MENTONE (A. T., 35-36)
Città della Francia sud-orientale, nel dipartimento delle Alpi Marittime, con 23.417 ab. (1931). Sorge in fondo a un tranquillo golfo, tra la Mortula e Capo Martin, tagliato in due da un promontorio: per la sua magnifica posizione è ma delle più importanti stazioni climatiche della Costa Azzurra. La mitezza del clima è dovuta alla posizione in riva al mare, e all'essere ben riparata dai venti freddi di NO. La città si stende ad anfiteatro sul promontorio roccioso, e consta della parte vecchia, in alto, con strade alquanto strette e irregolari e alte case a loggia, tipicamente italiane; e della parte nuova, in basso, ricca di ville, alberghi, e casini, con bellissime ed eleganti passeggiate, quali la famosa Promenade du Midi. Importanti, lungo la costa, le coltivazioni d'agrumi (cedri, aranci, limoni), di altre piante da frutto e d'ulivi. La maggiore attività della città è però data dal soggiorno invernale di un rilevante numero di forestieri.
Mentone è stazione costiera della P. L. M. che unisce la Francia all'Italia ed è toccata da numerosi servizî turistici.
Fonte importante per l'archeologia preistorica sono il museo e le grotte di Baoussé Roussé, o Balzi Rossi. Resti d'un castello fortificato e della cinta attestano l'occupazione dei Saraceni, e, poi, le guerre tra guelfi e ghibellini. Le strade tortuose, scavalcate da archi, conservano nei quartieri antichi il medesimo aspetto medievale che si trova nella vecchia San Remo, a Villafranca, e in molti paesi liguri. La chiesa di S. Michele, del sec. XIV, ma rifatta nel 1619, tutta dorature all'interno, col campanile terminato da una piccola cupola, associa a resti medievali il barocco in uso tra Nizza e Genova. Vi è operosa l'industria italiana dell'intarsio in legno d'ulivo e di cedro. Le ville offrono tutte le reminiscenze di stili passati e tutte le novità suggerite dal luogo e dal clima.
Storia. - D'incerta origine, fu per qualche tempo rifugio di pirati barbareschi. Disputata tra i conti di Provenza e il comune genovese, e aspramente contesa a lungo tra guelfi e ghibellini, nel 1346 Carlo I Grimaldi, signore di Monaco, l'acquistò dai Vento, nobili genovesi che l'avevano più volte posseduta e perduta, e da allora sino al sec. XIX rimase unita a Monaco, ma in particolare condizione giuridica. Venuta infatti in possesso di rami diversi della famiglia Grimaldi, i duchi di Savoia, desiderosi di estendere da Nizza il dominio, con atti del 1448 e 1477 ne ottennero l'alta signoria feudale, cui i Grimaldi tentarono poi costantemente di sottrarsi, e ne derivarono secolari questioni. Occupata dalla Francia nel 1792, Mentone per il trattato di Vienna ritornò con Monaco ai Grimaldi, ma sotto il protettorato del re di Sardegna, che nel 1816 otteneva la riconferma degli antichi diritti feudali e regolava i rapporti col principato nel trattato di Stupinigri del 1817. I particolari rapporti di Mentone col Piemonte vi determinarono il formarsi d'un partito sardo separatista che, guidato da Carlo Trenta, provocò tra il 1847 e il '48 una serie d'agitazioni che condussero a un plebiscito per l'annessione. Impedita questa da opposizioni diplomatiche, ne derivò tuttavia l'erezione di Mentone e di Roccabruna, che ne aveva sempre seguito le vicende, in città libere con occupazione militare piemontese. Comprese nel trattato di cessione alla Francia, le due cittadine parteciparono al plebiscito con la contea di Nizza e con trattato del 2 febbraio 1861 il principe di Monaco, verso indennità di 4 milioni, cedctte alla Francia i suoi dìritti.
Bibl.: G. Saige et H. Labande, Documents historiques relatifs aux seigneuries de Menton, Roquebrune et La Turbie du XIe au XVIe siècle, Parigi 1909; G. Saige, Monaco, ses orig. et son hist., Parigi 1897; A. Rendu, Menton et Monaco, Mentone 1867; G. de Mortillet, d'Ault du Mesnil, Piette, Hervé, Sepultures des Baoussé-Roussé, in Bullet. de la Soc. d'anthropol., 1892; A. Issel, Liguria preist., in Atti della Soc. Lig. di st. pat., XL (1908), p. 205 segg.; Plan de Menton et ses env., Parigi s.a.