matematica ed evoluzione biologica
matemàtica ed evoluzióne biològica. – Nel 21° sec. il dibattito sul rapporto fra matematica ed evoluzione biologica si è sviluppato intorno a posizioni radicali quali il riduzionismo di William S. Cooper e l’intuizionismo logico di Robert Hanna, superando le classica tesi, che da Gottlob Frege arrivava fino a Thomas Nagel, secondo la quale le verità logiche e matematiche riposerebbero su una base indipendente dall’evoluzione biologica. Secondo Cooper le leggi, le inferenze, della logica e della matematica, non hanno condizioni di validità universali, indipendenti dal tempo e dal luogo, ma sottostanno all’evoluzione biologica di cui sono corollari (The evolution of reason, 2001). In tale prospettiva si annulla la distinzione fra , poiché le prime diventano conseguenza di fenomeni evoluzionistici. A tale impostazione si oppone l’intuizionismo logico di Hanna, secondo il quale in ogni animale razionale esiste una facoltà cognitiva logica a priori i cui principi e concetti costituiscono una ‘protologica’ che sta alla base di ogni ragionamento deduttivo elaborato da diversi animali (Rationality and logic, 2006). Si individua così un nucleo ‘minimo’ che viene conservato in ogni sistema logico, classico o non classico. In tali dibattiti assumono grande rilievo gli studi condotti sul senso ‘innato’ del numero presente nei neonati o sulle capacità matematiche presenti in diverse specie animali, fenomeni che sono il prodotto dell’evoluzione biologica. In tale prospettiva si è proposta la distinzione fra matematica naturale, la cui lenta evoluzione dipende da quella biologica, e matematica artificiale o astratta, prodotto culturale che evolve assai più rapidamente. Ne segue il riproporsi, su uno sfondo di problemi rinnovato, della classica distinzione fra una logica naturale, che applica inferenze non deduttive, quali quelle non proposizionali e inconsapevoli della visione o della percezione, e logica artificiale, con il conseguente problema del loro rapporto. La logica artificiale non esclude infatti quella naturale e anzi si fonda su questa, comportando che si ricalibri nel senso della logica naturale il senso stesso della ragione intesa come capacità di raggiungere i mezzi adatti a uno scopo (C. Cellucci, Perché ancora la filosofia, 2008). In matematica, ove durante il 20°sec. si è privilegiato il metodo assiomatico, si ripropone la centralità del metodo analitico, relativamente sia alla scoperta, non derivabile da assiomi dati, sia alla giustificazione o dimostrazione. Tale metodo è più consono alle dinamiche dell’evoluzione, in quanto prevede uno spazio aperto e non predeterminato nel quale cogliere le soluzioni sufficienti per un problema dato; ed è all’evoluzione biologica, in ultima analisi, che sottostanno sia la matematica naturale sia quella artificiale, le quali non si oppongono ma si coniugano, originando una matematica che ingloba l’evoluzione senza trascurare l’artificiale, ossia la matematica come prodotto culturale, pur senza cadere nell’apriorismo delle tesi protologiche.