HACK, Margherita
Nacque a Firenze in via Caselli, vicino al Campo di Marte, il 12 giugno 1922, figlia unica di Roberto, di religione protestante, e di Maria Teresa Poggesi, di fede cattolica.
Il nonno paterno era svizzero-tedesco, il padre aveva il diploma di contabile e si era costruito, da autodidatta, una buona cultura scientifica, anche leggendo i testi dell'astronomo francese Camille Flammarion. Quando Margherita nacque, il padre aveva un impiego presso un'azienda produttrice di energia elettrica per la Toscana;la madre, classe 1887, aveva il diploma di maestra e quello delle Belle Arti e fino alla sua nascita aveva insegnato, ma anche lavorato come impiegata al telegrafo.
Fra il 1926 e il 1927, la famiglia dovette trasferirsi da via Caselli nella più modesta via Leonardo Ximenes, anche in ragione del licenziamento del padre, avvenuto per una sospetta tubercolosi, ma più probabilmente originato dalle idee socialiste. Da allora Roberto non ebbe più un impiego fisso e Maria Teresa, mettendo a frutto le proprie competenze, iniziò a fare copie e miniature al museo degli Uffizi, vendendole poi ai turisti.
Margherita imparò a leggere da sola e, nell'ottobre del 1928, fu ammessa alla seconda classe della scuola elementare di San Gaggio.
Nel 1929 i genitori cominciarono ad interessarsi di teosofia: il padre fu per un certo periodo segretario della Società Teosofica Italiana, sotto la presidenza della contessa Luisa Gamberini-Cavallini, una maestosa matrona romana, come Margherita ebbe a descriverla. L'unico influsso che la teosofia ebbe su di lei fu il suo essere vegetariana poiché non condivise, coi suoi genitori, altri dettami di questa filosofia.
Nell'estate del 1932, superato l'esame di quinta elementare ottenne l'ammissione alla prima ginnasio e ad ottobre entrò al liceo-ginnasio Galilei di Firenze. Da quell'anno iniziò per Margherita una serie di felici estati al Bobolino, un giardino pubblico molto vicino a quello di Boboli; in quella del 1933, proprio al Bobolino, conobbe Aldo De Rosa, di due anni più grande di lei, che sarebbe poi diventato suo marito. Tra loro nacque subito una grande amicizia ed un grande affiatamento. Ma a seguito del trasferimento del padre di Aldo in un'altra città, si persero di vista.
Nel 1933 – complice una vacanza con i genitori sulle Alpi Apuane ospiti di amici teosofi – Margherita stabilì il primo rapporto affettivo con un animale: il pastore maremmano di nome Leo, al quale seguirono vari gatti, suoi compagni per tutta la vita.
Dopo la terza classe del ginnasio Hack fu iscritta d'autorità, insieme a tutti quelli che abitavano di là d'Arno, al liceo Machiavelli, di nuova istituzione situato in piazza Pitti, dove frequentò la quarta e la quinta ginnasio.
Nonostante le posizioni antifasciste, i genitori – in occasione delle sanzioni comminate nel 1935 dalla Società delle Nazioni all'Italia per l'attacco all'Etiopia – furono tra quanti donarono l'oro alla patria; Margherita, invece, maturò il suo antifascismo solo all'indomani del 1938, colpita dall'applicazione delle leggi razziali.
Nel giugno 1937, superato l'esame di ammissione alla prima liceo, tornò di nuovo al Galilei, in una classe tutta femminile, ottenendo in quell'occasione la tanto desiderata bicicletta. In terza liceo Hack iniziò a giocare nella squadra di pallacanestro della scuola e, per sua ammissione, fu a quell'epoca più appassionata di sport che di studio. In quegli anni ebbe professori di chiara fama, come Alessandro Setti per il greco, Cesare Luporini per la storia e la filosofia e Giorgio Spini per l'italiano.
Nell'estate 1940 Margherita avrebbe dovuto sostenere l'esame di maturità; ma il 10 giugno l'Italia entrò in guerra e gli esami, in quell'anno, non si tennero. Così, in base ai risultati conseguiti durante l'anno, fu dichiarata matura con la media del sette. In quella stessa estate iniziò a praticare l'atletica e ad allenarsi regolarmente al campo della società Giglio Rosso, sotto la guida di Danilo Innocenti, ex campione italiano di salto con l'asta. Nello stesso anno partecipò ai Giochi della Gioventù a Roma, gareggiando nel lancio del peso, ma non avendo mai praticato questa specialità il risultato fu pessimo; Innocenti, tuttavia la convinse a cambiare disciplina proponendole di allenarsi nel salto in lungo sempre con la Giglio Rosso.
