CALDERINI, Marco
Pittore, nato nel 1850 a Torino. Frequentò la scuola di disegno del pittore Enrico Gamba nell'Accademia albertina di Torino; quindi, per poco, i corsi del pittore Andrea Gastaldi, e da ultimo la scuola di paesaggio del maestro Antonio Fontanesi, nel 1870-1873. Cominciò a esporre fin dal '70 alla Promotrice torinese e continuò quasi ininterrottamente fino al 1928, prendendo parte, nello stesso tempo, a moltissime esposizioni importanti in Italia e all'estero; ottenendo premî alla Nazionale di Torino del 1880, alla Colombiana di Genova del 1891, a Milano nel 1912 col premio Principe Umberto, e nelle mostre estere di Nizza, Barcellona, Colonia, Pietroburgo, Parigi (Salon 1893 e Internazionale 1900). Altre ricompense di acquisti ufficiali ebbe nelle più solenni esposizioni italiane. Parecchie sue opere furono acquistate dal re, dai principi, dal governo e dal municipio di Torino. Pubblicò varie monografie e cenni biografici diversi, fra i quali: Antonio Fontanesi, Vincenzo Vela, Alberto Parini, Luigi Serra, Andrea Gastaldi, Tranquillo Cremona, Mosè Bianchi, Odoardo Tabacchi, ecc. Sincerità, sentimento profondo e austero sono le caratteristiche dell'arte sua, che nobilita l'obiettività della visione con uno squisito senso poetico. Notevoli soprattutto i suoi quadri: Statue solitarie e Tristezza invernale nella Galleria nazionale d'arte moderna a Roma. Altre sue opere si trovano nelle raccolte comunali di Roma, Venezia, Torino, Milano, Piacenza (collezione Ricci-Oddi), e quelle dei palazzi reali di Torino e Capodimonte.
Il figlio Luigi, nato a Torino nel 1880, allievo del padre per la pittura, più tardi si formò quasi da sé per la scultura, studiando il vero e i vecchi maestri. Dal 1902 espose nelle mostre di Torino, e altrove in Italia. Sono suoi i due Santi del portico della Consolata, a Torino, il Monumento della pace dopo l'assedio di Torino del 1706, nella chiesa di Lucento, la Primavera, la Naiade e il Tritone, nel parco Fe' d'Ostiani a Castagneto di Chivasso, la statua dell'industriale Ceretti a Villa d'Ossola, l'Alpino (monumento ai morti della guerra) a Torre Pellice, la fontana monumentale a Lüdenscheid (Vestfalia). Nel Museo di Torino il C. ha un gruppo d'elefanti in bronzo; altri bronzi di animali e alcuni paesaggi nella collezione Ricci-Oddi a Piacenza e un piccolo bronzo nella Galleria nazionale di Roma.
Bibl.: L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente).