LEVI, Mario Attilio
(App. III, I, p. 987)
Storico dell'antichità italiano. Dopo l'insegnamento di Storia romana, passò a quello di Storia greca, che tenne, sempre all'università di Milano, dal 1968 al 1977. Dal 1988 socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, socio nazionale dal 1989. Fu decorato per la sua partecipazione come combattente volontario alla guerra di liberazione. Durante gli anni della persecuzione razziale aveva pubblicato, sotto lo pseudonimo di Manlio Canavesi, opere di vasto respiro come La politica estera di Roma antica (1942) e Nerone e i suoi tempi (1943; poi rielaborato e riedito sotto il suo vero nome nel 1949).
Dalla metà degli anni Cinquanta, L. si è dedicato allo studio di temi classici della storiografia e della cultura politica greca (Plutarco e il V secolo, 1955; Isocrate, 1959), fino a un approccio più diretto ai grandi poli della storia greca classica ed ellenistica: i miti e le istituzioni di Sparta (Quattro studi spartani e altri scritti di storia greca, 1967), la storia costituzionale di Atene (Commento storico alla Respublica Atheniensium di Aristotele, 2 voll., 1968), i diversi aspetti della tradizione su Alessandro il Grande (Introduzione ad Alessandro Magno, 1977, critica delle relative fonti, e Alessandro Magno, 1977, un volume biografico), le antichità pubbliche e private greche e romane, e la storia sociale ellenistica (di particolare interesse il volume sulle forme di dipendenza tra libertà e schiavitù, Né liberi né schiavi, 1976).
Larga parte della vasta produzione di L. ha riguardato la storia romana, mostrandosi attenta in particolare ai grandi processi di crisi e trasformazione delle istituzioni, secondo un punto di vista giuspubblicistico via via apertosi a una considerazione storica più ampia. Così, in Augusto e il suo tempo (1986), volto a caratterizzare il contesto sociale dell'azione politica di Ottaviano e del suo ruolo istituzionale, o in grandi opere d'insieme come L'impero romano dalla battaglia di Azio alla morte di Teodosio (1963; poi apparso in 3 voll., 1967), teso a una visione globale della storia, includente, oltre agli aspetti pubblici e militari, quelli economici, culturali, religiosi. Sensibilità e attenzione alle tematiche sociologiche emergenti caratterizzano la sua più recente produzione, in una prospettiva interdisciplinare che va oltre i confini del mondo classico. Si ricordano: La città antica. Morfologia e biografia della aggregazione urbana nell'antichità (1989), con riguardo a esperienze anche extraeuropee, asiatiche o dell'America precolombiana, e I Nomadi alla frontiera. I popoli delle steppe e l'antico mondo greco-romano (1989), opera che utilizza anche fonti cinesi.