Agoult, Marie d'
Scrittrice francese (Francoforte sul Meno 1805-Parigi 1876) nota con lo pseudonimo di Daniel Stern. Nonostante la sua condizione aristocratica ebbe idee liberali e sostenne principi di progresso e di tolleranza religiosa e politica. Dotata di un carattere energico, per cui fu detta ‛l'indomptée', alimentato da un appassionato romanticismo, condusse una movimentata vita sentimentale, culminata in una relazione con Liszt (da cui ebbe una figlia, Cosima, che fu moglie di Wagner), e svolse un'intensa attività intellettuale con vari interessi, soprattutto politici, storici e filosofici. Nel suo salotto parigino trovarono accoglienza, fra gli altri, George Sand, che della A. fu intima amica, de Vigny, Rossini, Chopin, Meyerbeer, Heine, Ingres. Esordì con un romanzo, Hervé (1841), e produsse poi un cospicuo numero di saggi, anche di letteratura tedesca, data la sua ottima conoscenza di quella lingua. Dai suoi frequenti soggiorni in Italia nacquero le pagine di Florence et Turin, études d'art et de politique, 1852-1861 (Parigi 1862) e quella profonda ammirazione per D. che dette luogo a D. et Goethe, Dialogues par Daniel Stern (ibid. 1866), dialoghi apparsi dapprima nelle "Revue germanique et française" e "Revue moderne", negli anni 1864-65. Si tratta di cinque dialoghi che si svolgono sulla costa tormentata della Bretagna, "site... véritablement dantesque", e i cui interlocutori sono due donne, Diotime e Viviane, e due uomini, Élie e Marcel, ai quali si aggiunge, alla fine, un greco venuto dal mare, Évodos.
Nel libro, dedicato alla figlia Cosima, la scrittrice fa un parallelo fra D. e Goethe, cui si richiamano anche i contemporanei E. Quinet (Les Révolutions d'Italie, Parigi 1848, cap. VII) e H. Taine (Philosophie de l'art, ibid. 1865-1881, parti VI e VII). Diotime, rilevando che a proposito di D. si parla quasi sempre della prima cantica, disserta sulla Commedia e sul Faust, osservando che esprimono entrambi tutta una civiltà e formulano la filosofia dell'amore. Il paragone fra le due opere tende a chiarirle vicendevolmente e include prospettive di fondo, quali una descrizione del Medioevo toscano e della vita di D. in esilio. Pur fornendo un'analisi delle altre opere dantesche, l'attenzione della A. è accentrata sulla Commedia, di cui vengono illustrate le bellezze poetiche secondo un gusto intensamente romantico, citando i relativi brani vuoi nell'originale, vuoi nella traduzione contemporanea di L. Ratisbonne (1852). È un testo sostenuto, non di rado entusiasta, che vibra enfaticamente nelle parole di Diotime, soprattutto avviandosi alla conclusione: "Et toi, noble Allighieri, maître, guide, ‛plus que père!'... combien inséparables désormais dans l'âme italienne ta gloire et la gloire de la patrie!...". L'opera valse alla A. l'amicizia di Mazzini, che aveva scritto di D. assai prima (1842) e che ebbe con la A. uno scambio di corrispondenza. L'intensità con cui la scrittrice sentì gl'ideali danteschi la portò ad assumere nella vita il ruolo di Beatrice nei riguardi di Liszt, come ne fa fede lei stessa in Nélida (1846) e in Esquisses morales (1849) e come testimonia, con intenti satirici, Balzac, che allude appunto anche alla vicenda sentimentale della A. nel romanzo Béatrix (1838-44).
Bibl. - H.-F. Amiel, Les libres chercheurs..., in "Bibliothèque universelle de Genève" XXXIV (1857), 196-220; L. Ratisbonne, Morts et vivants, nouvelles impressions littéraires..., Parigi 1860,197-213; A. Pommier, Profils contemporains, Madame la comtesse d'A. (Daniel Stern), ibid. 1867; E. SchurÉ, Madame la comtesse d'A., in "Revue bleue" XVII (1876), 325-328; R. Descharmes, A. (M. d'), in Dictionnaire de biographie française, I, Parigi 1933, coll. 788-794; C. Aragonnès, M. d'A., une destinée romantique, ibid. 1951, 26; J. Vier, La Comtesse d'A. et son temps..., ibid. 1955; C. Destouches, La passion de M. d'A., ibid. 1959.