Dopo la maturità si iscrisse, senza molta convinzione, alla facoltà di lettere dell'Università di Firenze. Delusa però dalle prime lezioni, si trasferì alla facoltà di fisica – anche su suggerimento dell'amica, qui iscritta, Tina Schwaner – nonostante il maggior costo del corso (a causa dei laboratori) e la non particolare agiatezza della famiglia Hack.
Nel maggio 1941, a Firenze, vinse le gare di salto in alto e salto in lungo ai Littoriali, i campionati nazionali universitari. Per parteciparvi dovette prestare giuramento di fedeltà al fascismo, cosa della quale si vergognò per il resto della sua vita.
Al terzo anno di università (1942-43) seguì per la prima volta un corso di astronomia, tenuto da Giorgio Abetti, esperto di fisica solare e direttore dell'osservatorio astronomico di Arcetri vicino Firenze; particolare interesse suscitarono in lei le lezioni dell'assistente, Mario Gerolamo Fracastoro (discendente del famoso Girolamo Fracastoro).
Nel giugno 1943 Margherita incontrò di nuovo, casualmente, Aldo De Rosa, con il quale aveva giocato tanti anni prima nei giardini del Bobolino, e il 19 febbraio del 1944 lo sposò con cerimonia religiosa, pur essendo un'atea convinta, per accontentare i genitori del marito. Di quel giorno, nei suoi scritti, ricordò che per la cerimonia indossarono entrambi vecchi cappotti rivoltati, blu quello di Aldo e celeste cinerino quello di Margherita. Aldo, letterato, per anni soffrì di tubercolosi, ma le rimase sempre accanto e la accompagnò in quasi tutti i suoi viaggi: tra loro vi fu sempre una grande complicità e vissero praticamente in simbiosi.
Sempre nel febbraio del 1944, Hack chiese la tesi a Fracastoro che le suggerì di studiare una classe di stelle variabili, chiamate Cefeidi. In realtà, prima di contattare Fracastoro le era stata assegnata un'altra tesi su argomenti di fisica elettrostatica che lei ritenne poco stimolante. Fu così che cominciò ad occuparsi di spettroscopia stellare, destinato a diventare il suo principale campo di ricerca. Fracastoro le insegnò ad usare il telescopio, a fotografare e a sviluppare lastre, attività allora necessarie per un astronomo. Margherita compì le sue prime osservazioni astronomiche con un piccolo telescopio di 30 cm di diametro, situato sulla terrazza dell'osservatorio di Arcetri. Il 15 gennaio 1945 si laureò in fisica con 101/110.
Continuò in seguito a frequentare l'osservatorio di Arcetri, ma senza molte prospettive. A quel tempo scrisse l'articolo di ricerca nel quale riassumeva i risultati ai quali era pervenuta nella tesi di laurea e lo pubblicò nelle Memorie della Società Astronomica Italiana, all'epoca la rivista più in voga tra gli astronomi italiani.
Dopo la liberazione del 25 aprile 1945, si aprì per Margherita la possibilità di tenere corsi di matematica e geometria all'Istituto di ottica di Firenze, diretto da Vasco Ronchi. Nell'estate del 1946 vinse una borsa di perfezionamento per neolaureati in fisica, messa a disposizione dall'Istituto di ottica che le consentì anche di continuare i suoi studi presso l'osservatorio di Arcetri. Il 12 giugno 1947 Margherita e suo marito partirono per Milano dove lei avrebbe lavorato per la sede milanese della Ducati, che si occupava anche di ottica, e dove Ronchi si era nel frattempo trasferito.
Nel 1948 i concorsi statali si riaprirono e Fracastoro fu promosso al ruolo di astronomo, dopo diciotto anni trascorsi come assistente alla cattedra del professor Abetti; Hack fu quindi nominata assistente incaricata al suo posto in attesa di un concorso.
