ORSINI, Matteo Rosso
Cardinale, nato a Roma intorno al 1230 da Gentile Orsini, morto a Perugia il 4 settembre 1305. Nipote di Matteo Rosso Orsini, il senatore di Roma che difese nel 1241 Gregorio IX contro Federico II, nipote del cardinale Giovan Gaetano Orsini, poi papa Niccolò III, fratello di Bertoldo primo conte pontificio della Romagna, già nell'ambiente familiare egli assorbì quegl'ideali di esaltazione della Chiesa e del papato, ai quali tenne fede in tutta la sua lunga carriera di uomo politico. Dopo avere studiato a Parigi e forse a Bologna, nel 1262 fu da Urbano IV creato cardinale diacono di S. Maria in Porticu, e nell'estate del 1264 inviato come legato e rettore del Patrimonio in Tuscia, sconvolto dalla ribellione di Pietro di Vico. Richiamato a Roma nel 1265 da Clemente IV, partecipò alle laboriose trattative tra la Chiesa e Carlo d'Angiò per l'organizzazione finanziaria dell'impresa di Sicilia e il 6 gennaio 1266 fu tra i cardinali che coronarono re Carlo. Contrario alla politica di supremazia spiegata dall'angioino nei riguardi della Chiesa dopo la battaglia di Benevento, appoggiò saldamente l'opera dello zio Giovan Gaetano nei conclavi che portarono all'elezione di Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI, finché la sua parte trionfò decisamente con l'elezione di Niccolò III. Sotto di esso raggiunse quell'autorità e quella potenza che lo fece capo indiscusso del Sacro Collegio, e creatore di papi, fino alla sua morte. Collaborò attivamente con Niccolò III alle trattative con Rodolfo d'Asburgo e Carlo d'Angiò, ma alla morte del ponfefice dovette subire la violenta reazione delle rivalità suscitate dalla potenza sua e dei suoi. Nel conclave del 1279, da cui uscì eletto Martino IV, opponendosi egli alle mene angioine, fu dagli Annibaldi, nemici degli Orsini, condotto via con la violenza e imprigionato (1281). Alla morte di Niccolò IV resistette di nuovo strenuamente alla prepotenza angioina e malvolentieri si piegò a dare il suo voto a Celestino V. Eletto a sua volta pontefice nel conclave di Napoli del 1294, rifiutò, e sostenne la candidatura di Benedetto Caetani che divenne pontefice col nome di Bonifacio VIII. Collaborò attivamente all'opera politica del grande papa e ne difese con tutte le forze la memoria e l'eredità spirituale. Riuscì a far trionfare il partito bonifaziano con l'elezione di Benedetto XI, ma sopraffatto, per i raggiri del congiunto Napoleme Orsini (v.), nel conclave di Perugia del 1305 che portò al pontificato Clemente V, morì di lì a poco, senza avere voluto sottoscrivere il decreto d'elezione del nuovo pontefice, e dopo avere predetto l'esilio d'Avignone. Scrittore di opere teologiche, decretalista insigne (a lui Guglielmo Durante dedicò il suo Repert. iuris canonici), di alta tempra morale, prudente e pieno d'equilibrio, inflessibile nel perseguire i suoi ideali, l'O. è tra le più insigni figure della Chiesa del sec. XIII.
Bibl.: R. Morghen, Il cardinal M. R. O. e la politica papale del sec. XIII, in Arch. R. Soc. rom. di storia pat., XLVI, Roma 1923.