MEGELLA (fr. Medjellé)
In turco Megellé-i aḥkiām-i ‛adliyé, in arabo Magiallat al-aḥkām al-‛adliyyah (libro delle norme giudiziarie), molto impropriamente chiamato di solito dagli Europei Code civil ottoman, codificazione del diritto musulmano di scuola hanafita per le parti che riguardano il diritto delle obbligazioni (con incidentali riferimenti anche ai diritti reali soprattutto nel libro X) e il diritto processuale. Fu fatto redigere in turco, in 16 libri, abbraccianti 1851 articoli, dal governo ottomano per venire in aiuto ai giudici improvvisati dei nuovi tribunali niẓāmiyyeh (ordinati collegialmente all'europea e senza riferimento a particolare confessione religiosa) e promulgato a varie riprese dal 1870 al 1876.
Ne fu fatta anche una traduzione ufficiale araba, che ha carattere più originale del testo turco, poiché in realtà restituisce alla loro forma genuina dei trattati classici arabi gli articoli che la commissione aveva estratti testualmente da essi, solo volgendoli in turco. La Megella fu commentata da parecchi autori; dei commenti turchi il più rinomato è quello di ‛Alī Ḥaidar, che ebbe tre edizioni, degli arabi quello del libanese Salīm Bāz (2ª ed. ritoccata, Beirut 1898). Una versione francese, dovuta a varî traduttori e non sempre esatta, fu pubblicata da D. Nicolaïdes (Costantinopoli 1881-1888, voll. 2) come supplemento alla Législation ottomane di Aristarchi Bey; essa fu ristampata in G. Young, Corps de droit ottoman (VI, Oxford 1906, pp. 169-446).
La repubblica turca, con le leggi di laicizzamento del marzo 1924, implicitamente preparava la caduta della Megella. Il 17 febbraio 1926 la grande assemblea nazionale approvava il nuovo codice civile (traduzione quasi per intero del rispettivo codice svizzero), che fu pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 4 aprile 1926, per entrare in vigore sei mesi dopo la pubblicazione. Perciò la Megella vige solo nei paesi arabi distaccati dall'impero ottomano dopo la guerra mondiale: Siria, Libano (e altri territorî sotto mandato francese), Transgiordania, ‛Irāq e al-Ḥigiāz.