ARCE, Manuel José
Nacque a S. Salvador, verso il 1785, ed entrò giovane nel movimento per l'indipendenza dell'America centrale. Nel 1819, dopo aver subito 5 anni di prigione per la parte presa a precedenti sollevazioni, organizzò la sollevazione di tutte le provincie che facevano parte dell'antico territorio spagnolo del Guatemala, le quali proclamarono la loro indipendenza il 15 settembre del 1821.
Nelle contese fra Nicaragua e Guatemala (l'una e l'altra dichiarate, dalla loro Giunta governativa, unite all'Impero messicano allora in formazione), da una parte, e San Salvador e Granada dall'altra, l'A. capitanò le truppe di San Salvador contro quelle del Guatemala; vinto e malato, fu costretto a fuggire da San Salvador (che fu annesso al Messico) e si recò negli Stati Uniti.
In occasione del congresso generale delle provincie, che si riunì nell'estate del 1823 per organizzare la Repubblica del centro America, egli condivise il supremo potere esecutivo con Tomás O. Orán e José del Valle; ma, per ragioni di rivalità con quest'ultimo, rinunciò all'incarico, e si volse invece a soffocare la ribellione del Nicaragua, riuscendo a entrare in Managua il 22 gennaio 1824. Il congresso federale, adottato il regime rappresentativo federale e promulgata la costituzione (6 febbraio 1825), elesse allora l'A. primo presidente della Repubblica centro-americana. Ma la sua politica provocò l'insurrezione del Guatemala, condotta da Juan Barrundia, quella di San Salvador con Mariano Aycinena, e quella di Honduras con Dionisio Herrera. Sconfitto, dopo alcune azioni vittoriose, a S. Salvador, che dovette abbandonare; sconfitto ancora nel dicembre 1827, per opera di Francisco Morazán, l'A. fu infine costretto da una sollevazione militare scoppiata a Jalpatagua (9 febbraio 1828) a rinunciare al potere in favore del vicepresidente Beltranena. Dopo breve permanenza a Santa Ana (Honduras), ne venne espulso, insieme con Beltranena, ed ebbe i beni confiscati. Durante l'esilio preparò, con l'appoggio del Messico, varie infruttuose rivoluzioni, fra le quali quella del 1831-32 che terminò il 24 febbraio 1832 con una sconfitta decisiva a Escuintla di Soconusco. Rimpatriato nel 1840, e fallite le sue aspirazioni alla presidenza della repubblica di S. Salvador, l'A. iniziò una campagna, prima con la stampa e poi con le armi, contro il suo rivale Juan José Guzmán e il successore di questi Francisco Malespín. Fu così nuovamente espatriato. La pena gli fu poi condonata: ma egli morì poco dopo il suo ritorno a San Salvador, nel 1847.
Bibl.: M. Ugarte, Historia de la América Española, V, Madrid 1921; Vittoriano Rodríguez, Paralelo entre los generales Manuel José Arce y Francisco Morazán, in Revista de la Universidad de Tegucigalpa, XII (1923); C. Pereyra, Historia de la América española, V. Madrid s. a.