In questi stessi anni cominciò ad interessarsi di una particolare categoria di stelle, quelle di tipo Be che, a differenza delle B normali, presentavano delle righe di emissione nel loro spettro, probabilmente a causa della forte rotazione di cui sono dotate. Nel 1950 vinse il concorso per assistente alla cattedra di astronomia e così iniziò la sua carriera accademica.
Alla fine del 1952 ottenne una borsa di studio per trascorrere 6 mesi all'Institute d'Astrophysique di Parigi, un centro di ricerche allora tra i migliori d'Europa e del mondo. Lì lavorò con Daniel Chalogne ad un progetto rivolto allo studio della classificazione degli spettri stellari.
Nel marzo del 1954 ottenne la libera docenza sostenendo l'esame presso l'osservatorio di Monte Mario a Roma e divenne pertanto docente presso l'università degli studi di Firenze. Nello stesso anno chiese ed ottenne il trasferimento all'osservatorio astronomico di Merate, succursale dell'osservatorio milanese di Brera, dove arrivò col marito nel luglio del 1954. Il direttore dell'osservatorio di Merate era allora il professor Francesco Zagar, originario di Pola, con il quale non ebbe mai rapporti idilliaci. In quel periodo Hack scrisse il libro Corso di Fisica Stellare. Pochi mesi dopo il trasferimento a Merate, Hack ricevette la notizia di avere ottenuto una borsa di studio per l'Olanda, a seguito di una domanda presentata prima di partire per Merate. Il direttore tentò in tutti i modi di dissuaderla dall'andare, ma nel marzo del 1955 dovette rassegnarsi e Margherita partì per Utrecht, insieme al marito, su una Fiat giardinetta. In Olanda lavorò con l'allora direttore dell'osservatorio di Utrecht, Marcel Minnaert, con il quale studiò la struttura delle atmosfere stellari.
Ad agosto del 1955 partecipò per la prima volta alla assemblea dell'Unione astronomica internazionale (IAU) e ne divenne ufficialmente membro. Durante l'assemblea, svolta a Dublino, conobbe Otto Struve – discendente di una famiglia di astronomi russi, il cui antenato, Wilhelm (1793-1864) aveva effettuato una delle prime misure di parallassi stellari e le prime determinazioni accurate dei moti di stelle doppie – il quale la invitò a lavorare con lui a Berkeley in California. Nel dicembre del 1955 partì così da Genova via mare per New York; di questo viaggio disse che fu una delle poche vacanze che riuscì a concedersi dal 1956 alla fine della sua vita. La nave era l'Augustus, uno degli ultimi famosi transatlantici.
In quel lasso di tempo trovò anche il modo di recarsi a Pasadena, nella contea di Los Angeles, in California, dove conobbe i più famosi astrofisici dell'epoca, quali Walter Baade, scopritore dell'esistenza di diverse popolazioni stellari nelle galassie, e Margareth e Geoffrey Burbidge che nel 1957 avrebbero scritto, insieme a Fred Hoyle e William Fowler, il trattato fondamentale sulla formazione degli elementi chimici negli interni stellari. Nel 1983, infatti, Fowler ottenne il Premio Nobel proprio per questi studi. Dopo questo periodo, caratterizzato da un'intensa produzione scientifica, Hack rientrò a Merate per poi tornare a Berkeley nell'anno accademico 1958-59 scrivere un trattato di spettroscopia stellare, assieme a Struve.
In quegli anni Hack visitò anche l'osservatorio di Leiden (Olanda) dove conobbe Ian Oort, uno dei massimi studiosi della nostra galassia. Ad agosto 1958 partecipò di nuovo all'assemblea dell'IAU tenutasi in quell'anno a Mosca. A quell'epoca – si era in piena guerra fredda – andare in Unione Sovietica si rivelò un'avventura.
Nell'ottobre del 1959 Hack era di nuovo a Merate.
Nella primavera del 1960 tenne un corso accelerato di astrofisica e radioastronomia ad un gruppo di giovani fisici a Bologna, su invito di Giampiero Puppi allora direttore dell'Istituto di fisica dell'Università di Bologna e nel 1961 una serie di lezioni all'Università di Bari.
