Manacorda, Mario Alighiero
Pedagogista e storico della cultura e dell'educazione, nato a Roma il 9 dicembre 1914; figlio dello storico della scuola Giuseppe (1876-1920), è stato esponente di spicco della pedagogia laica di indirizzo marxista.
Laureatosi in lettere nel 1936 alla Scuola normale superiore di Pisa, si è perfezionato in letteratura tedesca a Francoforte sul Meno. Nel 1946 ha organizzato a Roma il Convitto-scuola della Rinascita per partigiani e reduci e, dal 1948 al 1954, ha curato l'edizione degli scritti di K. Marx, F. Engels e F. Mehring. Ha quindi diretto le edizioni Rinascita e le riviste Voce della scuola democratica (1957-60) e Riforma della scuola (1964-84), insieme a D. Bertoni Jovine e a L. Lombardo Radice. Dal 1967 docente di pedagogia e storia della pedagogia, ha insegnato presso le università di Cagliari, Viterbo, Siena, Firenze e Roma. Ha svolto anche un'intensa attività politica come responsabile della sezione scuola del Partito comunista italiano, come membro del direttivo di associazioni di difesa laica (ADSN, Associazione per la Difesa della Scuola Nazionale, e ADESSPI, Associazione per la Difesa e lo Sviluppo della Scuola Pubblica Italiana) e come direttore della sezione educativa dell'Istituto Gramsci.
Fondamentali per l'interpretazione del suo pensiero sono i tre volumi di documenti su I classici del marxismo, La scuola sovietica e La scuola nei paesi socialisti (1946-66) e un lavoro di sintesi su Marx e la pedagogia moderna (1966). Completa la rassegna dei classici marxisti Il principio educativo in Gramsci: americanismo e conformismo (1970). Ha pubblicato in seguito vari saggi storici, in cui manifesta anche interessi letterari, come La paideia di Achille (1971), Momenti di storia della pedagogia (1977) e Storia dell'educazione dall'antichità a oggi (1983). Lasciato l'insegnamento universitario nel 1978, è tornato agli studi letterari con un'antologia sistematica di scritti di U. Foscolo, che integra la Storia della letteratura italiana per saggi (1979). Interessante anche Lettura laica della Bibbia (1989), in cui viene presentato il patrimonio culturale di un popolo che, privato della patria terrena, ne trova una ideale nel libro delle sue tradizioni. Infine, in un'opera volontariamente e amabilmente provocatoria, Perché non possiamo non dirci comunisti (1997), l'autore ripercorre le ragioni di una supposta 'egemonia culturale comunista' nella cultura italiana tra il 1945 e il 1989.
Il pensiero pedagogico di M. si fonda sull'affermazione che, combattendo l'alienazione capitalistica, Marx mirava a una 'educazione onnilaterale', nella quale cultura e lavoro tendevano alla loro piena emancipazione. Questo ideale secondo l'autore è in contrasto con le impostazioni educative di matrice ecclesiastica, ma non è affatto in conflitto con l'educazione umanistica e razionalistica, anzi ne continua l'ispirazione di fondo, liberandola dai condizionamenti sociali di classe che hanno limitato l'efficacia della cultura borghese.
bibliografia
Un'ampia voce dedicata a M.A. Manacorda è curata da T. Russo Agresti in Enciclopedia Pedagogica, 4° vol., col. 7229-33, Brescia 1990.