malthusianismo (o maltusianesismo)
malthusianismo (o maltusianesismo) Corrente che si rifà a T.R. Malthus (Essay on the principle of population, 1798), secondo cui la popolazione tende a crescere molto più velocemente delle risorse. Esiste quindi una barriera naturale all’aumento demografico (morte per fame, per malattie o per catastrofi naturali). Malthus suggeriva di prevenire questi effetti limitando le nascite attraverso forme di astinenza. La sua teoria è stata spesso criticata, perché non tiene in dovuto conto i progressi della produttività agricola e di quella generale, che risparmia risorse. La stessa obiezione vale per le teorie neomaltusiane (➔ neomaltusianismo) del secondo Novecento: gli allarmi per l’ecologia del pianeta si sono presentati come apprensioni per l’eccessiva crescita demografica rispetto alla dinamica delle risorse (P. Ehrlich, The population bomb, 1968; Club di Roma e A. Peccei, I limiti dello sviluppo, 1972). Collegata a questi timori è la teoria dell’entropia di N. Georgescu-Roegen (The entropy law and the economic process, 1971), secondo cui ogni attività umana produce quote di energia disordinata, non ritrasformabile in lavoro. Il limite del m. più recente consiste nel fatto che, oltre al progresso tecnico-scientifico, tale indirizzo ignora la legge della transizione demografica, secondo cui la popolazione cresce più che proporzionalmente rispetto al reddito ai livelli più bassi di sviluppo, mentre a livelli più alti il suo incremento diventa inversamente proporzionale al reddito. Tuttavia, per molti economisti, lo sviluppo iniziale dei Paesi poveri richiede un forte controllo delle nascite.