MENDOZA (A. T., 160-161)
Città dell'Argentina occidentale, capoluogo dell'omonima provincia (v. sotto), a circa 760 m. s. m. e sulla sinistra del Canal Zanjón, ai piedi di alcune collinette, ultime propaggini della Sierra de los Paramillos (Precordigliere). Come buona parte della regione del monte (v. argentina, IV, p. 189), ha clima arido, poiché le precipitazioni non vi raggiungono in media i 200 mm. annui (194; il 40% di essi cade in gennaio-marzo; massimo in febbraio, 32 mm.; minimo in luglio, 6 mm.); la temperatura media annua è di 15°,8, quella del gennaio (il mese più caldo); di 23°,6, e quella del giugno (il mese più freddo), di 7°,5.
Fondata nel luogo dov'è ora Villa Nueva de Guaymallén (sulla destra del Canal Zanjón), contava 8000 ab. nel 1870, 28.600 nel 1895, 76.800 nel 1930 (dei quali il 30% stranieri, Italiani e Francesi soprattutto). La sua pianta è molto regolare, con vie larghe diritte, parallele, spesso alberate (platani e palme), con ampie piazze e bei parchi. L'arteria principale è l'Avenida San Martín, lgrga 30 m. e lunga 7 km., diretta da N. a S., che divide la città vecchia dalla nuova. Per ragioni antisismiche (nel 1861 un terremoto distrusse la città, facendo perire due terzi dei suoi abitanti), gli edifici sono prevalentemente bassi (fanno eccezione quelli costruiti in cemento armato), e pochi sono quelli artisticamente notevoli.
Mendoza è il principale centro vinicolo dell'Argentina: i suoi dintorni, irrigati con le acque del Río Mendoza e del Río Tunuyán (bacino del Colorado), formano un'oasi di ben 150.000 ettari, coltivati soprattutto a vigneti e in minor misura ad alberi da frutto e ad erba medica. A Mendoza ha inizio il Ferrocarril Transandino, che va a Los Andes nel Chile e che collega la rete ferroviaria argentina con quella chilena, mettendo in comunicazione Buenos Aires con Valparaíso e Santiago. Una ferrovia collega poi Mendoza con San Juan; tronchi minori la congiungono con altri centri della provincia. Infine, a Mendoza, fanno scalo i varî servizî di navigazione aerea diretti da Santiago a Buenos Aires.
Storia. - Fu fondata da Pietro del Castillo il 2 marzo 1561, dopo che egli ebbe effettuato la conquista pacifica di Cuyo, per ordine del governatore del Chile García Hurtado de Mendoza, in memoria del quale le fu dato il nome. Al principio dell'anno seguente, nel 1562, arrivò nella provincia di Cuyo il capitano Jvan Jufré, incaricato dal governatore del Chile, Francisco de Villagra, di consolidare la fondazione fatta l'anno avanti. Non trovando il Jufré la città ben situata, la trasferì il 28 marzo 1562 a una breve distanza, cambiandone il nome di quello di Città della resurrezione, ma ciò nonostante si seguita a chiamarla col nome di prima. Mendoza fu la capitale della podesteria (corregimiento) di Cuyo fino a che non fu creato il viceregno di Rio de la Plata nel 1776, al quale essa fu aggregata con una carta di Carlo III del 1783.
Provincia di Mendoza. - Vasta quasi quanto la Cecoslovacchia (148.780 kmq.), la provincia di Mendoza si stende tra le Ande a ovest, che la dividono dal Chile, e il Río Desaguadero-Salado (affluente del Colorado) a est, che la separa dalla provincia di San Luis. A N. essa confina con la provincia di San Juan e a S. coi territorî del Neuquén (da cui la divide il Colorado) e della Pampa. Comprende il versante orientale della Cordigliera, nel tratto in cui questa raggiunge la sua maggiore altezza: l'Aconcagua, infatti. (7036 m. s. m.), s'innalza nel territorio della provincia. Sulla linea di confine, a sud dell'Aconcagua, s'innalzano il Tupungáto (6550 m.), il Marmolejo (6100 m.), il San José (5900 m.), il Maipú (5300 m.), il Peteroa (4090 m.) e il Campanario (4020 m.). I passi sono tutti sopra i 3500 m., meno il Paso de Las Damas (3083). Celebre è il Paso de la Cumbre (3800 m.), sotto il quale corre in galleria il Ferrocarril Transandino. La Cordigliera è fronteggiata da catene minori (Sierra del Payén, 3560 m., Sierra del Nevado, 4770 m., Cordigliera del Portillo, Sierra de Tunuyán, ecc.). Il resto è piano, arido, desolato e spopolato (d'estate, specialmente, vi spira dal nord un vento secchissimo e violento, chiamato zonda), fuorché nelle ricche oasi che l'uomo ha creato mediante l'irrigazione, utilizzando le acque dei fiumi che scendono dalle Cordigliere (Mendoza, Tunuyán, Diamante, Atuel) che confluiscono nel Desaguadero Salado; essi hanno una notevole portata, con piene estive che s'iniziano a dicembre e sono causate dalla fusione delle nevi sulla Cordigliera. La magra vegetazione del monte, formata da arbusti e alberi xerofitici, permette tuttavia l'allevamento del bestiame.
La popolazione della provincia è scarsa: una valutazione al 1932 la fa ammontare a 446.000 ab. (116.000 ab. nel 1895, 277.500 nel 1914). Numerosa la colonia italiana; nel distretto consolare di Mendoza, che comprende però anche le provincie di San Juan e di San Luis, nel 1927 vivevano 45.000 Italiani, cui sono da aggiungere 17.000 loro figli nati in Argentina e considerati argentini dalle leggi locali. La popolazione si addensa soprattutto intorno a Mendoza e a San Rafael, dove l'irrigazione ha creato due oasi ampie rispettivamente 150.000 e 95.000 ettari, con estesissimi vigneti che dànno annualmente circa 4 milioni di ettolitri di vino, inviati, in gran parte, a Buenos Aires e ai centri della Pampa. Importanti sono pure le colture delle piante da frutto (3 milioni di piante) e dell'erba medica. I vigneti si estesero rapidamente dopoché la ferrovia ebbe raggiunto Mendoza (1883). La proprietà è molto frazionata, mentre l'industria vinicola tende a concentrarsi nelle mani di pochi.
La provincia possiede miniere di carbone a Salagasta, 30 km. a nord di Mendoza.
Bibl.: Oltre ai recenti volumi di carattere generale di F. Kühn, Geografía de Argentina, Barcellona 1930, e Grundriss der Kulturgeographie von Argentinien, Amburgo 1934, ved.: F. A. Soldano, Los ríos argentinos. El río Mendoza, in Publ. de la Fac. de ciencias, La Plata, 1920, pp. 432-479; L. Hauman, La végétation des hautes Cordillères de Mendoza, in An. Soc. cient. argentina, Buenos Aires 1919. Vedi anche argentina.