Nel 1962 fu invitata ad Ankara da Edberg A. Kreiken, un olandese direttore dell'osservatorio astronomico di Ankara, per tenere un corso di astrofisica e da lì nacque una serie di collaborazioni con astronomi turchi proseguite per diversi anni. Ad ottobre dello stesso anno si recò a Princeton, dove ora si trovava Struve, per continuare ia lavorare al libro che aveva iniziato con lui pochi anni prima (Stellar Spectroscopy); il libro fu poi concluso da Hack dopo la morte di Struve, nel 1963, e pubblicato in due volumi negli anni 1969 e 1970, dall'osservatorio astronomico di Trieste.
All'epoca, l'Institute for Advanced Study di Princeton era diretto da Robert Oppenheimer, uno dei padri della bomba atomica; qui, in quel periodo, ebbe modo di conoscere anche Paul Dirac, uno dei padri della meccanica quantistica, e Freeman Dyson, astrofisico teorico.
Nel 1964 Hack vinse la cattedra di professore ordinario all'università di Trieste, prima donna in Italia a ricoprire quel ruolo nel campo dell'astronomia. Spesso le chiesero se essere donna l'avesse in qualche modo danneggiata o discriminata nelle sua carriera; Margherita rispose sempre di no, salvo poi specificare che, quando vinse la cattedra, aveva il triplo delle pubblicazioni dei colleghi che avevano vinto la cattedra nella stessa tornata di concorsi.
All'inizio la vita a Trieste non fu facile perché Hack dovette confrontarsi con l'ostilità di Ettore Leonida Martin, allora direttore dell'Osservatorio astronomico di Trieste, il quale aveva sperato di far assegnare quella cattedra ad un suo allievo. Hack ebbe però l'appoggio incondizionato di Paolo Budinich, fondatore del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) e della Scuola Superiore di Studi Avanzati a Trieste (SISSA). Nonostante l'opposizione di Martin, fu chiamata dalla facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell'università di Trieste nel novembre 1964: ilì ricoprì la cattedra di astronomia fino al suo pensionamento avvenuto nel 1997 all'età di 75 anni. Contemporaneamente, Hack fu direttrice dell'Osservatorio astronomico triestino, carica che all'epoca spettava di diritto al titolare della cattedra universitaria di astronomia.
L'osservatorio astronomico di Trieste era allora, per dirla con le sue parole, l'ultimo in Italia sia per numero di dipendenti sia per strumentazione scientifica. Esso aveva sede, come tuttora, in un castello, edificio ottocentesco con tanto di merli e torrette, circondato da un grande giardino. Negli anni successivi Hack lo portò, con manifesto orgoglio, ad avere risonanza internazionale e ad imporsi tra i primi in Italia.
Dal 1965 al 1973 continuò la sua attività di ricerca sulla fisica stellare, facendo molte osservazioni al telescopio di Haute Provence, insieme alla sua ex studentessa e collaboratrice Rosanna Faraggiana che l'aveva seguita a Trieste da Merate. Intanto a Trieste si era stabilita Milli – la figlia del famoso astronomo americano Harlow Shapley, colui che per primo aveva scoperto la posizione eccentrica del Sole nel disco della nostra galassia – conosciuta negli anni trascorsi negli Stati Uniti. Aveva incontrato Mildred Matthews (detta Milli) a Berkeley quando lavorava con Struve. Milli, allora segretaria scientifica, le disse che conosceva Giorgio Abetti e che amava molto l'Italia; fu così che si trasferì a Trieste e divenne segretaria scientifica di Margherita.
Dal 1966 al 1979 organizzò, a Trieste, vari congressi internazionali: nel giugno del 1966 il X Colloquio IAU su Late-Type stars; a settembre del 1968 una conferenza su Mass loss from stars; nel 1975 il II Congresso Europeo sull' Astronomia al quale parteciparono molti famosi astronomi dell'epoca quali Ian Oort, e, infine, nel 1978 una conferenza su High resolution spectrometry.
Nel 1967 per volontà di Hack fu avviata la costruzione della sede distaccata dell'osservatorio di Trieste a Basovizza, sul Carso triestino, destinata ad ospitare la moderna strumentazione astronomica. All'inizio fu costruito il primo provvisorio radiotelescopio solare e, dopo qualche anno, fu installato un paraboloide da 10 metri di diametro. Negli anni a seguire vi fu un grande sviluppo dell'astronomia spaziale e nei primi anni Settanta Hack studiò spettri stellari nella regione dell'ultravioletto ottenuti dai satelliti TD1 e Copernicus. Compì poi molte osservazioni per mezzo del satellite International ultraviolet explorer (IUE), il cui quartier generale si trovava a Villafranca del Castillo, vicino Madrid, ricavandone molte importanti pubblicazioni in collaborazione con Pierluigi Selvelli, uno dei suoi primi studenti a Trieste.
