MASHHAD
. In pronunzia persiana e turca meshhed; vocabolo arabo che significa luogo ove ci si raduna, luogo al quale si accorre, e quindi moschea nella quale sia seppellito un santo; inoltre significa luogo in cui un personaggio venerato sia caduto martire (shahīd) per la causa di Dio e il suo mausoleo. Perciò i musulmani sciiti usano il vocabolo per designare le moschee sepolcrali di discendenti da ‛Alī (il quarto califfo, per gli sciiti il primo imām), caduti uccisi; onde essi chiamano Meshhed ‛Alī la città di an-Nagiaf nell'‛Irāq, a occidente dell'Eufrate, presso l'antica al-Kūfah, ove ‛Alī fu pugnalato; Meshhed Ḥusein la località di Kárbalā o Kérbelā, a nord di quella, ove fu ucciso al-Ḥusain figlio di ‛Alī; Meshhed senz'altro la nota città santa sciita del Khorāsān, ove improvvisamente morì l'ottavo imām degli sciiti imāmiti o duodecimani, ‛Alī ar-Riḍā ibn Mūsà, ecc.