MANICOMIO (dal gr. μανία "pazzia" e κομέω "curo"; fr. hospice d'aliénés; sp. manicomio; ted. Irrenhaus; ingl. madhouse)
Termine con il quale un tempo si designava il luogo di ricovero e di cura dei malati affetti da alienazione mentale. Solo in medicina legale ancora si parla di manicomio giudiziario o criminale; nella pratica civile si adopera invece il termine "ospedale psichiatrico". Si tratterà qui solo del manicomio criminale rimandando per il resto alla voce ospedale. Nella voce alienazione mentale si dànno le regole amministrative per l'introduzione e dimissione degli alienati dai manicomî.
Manicomio giudiziario o criminale. È un istituto che accoglie gl'individui in cui i fenomeni della follia s'intrecciano e spesso si fondono con i fenomeni della delinquenza. È quindi, innanzi tutto, un istituto scientifico, in quanto indaga, con metodo clinico, sulla natura dei soggetti di studio, per risolvere quesiti medico-legali inerenti alla loro imputabilità e alla loro pericolosità. È, poi, un istituto di sicurezza, in quanto mira a difendere la società contro gli elementi più pericolosi, custodendoli fin che dura la loro pericolosità. È, infine, un istituto umanitario, in quanto ha carattere ospitaliero e si propone di combattere la pericolosità, mediante la cura delle malattie mentali e la correzione dei difetti o delle anomalie psichiche che ne sono la causa. Utilizza, in ogni caso, le energie degli ammalati e degli anomali, indirizzandole col lavoro, quando ciò sia possibile, ai fini della riadattabilità sociale.
Il manicomio giudiziario, come istituto per sé stante, è assolutamente moderno (seconda metà del sec. XIX), ma antica e romana è la concezione dei principî a cui s'informa. La si trova, esplicitamente affermata in un rescritto di Marco Aurelio (Dig., I, 18, de off. praes., 14). Identiche furono le decisioni adottate in Inghilterra e tradotte in norma di legge, nello storico Insane offender's Act del 28 luglio 1800. Quell'act dispose che qualunque persona, autrice di atti criminali, a causa di alienazione mentale, dovesse essere assolta, ma tenuta in stretta sorveglianza, nel luogo e nella maniera che alla corte sembrassero migliori e fino a che "sua maestà non faccia conoscere il suo piacere". In realtà i folli delinquenti venivano trattenuti nelle prigioni o nei comuni asili per alienati; ma i molti e gravi inconvenienti, che ne derivarono, indussero a creare asili specializzati, il primo dei quali fu apetto, nel 1863, a Broadmoor presso Londra. Sulla via tracciata dagl'Inglesi, l'istituto del manicomio giudiziario si estese in parecchi paesi civili. Lo stesso Regno Unito ne istituì altri a Perth (Scozia) e a Dundrum presso Dublino, con ordinamento sempre più perfetto. Gli Stati Uniti contano quello di Auburn (N. J.), divenuto autonomo nel 1884, quello di Matteawan, lo State Farm for criminal insane di Brindgessater Mass., il Midrigan Asylum for criminal Insane di Joona Michigan. Ha, inoltre, dei quartieri specializzati presso i principali penitenziarî; ma è spiccata la tendenza a estendere l'istituto distinto, e notevole è il contributo finanziario che vi apportano i cittadini facoltosi. Un asilo speciale si trova nel Canada, a Kingstown (Ontario).
Nonostante la generale aspirazione dei competenti verso il manicomio giudiziario integrale, il sistema degli annessi psichiatrici vige nell'America latina e in parecchi stati europei. La preferenza è dovuta, in generale, a ragioni politiche. Così accade in Svizzera e in Germania e anche la Francia ha seguito l'istituto degli annessi, giovandosi considerevolmente del carattere statale dei suoi manicomî pubblici.
L'Italia è una nazione nella quale, come nei paesi anglosassoni, l'istituto del manicomio giudiziario ha conseguito largo sviluppo. Esso apparve come derivato necessario del movimento scientifico intorno ai problemi della criminalità, creato da C. Lombroso e da G. Virgilio. Tuttavia, come in Inghilterra, il crescente numero dei folli fra i delinquenti e la comprovata incompatibilità loro tanto negli stabilimenti di prigionia, quanto nei comuni manicomî, furono motivi immediati alla creazione del manicomio giudiziario.
Il primo istituto del genere, essendo direttore generale delle carceri M. Beltrani-Scalia, sorse nel 1876, in Aversa. Seguirono quelli di Montelupo Fiorentino (1886) e Reggio Emilia (1897). Un quarto, deliberato dalla camera dei deputati il 15 marzo 1907, fu inaugurato il 5 maggio 1925, a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). Un quinto, sorto nel 1922, è quello di S. Eframo, in Napoli.
Con la nuova legislazione penale fascista l'istituto del manicomio giudiziario ha avuto un considerevole assetto giuridico-amministrativo. Inserito nella serie degli organi creati per l'attuazione delle misure di sicurezza detentive, ne è uno dei maggiori e più efficaci. Ha un ordinamento tecnico-alienistico, e vi provvede un apposito organico, con personale centrale e periferico, adeguato al funzionamento dei singoli stabilimenti. L'assistenza è fatta da agenti di custodia, specializzati nelle mansioni di infermieri; il trattamento dei ricoverati è prettamente sanitario.
Bibl.: C. Lombroso, Sull'istituzione dei manicomi criminali in Italia, Milano 1872; G. Virgilio, Saggio di ricerche sulla natura morbosa del delitto e delle sue analogie con le malattie mentali, in Riv. di disc. carc., 1874; id., Dei manicomi criminali, in Riv. di disc. carc. e corr., 1884; id., Passannante e la natura morbosa del delitto, Roma 1888; id., Origini e vicende del manicomio giudiziario di Aversa, in Riv. di disc. carc. e corr., 1900 (cfr. F. Saporito, in Riv. mens. di psich. forense, 1900); E. Ferri, Sociol. criminale, 5ª ed., Torino 1930; F. Saporito, Il manicomio di Aversa, Napoli 1907; id., Gli incorreggibili ed il loro governo razionale, in Riv. di disc. carc. e corr., 1908; id., Il manic. crim. e i suoi inquilini, ibid., 1913; id., L'assistenza dei pazzi crim. all'estero ed in Italia, ibid., 1918; id., Il presente e l'avvenire dell'antrop. criminale, in La scuola positiva, 1918; P. Sérieux, L'assist. des aliénés en France, en Allemagne, en Italie et en Suisse, Parigi 1903; id. e Libert, Un asile de sureté sous l'ancien régime, Gand 1911.