EUGENI, Marcantonio
Nacque a Perugia nel 1521 da Mariano e Minerva Alessandrini. Il padre era aggregato alla famiglia del cardinale Francesco Guglielmo Clermont, e per questo troviamo a volte congiunto al suo cognome quello Chiaromonti. Fu proprio il cardinale ad aiutare l'E., rimasto orfano del padre nel 1529.
Dedicatosi agli studi giuridici, si laureò in utroque iure nella sua città il 2 ott. 1546, e iniziò poco dopo una brillante carriera. Gli venne infatti subito offerta una cattedra di diritto civile, e fu inserito nel Collegio dei giuristi di Perugia; più tardi, nel 1567, ottenne anche la cattedra di diritto canonico. L'E. continuò a insegnare a Perugia fino alla morte, esercitando, contemporaneamente, la professione forense. Suoi maestri furono G. Pontani, A. Arrigucci, G. Oradini. R. Castaldi, F. Baldeschi; suo allievo fu Alberico Gentili, che lo ricorderà più volte quale suo "doctissimus praeceptor".
Nel 1573 fu in lizza con altri giuristi per succedere a G. Salerno sulla cattedra di diritto civile di Padova; nel 1582 fu eletto rettore del collegio universitario perugino della Sapienza Bartolina. Più volte fu a servizio della sua città, in qualità di giurista e di diplomatico. Nel 1562 fu tra i giuristi chiamati dai magistrati a riformare alcuni statuti sulle doti e sulle successioni ab intestato; nel 1574, con G. P. Lancellotti, elaborò nuove costituzioni per il Collegio legale di Perugia. Nel 1581 affidò al notaio A. Benedetti la trascrizione di tutti gli antichi documenti degli archivi cittadini. Nel 1562 fu inviato ambasciatore presso Pio IV, insieme con G. Baglioni, per trattare una diminuzione delle tasse, varie questioni di carattere giurisdizionale, e per chiedere che il cardinal legato Giulio Della Rovere fissasse la sua residenza a Perugia. I risultati furono Scarsi, poiché si ottenne solo qualche lieve sgravio fiscale. L'E., in seguito, si recò a Roma più volte, e fu particolarmente benvoluto da Gregorio XIII. Il papa lo nominò avvocato dei poveri, in qualità di coadiutore di L. Ercolani, lo fece avvocato della Camera apostolica e, forse, senatore di Roma in pectore. L'E. fu anche a capo dell'ambasciata per prestare obbedienza a Innocenzo IX (1591).
Nel 1564 il cardinal Fulvio Della Cornia gli affidò l'amministrazione dei suoi Stati, altre volte svolse questa mansione anche per conto dei Baglioni. Tra i suoi consulti più importanti ricordiamo quello in materia di precedenza presso la corte di Madrid tra Francesco de' Medici, figlio di Cosimo I, e Ottavio Farnese duca di Parma (1562); quello sempre su questioni di precedenza tra Cosimo 1 e Alfonso II duca di Ferrara (1568), e quello pronunziato insieme con S. Oddi e con il Lancellotti, su richiesta di Alessandro Farnese, in favore di Ranuccio Farnese pretendente al trono di Portogallo (1579). Sua opera principale fu la raccolta dei Consilia seu responsa civilia et criminalia, di cui fu pubblicato un primo volume a Perugia nel 1588, dedicato a Sisto V, e un secondo (postumo, a cura del nipote Marcantonio) a Roma nel 1625. L'E. fu seguace e propugnatore dell'indirizzo "pratico" degli studi giuridici, in alternativa a quello letterario storico-erudito, e "magno practico" lo definisce il Gentili (Laudes..., p. 30).
Nei Consilia l'E. fa cenno a un'opera, De Latinis quaestionibus, che forse, però, ebbe solo in mente di scrivere. Lasciò invece manoscritta un'Enarratio in titulum "De interdictis", dedicata al cardinale Giulio Della Rovere (Vermiglioli, p. 13); ci ègiunta anche notizia di una sua prefazione a un manoscritto - di cui si è persa ogni traccia - intitolato Methodus historicus.
L'E. morì a Perugia nel 1594. Aveva sposato Orsola Della Penna, da cui ebbe vari figli: Fulvio, Muzio, Flaminio, Fabrizio, Pompeo, Scipione e Settimio.
Fulvio, morto nel 1591, fu anch'egli giurista. Pubblicò Duo tituli qui iuris tyronibus magis sunt necessarii (Perusiae 1587) e lasciò manoscritti un De verborum et rerum significatione ex pandectis e un De regulis iuris ex pandectis, dFcretalibus... collictis ... (Vermiglioli, p. 9).
Settimio, nato nel 1570, nel 1598 fu ascritto al Collegio legale di Perugia e dal 1600 fu lettore di diritto canonico all'università. Sposò Diomira Baglioni e questa parentela gli procurò, da parte del vescovo di Pesaro Malatesta Baglioni, il governatorato dei feudi di quella famiglia. Fino al 1625 insegnò diritto canonico e morì a Perugia nel 1637; lasciò un'Orazione in onore del cavalier di Malta L. Ciambani (Cuturi, p. 147).
Fonti e Bibl.: A. Gentili, Laudes Academiae Perusinae et Oxoniensis (1605), a cura di G. Ermini, Perugia 1968, p. 30; Id., De iure belli, Hannoviae 1612, pp. 113, 118, 167, 174, 266, 304, 308, 433, 679; Inventario e spoglio dei registri della Tesoreria apostolica di Perugia e Umbria, a cura di L. Fumi, Perugia 1901, adIndicem; P. Pellini, Della historia di Perugia, III, Perusiae 1664 (rist. anast., Perugia 1970), pp. 995, 1004, 1209; C. Alessi, Elogia civium Perusinorum, Fulginiae 1635, pp. 257-260; C. Crispolti, Perugia Augusta, Perugia 1648, p. 341; L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae, Fulginiae 1658, pp. 192 s.; A. Oldoinus, Athenaeum Augustum, Perusiae 1678, pp. 232 ss.; G. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, II, Patavii 1757, p. 16; A. Mariotti, De' perugini auditori della Sacra Rota romana, Perugia 1787, p. 111; V. Bini, Memorie istor. della perugina Univ. degli studi, I, Perugia 1816, pp. 417 s.; G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini..., II, Perugia 1829, pp. 9-13; T. Cuturi, Ruolo dei professori della facoltà di giurisprudenza nell'Univ. di Perugia fino al sec. XIX, in Per una festa scientifica nell'Univ. di Perugia, Perugia 1891, pp. 138, 143-147; O. Scalvanti, I "Consilia" della facoltà giuridica Perugia nei sec. XVI e XVII, Perugia 1913, pp. 5 ss., 139-146; G. Ermini, Storia della Univ. di Perugia, Bologna 1947, ad Indicem; L. Berra, in Novissimo Digesto Italiano, VI, Torino 1960, pp. 1036 s.; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, III, Città di Castello 1960, pp. 231, 233; G. Mazzatinti, Inv. dei mss. delle Bibl. d'Italia, V, pp. 226, 296.