Nell'anno 1978 fondò la rivista bimestrale L'Astronomia, grazie all'iniziativa ed alla disponibilità di un gruppo di piccoli industriali astrofili. Nell'agosto 1978 divenne socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei e nel 1987 socio nazionale.
Nell'anno accademico 1984-85, in seguito alla riforma universitaria che istituiva i dipartimenti, fondò il dipartimento di astronomia dell'Università di Trieste, ospitato all'interno dell'osservatorio astronomico, e ne divenne la direttrice, essendo ancora l'unico professore ordinario di quella materia dell'ateneo. Quegli anni coincisero anche con un impegno sempre maggiore nelle attività di divulgazione scientifica, a fronte delle sempre più numerose richieste di conferenze da parte di scuole, gruppi di astrofili, circoli culturali, università ed università della terza età. Nel periodo in cui fu direttrice sia dell'osservatorio triestino sia del Dipartimento, Hack combatté sempre contro la burocrazia e fu felice di lasciare la direzione dell'osservatorio, nel 1986, a Giorgio Sedmak, vincitore, in quello stesso anno, della cattedra di professore ordinario a Trieste in tecnologie astronomiche.
Negli anni successi al 1987, anno nel quale esplose la supernova del secolo (SN1987A) nella Grande Nube di Magellano, l'astronomia conobbe un enorme sviluppo: grazie alle osservazioni dallo spazio condotte con il telescopio spaziale Hubble, ma anche in virtù dei grandi telescopi ottici da terra, come quelli costruiti dall'European Southern Observatory (ESO) in Cile. Il satellite italiano per l'osservazione della radiazione X, Beppo-Sax, ebbe il merito di portare anche a grandi risultati relativi allo studio dei misteriosi lampi gamma (Gamma-Ray-Bursts) provenienti da ogni direzione nell'Universo. Hack seguì tutte le maggiori scoperte di quegli anni e seppe raccontarle anche ai non esperti di astronomia. La sua attività di divulgazione e la sua popolarità, complice il suo carisma, crebbero enormemente.
Tra i campi di ricerca dei quali si occupò vanno ricordati: spettroscopia ed atmosfere stellari, composizione chimica delle stelle magnetiche, classificazione ed evoluzione delle stelle O, problema del litio e degli elementi leggeri, perdita di massa nelle stelle, stelle peculiari Ae-Be, rotazione stellare, cromosfera e corona solare, binarie interagenti, stelle simbiotiche, variabili cataclismiche, astronomia ultravioletta e dello spazio, radioastronomia. Le fu dedicato un asteroide scoperto nel 1995 (8558 Hack).
Negli anni triestini imparò a nuotare e le piaceva fare lunghe nuotate da Barcola a Miramare; la sua grande passione, oltre che il suo mezzo preferito di locomozione, rimase però sempre la bicicletta, con la quale, fino a tarda età, usava fare lunghe passeggiate.
Nel 1989 fu candidata alle elezioni europee per il Partito comunista italiano (PCI) ma senza impegnarsi attivamente. Mancò l'obiettivo, ma solo per pochi voti. Si ricandidò, ormai settantenne, alle elezioni comunali di Trieste nel 1993 e alle politiche del 1994. Fu consigliere comunale nella giunta del sindaco Riccardo Illy e fu eletta in una lista, Alleanza per Trieste, composta da Verdi, Unione slovena, e da ciò che restava del Partito socialista e di quello repubblicano. Assieme a lei fu, nella stessa giunta, Paolo Budinich.
Dal 1989 fu garante scientifico del Centro italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (CICAP). Nel 1994 ricevette la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e nel 1995 il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.
Nel 1997 andò in pensione e fu nominata professore emerito dell'università di Trieste. Da allora e fino alla sua morte non si contarono le apparizioni in televisione e le partecipazioni a conferenze divulgative, nonché gli interventi sui temi più svariati: dalla politica, al nucleare, ai diritti umani ed a quelli degli animali; combatté sempre ogni forma di superstizione, e da atea convinta fu sempre certa che l'etica derivasse non dalla religione ma dalla coscienza.
