Bechis, Marco. ‒ Regista e sceneggiatore cinematografico (n. Santiago del Cile 1957), di madre cilena di origine svizzero-francese e padre italiano. È uno dei registi più interessanti del cinema italiano contemporaneo per la sua costante riflessione su linguaggio e forma, nell'ambito di una produzione caratterizzata dal forte impegno politico e civile. Pur essendo arrivato al cinema quasi casualmente, B. ha mostrato sin dai suoi primi lavori un interesse specifico per un linguaggio filmico capace di visualizzare le forme del vissuto politico ed esistenziale dei personaggi. Tra le sue opere principali vanno citati il lungometraggio Garage Olimpo (1999), che gli è valso numerosi riconoscimenti in vari festival internazionali, e il più recente Birdwatchers. La terra degli uomini rossi (2008).
Durante l'infanzia è vissuto in Brasile (San Paolo) e Argentina (Buenos Aires), dove ha poi studiato economia e lavorato come maestro elementare. Negli anni della dittatura militare argentina (1976-1983), dopo un periodo di detenzione, è stato espulso dal Paese (1977) per motivi politici e si è rifugiato in Italia. Stabilitosi a Milano, ha iniziato a occuparsi di arte, interessandosi di fotografia e realizzando installazioni video e fotografiche; ha anche trascorso lunghi periodi a New York, Los Angeles e Parigi. Nel 1981 ha frequentato a Milano la scuola di cinema Albedo, al termine della quale ha iniziato la sua attività di video maker.
Dopo alcuni video sperimentali come Absent (1984) e Storie metropolitane (1988), ha firmato il suo primo lungometraggio, Alambrado (1991). Nel mediometraggio girato in video Luca's film (1996), forse il suo progetto più personale, B. ha utilizzato materiali girati durante un viaggio compiuto con un amico, che diventa un percorso alla scoperta di sé stessi e delle proprie scelte. Nel suo secondo lungometraggio, il già citato Garage Olimpo, si ricostruisce il rapporto tra un torturatore e una ragazza imprigionata, durante la dittatura argentina, in un sotterraneo utilizzato come centro clandestino di tortura. B. ha così riaffermato la possibilità di un cinema politico, evidenziando il conflitto tra un'esistenza individuale e l'appartenenza a una storia collettiva: tema, questo, ribadito in Figli/Hijos (2001), in cui una ragazza, figlia di desaparecidos, si pone alla ricerca del fratello e scopre che è stato adottato dai responsabili della morte dei genitori. Temi politici percorrono anche il più recente Birdwatchers. La terra degli uomini rossi (2008), presentato alla 65° Mostra del cinema di Venezia: fuori di ogni vocazione etnografica, B. vi descrive con uno sguardo documentaristico la tragedia etnica di una comunità Guaraní del Mato Grosso espropriata della propria terra e le complesse relazioni che la legano alle vecchie e nuove forme del colonialismo occidentale. Della sua produzione successiva vanno segnalati, entrambi del 2011, il lungometraggio Mundo invisível, girato in collaborazione con T. Angelopoulos e G.V. Baldi, e il documentario su Benito Mussolini Il sorriso del capo, realizzato con materiali originali, in larga parte sconosciuti, dell'Istituto Luce. Nel 2021 il regista ha pubblicato il testo autobiografico La solitudine del sovversivo.