VENTURINI, Marzio
– Nacque nel 1586 a Pontremoli da Ascanio, giurista, e da Barbara Campi.
Sposò Susanna Costa Reghini, con la quale ebbe tra il 1607 e il 1632 sette figli, dei quali tre, Francesco (1615-1690), Ascanio (1628-1714) e Niccolò (1632-1707), furono giuristi.
Si addottorò in utroque iure a Parma il 21 marzo 1603 e nei primi anni della carriera fu giudice delle appellagioni in patria per un semestre e, dal giugno del 1610, podestà nel Ducato Farnese per trenta mesi a Borgo San Donnino.
A partire dal secondo decennio del XVII secolo fu annoverato tra gli eleggibili per la rota di Lucca (Archivio di Stato di Lucca, Consiglio generale, 93, pp. 229 s.) e per quella civile di Bologna (Archivio di Stato di Bologna, Assunteria di rota, Serie dei soggetti concorrenti alla rota di Bologna, 6, c. n.n.). Vista l’età e lo stato di salute, in quegli anni affiancò anche il padre, giudice rotale a Genova e Lucca. Ciò gli fruttò nel gennaio del 1619 l’incarico di auditore di rota a Lucca (Archivio di Stato di Lucca, Consiglio generale, 98, p. 49), che esercitò fino all’agosto del 1620. Durante il periodo lucchese, entro le rotazioni di cariche dei giudici rotali, fu anche consultore, con tutti i compiti che tale attività di savio recava con sé.
Nel 1620, in sostituzione di un auditore deceduto, passò alla rota bolognese. Nel 1623 (anno nel quale era già aspirante a un posto presso la rota di Firenze; Archivio di Stato di Pisa, Università, I versamento, 21, c. 489: «è stimato huomo di buone lettere, et spiritoso») l’incarico gli fu rinnovato per il quinquennio successivo. Nel periodo bolognese fu anche auditore generale del legato.
Dal 1628, per un triennio, passò alla rota civile di Genova. Dalle carte del sindacato cui fu sottoposto e che si concluse positivamente (Archivio di Stato di Genova, Sala Gallo, 1067, c. n.n.), si apprende anche che nei mesi successivi alla fine del mandato svolse funzioni di supplente di altro auditore, non oltre comunque il primo trimestre del 1632.
Nonostante quanto si legge in una biografia (Marchesi, 1735), non ci sono riscontri di un Venturini auditore degli Otto di Guardia e Balìa nel Granducato di Toscana. La carica fu creata in via sperimentale nel 1639, quando Venturini era già giudice di rota (Edigati, 2005, p. 517), e negli anni successivi Venturini non figura negli elenchi di auditori (Edigati, 2009). Una memoria informativa per la sua nomina a giudice rotale, inoltre, specifica che dopo la fine del mandato genovese (1631) e prima della nomina a Firenze Venturini esercitò l’avvocatura a Bologna (Archivio di Stato di Pisa, Università, I versamento, 22, c. 1256v). Non ha fondamento neanche la notizia (Gerini, 1829, p. 258) secondo la quale Venturini fu auditore dell’Ordine dei cavalieri di S. Stefano.
Nell’agosto del 1635 fu nominato auditore della rota fiorentina, venendo poi nuovamente selezionato nel 1639 (Archivio di Stato di Firenze, Magistrato supremo, 4320, cc. 196-197 e 290), in entrambi i casi in quota di giudice delle seconde appellagioni. Non lasciò mai l’attività di consulente, ma ancora auditore a Firenze, nel 1639 tornò a chiedere di essere annoverato tra gli aspiranti alla rota di Bologna. Dopo aver supplicato un posto l’anno precedente (Archivio di Stato di Genova, Archivio segreto, 1038, f. anno 1640, n. 63), nel 1641 tornò a Genova presso la rota criminale (Archivio di Stato di Firenze, Magistrato supremo, 4321, cc. 64, 66-67), dove sedette fino alla primavera del 1644, superando favorevolmente il rituale sindacato (Archivio di Stato di Genova, Sala Gallo, 1056, c. n.n.).
Individuato anche a Bologna, chiese più volte di essere posposto nella presa di servizio al successivo turno di nomine, perché sedente in altro tribunale rotale o per problemi di salute. Prese servizio, infine, nel marzo del 1648, ma l’ultimo mandato della carriera fu travagliato da molteplici inciampi di salute.
Morì a Pontremoli il 9 febbraio 1660.
Opere. La produzione giuridica di Venturini corrisponde alle tipiche opere del periodo: raccolte di decisioni dei tribunali nei quali sedette e raccolte di consulti e responsi. Nel 1627 a Bologna diede alle stampe cinque decisioni della rota bolognese di argomento successorio, poi ripubblicate dagli eredi nelle raccolte di decisiones. A queste seguirono lo scritto, legato anch’esso a una vicenda giudiziaria, De interdicto ne quid in flumine publico stampato a Parma nel 1657 e, poi, postumo a Firenze nel 1712, e almeno altri due consulti rilasciati durante il secondo periodo bolognese (1648 e 1650), anch’essi poi ripubblicati nelle raccolte. Lui vivente, tra il 1648 e il 1649 a Bologna furono pubblicati, infine, tre volumi di consilia e responsa, poi ristampati dagli eredi in tre momenti differenti (Martii Venturini [...] Consiliorum, siue Responsorum, I, Bononiae 1684, II, Florentiae 1702, III, 1712).
