AYERZA, malattia di
Nel 1901 l'Ayerza, di Buenos Aires, con il nome di "cardiaci neri" descrisse la fase terminale di alcuni malati nei quali l'insufficienza cardiaca era sopravvenuta in seguito a lesioni croniche del polmone, e che presentavano ipertrofia del cuore, specialmente del ventricolo destro, iperglobulia, colorazione feccia di vino della cute. Nel 1905 l'Escudero sostenne che la malattia è dovuta alla coesistenza della sifilide bronchiale e della sclerosi dell'arteria polmonare; queste lesioni furono confermate istologicamente dall'Arrillaga nel 1912; nel 1920, in un caso, il Whartin dimostrò un'arterite sifilitica primitiva della polmonare, e, nello stesso anno, l'Elizaldo nella sezione d'un bronchiolo e d'un'arteriola polmonare mise in evidenza il treponema.
La malattia si svolge in due periodi: quello bronchiale, caratterizzato dai segni della sifilide polmonare, ai quali si aggiunge la poliglobulia, e quello cardiaco, nel quale si sviluppano i sintomi di insufficienza del cuore destro.
La malattia di Ayerza si distingue dalla sclerosi dell'arteria polmonare, primitiva o secondaria ai processi polmonari, e dall'antracosi del polmone, per la ipertrofia del cuore destro e la poliglobulia; dalla sclerosi polmonare secondaria alla stenosi mitralica, per l'assenza di questo vizio valvolare.