e gli acquirenti (le imprese) si incontrano per scambiare un prodotto (il lavoro).
Il l. è differente, per molti aspetti, da tutte le altre merci e dagli altri fattori produttivi, perché il rapporto di impiego coinvolge in modo profondo l’individuo. La natura personale della prestazione lavorativa spiega perché la libertà di contrattazione (➔) delle parti sia limitata, in vario modo, da organizzazioni o da leggi, a tutela dei diritti della persona. In primo luogo, generalmente, i lavoratori non prestano la loro attività a giornata, ma con contratti a lungo termine e ciò rende differente il mercato rispetto a quelli con contrattazione competitiva a pronti. Tali contratti dovrebbero stabilire le combinazioni di salario e occupazione per ciascuno stato della natura, per es. per le diverse situazioni di recessione ed espansione. Tuttavia, per entrambe le parti la stipula comporta elementi di incertezza, che possono essere eliminati solo parzialmente dopo il perfezionamento del contratto stesso. L’avversione al rischio dei lavoratori implica che in alcuni casi vengano adottati contratti impliciti (➔ contratti impliciti, teoria dei).
La produttività dipende anche dalla modalità con cui il rapporto di l. è strutturato, e in particolare dalla formula retributiva (➔ retribuzione p). I processi tecnologici e organizzativi non sono infatti così deterministici da togliere ogni autonomia al lavoratore. Uno degli aspetti della complessità della gestione delle risorse umane deriva dal fatto che l’informazione è imperfetta, per cui sia alcune caratteristiche intrinseche dei lavoratori (abilità) sia le loro attività non sono direttamente osservabili, né verificabili. Il mercato, quindi, spesso non opera secondo le leggi concorrenziali della domanda e dell’offerta, e sono le imperfezioni informative, il potere di mercato, le rigidità e le istituzioni a giocare un ruolo rilevante, spesso a impedire che la domanda eguagli l’offerta di l., creando disoccupazione. Per es., i lavoratori sono spesso rappresentati dal sindacato (➔ p) che aumenta il potere contrattuale degli insider (➔ insider-outsider). Molti scambi tra loro e le imprese non avvengono direttamente sul mercato, ma sono mediati all’interno delle imprese, cioè hanno luogo nel cosiddetto mercato interno. Questo definisce le procedure utilizzate nell’azienda per muovere gli occupati da un posto a un altro e per stabilirne i percorsi di carriera. Le società possono acquistare le risorse umane di cui hanno bisogno ricorrendo al mercato esterno, eventualmente offrendo un salario più alto rispetto a quello dei concorrenti, oppure al mercato interno, coltivando la professionalità dei propri dipendenti, investendo nella loro formazione, e garantendosi, in questo modo, la disponibilità delle risorse umane di cui prevedono di avere bisogno.