I consulti raccolti da Venturini, puntualmente dotati di un ricco indice per ogni volume, non parchi, ma nemmeno soffocati da richiami autoritativi, vertono principalmente su tematiche successorie, matrimoniali, dotali e di interpretazione statutaria, ma non ignorano la materia feudale e quella mercantile, testificando che l’ambito della sua operosità non fu limitato alla città natale e alle città dove sedette come giudice rotale. In alcuni casi, in fase di stampa, Venturini aggiunse ai consilia raccolti note di aggiornamento, segnalazione di pareri e consulti sulla stessa controversia, e ulteriori riflessioni sulla questione giuridica alitata, anche rispetto all’acquisizione di testi giuridici non consultati in fase di preparazione (per esempio, Consilium I, pp. 51 s., Consilium XXXXVI, pp. 902 s. e Consilium XXXXIX, pp. 938 s.).
Ai consulti gli eredi affiancarono due volumi contenenti centoquindici decisiones delle quali Venturini era stato estensore: un primo volume di cinquantaquattro decisiones della rota fiorentina (Decisiones Rotae Florentinae, due edizioni, Florentiae 1708 e 1709) e un secondo con decisioni delle rote di Lucca, Genova e, principalmente, Bologna (Decisiones diversorum tribunalium nempe Rotae bonon.sis januensis, et lucensis, Florentiae 1712). Altre sue decisiones compaiono nella raccolta Decisiones almae Rotae Bononiae juxta seriem temporum dispositae, cum argumentis, et indice materiarum locupletissimo, I, Bononiae 1785, ad indicem. Sebbene il testo risulti maggiormente appesantito da richiami autoritativi, le decisioni sono di più breve estensione rispetto ai consulti e vertono su tematiche ereditarie, questioni contrattuali, di costituzione di societas e di collegia di artigiani, ma anche, per via dell’incarico presso la rota criminale genovese, su argomenti criminalistici (per esempio, Decisio CVII, Genuensis alapae, pp. 377-380).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Assunteria di rota, Serie dei soggetti concorrenti alla rota di Bologna, 6, c. n.n; Archivio di Stato di Genova, Sala Gallo, 1056, c. n.n., 1067, c. n.n.; Archivio segreto, 1038, f. anno 1640, n. 63; Archivio di Stato di Firenze, Magistrato supremo, 4320, cc. 196-197 e 290, 4321, cc. 64, 66-67; lettere di Venturini in Miscellanea medicea, 246.3, cc. 69-70, 362, ins. 9, c. 156; Archivio di Stato di Lucca, Consiglio generale, 93, pp. 229 s., 98, p. 49; Archivio di Stato di Parma, Patenti, 5, c. 39, 6, c. 59; Archivio di Stato di Pisa, Università, I versamento, 21 e 22.
G.V. Marchesi, La Galeria dell’onore ove sono descritte le segnalate memorie del Sagr’Ordine militare di Santo Stefano e dei suoi cavalieri..., II, Forlì 1735, p. 264; E. Gerini, Memorie storiche d’illustri scrittori e di uomini insigni dell’antica e moderna Lunigiana, II, Massa 1829, pp. 257-259; N. Michelotti, I giuristi della famiglia Venturini di Pontremoli, in Archivio storico per le province parmensi, s. 4, XXXII (1980), pp. 290-299; A. Gardi, Tecnici del diritto e Stato moderno nel XVI e XVII secolo attraverso i documenti della rota di Bologna, in Ricerche storiche, XIX (1989), pp. 553-584; P. Pirillo, Gente di Pontremoli: identità, continuità e mutamenti in un centro della Lunigiana, Firenze 1997, pp. 136 s.; P. Lapi, Il giudice delle appellazioni e la tentata costituzione di un Collegium Iurisperitorum a Pontremoli, in Archivio storico per le province parmensi, s. 4, LII (2000), pp. 377-407; Pontremoli e l’Ordine di santo Stefano, Pisa 2002 (in partic. A. Labardi, Presenze di giuristi pontremolesi nell’Università di Pisa dal tardo Cinquecento alla prima metà del Settecento, pp. 23-45; C. Malaguzzi Valery, Due famiglie di commendatori di padronato: i Bertolini e i Venturini di Pontremoli, pp. 127-134); D. Edigati, La ‘tecnicizzazione’ della giustizia penale: il magistrato degli Otto di guardia e balia nella Toscana medicea del primo Seicento, in Archivio storico italiano, CLXII (2005), pp. 494 e 514-517; Id., Gli occhi del granduca. Tecniche inquisitorie e arbitrio giudiziale tra stylus curiae e ius commune nella Toscana secentesca, Pisa 2009, pp. 361-363; A. Cadoppi, Lo studio di Ranuccio. La rifondazione dell’Università di Parma nel 1600, Parma 2013, p. 188.