MANICA (fr. manche; sp. manga; ted. Ärmel; ingl. sleeve)
La manica ha avuto infinite trasformazioni ed enorme importanza attraverso il tempo e la moda. Stretta e aderente nelle vesti dei primi secoli cristiani, si adorna di ricami e si allarga sino al gomito solo nella tunica. Le vesti bizantine hanno maniche guarnite di fasce multicolori; nei secoli XII e XIII le maniche sono strette fino al gomito e larghissime all'apertura e talvolta così lunghe da farvi un nodo all'estremità. Nel sec. XIV le maniche femminili sono spesso ornate di strisce di pelliccia o di stoffa preziosa che cadono dal gomito a terra (manicottoli, mancherons). Nelle fogge maschili, la manica rimane stretta e sobria d'ornamenti sino al 1300; diviene poi, per gli uomini e per le donne, larghissima e lunga: molte leggi suntuarie tendono a limitarne il lusso e le dimensioni. Dal sec. XIV al XV le vesti femminili hanno sempre due maniche: una stretta della veste di sotto, l'altra larga, lunga, aperta, della gamurra, o sopravveste (maniche ad ali, ailerons). Dal sec. XIV al XVI si usano maniche di ricambio a ogni veste, attaccate con nastri e bottoni preziosi, in genere di stoffa più ricca e di colore diverso dall'abito: di broccato d'oro e d'argento, foderate di pelliccia, ornate di ricami e di gioielli, di motti e di imprese. In Francia nel sec. XV le maniche sono alte di spalle e sbuffanti: moda, questa, che scompare per l'influenza delle fogge italiane. Provviste di due o tre tagli o "finestrelle", le maniche del Quattrocento lasciano passare il braccio nella manica o al gomito o all'avambraccio. In Francia Margherita di Valois (1574) inventa le maniche a rigonfî. Nel costume maschile la manica segue la linea imposta dalla moda femminile; larghissime e lunghe sono le maniche del pelliccione e della pelanda; nella seconda metà del Cinquecento enormi diventano le maniche femminili. Nel Seicento le maniche hanno piccoli sbuffi e grandi manopole di merletto e spesso sopramaniche corte sino al gomito (1630); diminuiscono alla fine del secolo: guarnite di merletti e di gale arrivano sino al gomito (1680). Anche per gli uomini la manica assume più modeste proporzioni e per tutto il Settecento si orna solo di manopole e di gale di merletti. Alla fine del sec. XVIII la manica è stretta e semplice; cortissima sui primi dell'Ottocento negli abiti eleganti, è, in quelli semplici, lunga e aderente; verso il 1828 ritorna larghissima e diminuisce verso il 1840; enorme nel 1850 (maniche à gigot), nel 1870 torna a ridursi; nel 1880 l'ampiezza va verso la spalla per arrivare ai "palloni" del 1894, sostenuti da fil di ferro, tela gommata, ecc. Tornano nel 1904 le maniche romantiche; poi per qualche tempo la moda non ha più dato importanza a questo particolare del vestito. Solo nel 1932 la manica ha ripreso la sua studiata eleganza.
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