Nel maggio del 1998 ricevette la medaglia d'oro ai benemeriti della scienza e della cultura. Dal 2002 fu presidente onorario dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Nel 2005 si iscrisse all'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Con i comunisti italiani (PCRi) si candidò alle elezioni regionali del 2005 in Lombardia, ottenendo un seggio ceduto a Bebo Storti, e, l'anno dopo, alle politiche, anche stavolta venendo eletta e anche stavolta rinunciando.
Nel 2004 si cimentò in una rappresentazione teatrale ideata da lei stessa e da Sandra Cavallini, Variazioni sul cielo , che debuttò al Mittelfest toccando poi fino al 2007 i più importanti teatri italiani. Il 12 agosto 2010 fu premiata a Torre del Lago Puccini come Personaggio gay dell'anno per la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.
Nel 2011 prese la tessera del partito Democrazia Atea con il quale si candidò alle elezioni politiche del 2013 come capolista nella circoscrizione Veneto2. Nel febbraio 2011 ricevette la Civica Benemerenza del Comune di Trieste. Nel maggio 2012 divenne Dama di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.
Molto razionale riguardo a problemi scientifici e pratici, mostrò talora in altri campi una esagerata fiducia, quasi una sorta di ingenuità che la portò anche ad eccedere in generosità, atteggiamento non sempre corrisposto. Non fu mai propensa ad accettare compromessi ed agì sempre mossa da un forte senso etico e da una grande tolleranza verso i diversi; un aspetto, quest'ultimo, che la spinse a lottare contro ogni forma di ingiustizia sociale. Margherita fu un modello di donna atea, libertaria ed indipendente.
Morì serenamente all'ospedale di Cattinara, a Trieste, all'alba del 29 giugno 2013, senza aver mai rinnegato i principi che ispirarono la sua lunga ed esemplare vita di donna e di scienziata.
Autrice di circa 400 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali consultabili nell'archivio della NASA (http://www.adsabs.harvard.edu/abstract_service.htm, aggiornato al 10 giugno 2014) e di molti libri di divulgazione astronomica. Tra i testi scientifici ricordiamo: Modern Astrophysics. A memorial to Otto Struve, Paris-New York 1967; Stellar Spectroscopy, vol. 1, Normal Stars, con Otto Struve, Trieste 1969; Stellar Spectroscopy vol. 2, Peculiar Stars, con Otto Struve, Trieste 1970; Cataclysmic variables and related objects, con Constanze Ladous, NSA SP-507, 2011.
Tra le sue pubblicazioni divulgative e personali ci si limita a segnalare: L'universo violento della radioastronomia, Milano 1983; L'universo alle soglie del Duemila, Milano 1991; Una vita tra le stelle, Roma 1995; L'amica delle stelle, Milano 1998; Dove nascono le stelle. Dalla vita ai quark: un viaggio a ritroso alle origini dell'universo, Milano 2004; Qualcosa di inaspettato. I miei affetti, i miei valori, le mie passioni, Roma-Bari 2005; L'universo di Margherita, con Simona Cerrato, Trieste 2006; Vi racconto l'astronomia, Roma-Bari 2007; L'universo nel terzo millennio, Milano 2007, Il mio zoo sotto le stelle, con Bianca Pauluzzi, Roma 2007; Dove nascono le stelle, Milano 2008; Le mie favole. Da Pinocchio a Harry Potter (passando per Berlusconi), Roma 2009; Libera scienza in libero stato, Milano 2010; Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea, Milano 2011; La mia vita in bicicletta, Milano 2011; Hack! Come vedo io il mondo, Siena 2012; Nove vite come i gatti. I miei primi novant'anni laici e ribelli, con Federico Taddia, Milano 2012.
Preziose informazioni ho ricevuto dal dottor Pierluigi Selvelli, allievo di M. H., primo ricercatore, associato INAF, presso l'Osservatorio astronomico di Trieste. Per le indicazioni biografiche ho attinto ai testi della stessa Hack (ed in particolare ai già citati L'amica delle stelle; Una vita tra le stelle; L'universo di Margherita) ed al lavoro di C. Tamagnone, Alla scoperta di M. H. Attraverso tutti i suoi scritti, opinioni, testimonianze, l'analisi biografica di una gran donna del Novecento per impegno socio-culturale e scientifico, Leini (To) 2013.