Vedi MAGONZA dell'anno: 1961 - 1995
MAGONZA (Mogontiacum)
Città romana della Germania Superior sulla riva sinistra del Reno nel territorio dei Vangiones, di fronte allo sbocco del Meno.
Questa regione, punto di unione di numerose vie di comunicazione, fu abitata fino dai tempi più remoti. Sulle isole nel Reno le scoperte hanno provato una continua abitazione fino dall'età neolitica. Più tardi, inoltre, deve essere nato uno stanziamento celtico, del quale non si sono trovati avanzi, ma che può essere supposto dall'origine del nome di M. dal dio celtico Mogon.
Sotto il principato di Augusto - probabilmente negli anni 16-13 a. C., quando egli stesso organizzò la difesa del Reno - fu fondato sull'altipiano di fronte allo sbocco del Meno, a distanza dal fiume, un castrum il quale, insieme con Vindonissa (oggi Windisch, presso Basilea), Argentorate (oggi Strasburgo) e Castra Vetera (oggi Xanten), fu un punto d'appoggio importante delle forze romane e quindi base principale per l'occupazione del territorio transrenano. È testimoniato per la prima volta per il 9 a. C. in relazione alla morte di Druso.
Destinato a contenere due legioni e i loro auxiliares, il castello ebbe una lunghezza di circa 1000 m e una larghezza di circa 750 m e fu circondato da terrapieni rinforzati da palizzate. Gli edifici erano di legno. Durante gli incidenti accaduti dopo la morte di Nerone e il concomitante ammutinamento delle legioni nel 69 d. C. i Catti e Mattiaci attaccarono il castello che, nell'anno successivo, al fine di un miglior armamento, fu munito di edifici e mura di pietra. Dislocato il limes (v.) verso N-E sulla cresta del Taunus nell'89 d. C., dopo l'occupazione del territorio transrenano in seguito alle campagne di Domiziano contro i Catti, M. non fu più situata direttamente sulla frontiera e la sua guarnigione fu ridotta ad una legione. Da allora in poi non fu principalmente una fortezza, ma divenne il centro di amministrazione dell'esercito romano nella Germania Superior. L'ubicazione esatta del castrum e specialmente l'andamento delle sue mura non sono determinati con certezza. Degli edifici si sono scoperti scarsi avanzi: frammenti di sculture del praetorium, blocchi di una costruzione ottagonale, resti di mura delle terme e di alcuni edifici piccoli. Un acquedotto, di cui sono ancora in parte visibili 6o pilastri, fornì d'acqua il castello e più tardi anche la città. La comunicazione con la riva destra del Reno e col Castellum Mattiacorum, ivi fondato come testa di ponte, si ottenne con un ponte di legno, eretto sotto Vespasiano.
La città romana si sviluppò nella pianura fra il castello e il Reno, dalle case della popolazione indigena e dalle canabae castrenses, cioè dalle botteghe e negozi dei vivandieri, non secondo una pianta fissa ma come irregolare accumulazione di alcuni vici. Sotto la protezione del castrum M. arrivò presto alla prosperità e, nel sec. III, è ripetutamente ricordata in relazione ad eventi importanti. Divenne municipium sotto Diocleziano. L'abbandono definitivo del limes (v.) sotto Gallieno (260 d. C.), rese necessaria la difesa della città contro i Germani. Una cinta di mura è già testimoniata per il 287-88 da una copia in piombo di un medaglione probabilmente coniato in memoria della vittoria di Massimiano sui Germani. Costruendo queste mura, delle quali si sono scoperti alcuni avanzi sotto le mura medievali, si usarono blocchi di edifici precedenti distrutti. Le mura romane passarono in parte attraverso il castrum, ovviamente già abbandonato in quel tempo.
Della topografia di M. e dei suoi dintorni gli scavi hanno dato solo scarsi chiarimenti. Si sono scoperti avanzi di strade, di case, di bagni, di un grande teatro e frammenti di un arco onorario. Dalle iscrizioni sono testimoniati diversi templi; una grande colonna onoraria è stata ricomposta da numerosi frammenti. Nelle necropoli sono state trovate, in abbondanza, stele sepolcrali scolpite. Il più grande monumento ancora esistente e visibile è il così detto Eigelstein, una costruzione di opus caementicium, che è identificabile col monumento sepolcrale di Druso, testimoniato da Svetonio (Claud., i) e da Eutropio (vii, 13).
Museo. - Nel 1852 le Società Tedesche di Storia ed Antichità (Deutsche Geschichtund Altertumsvereine) decisero la fondazione di un museo centrale di antichità romano-germaniche a M., città prescelta soprattutto a causa della sua storia e dei monumenti di quell'epoca ivi ancora esistenti in abbondanza. Lo scopo del nuovo Museo Centrale Romano-Germanico (Römisch-Germanisches Zentralmuseum) fu chiaramente definito nello statuto: "Il museo deve raccogliere ai fini di una collezione di studio e di istruzione i monumenti - originali e riproduzioni - della storia tedesca più antica fino all'età di Carlo Magno e quelli delle civiltà straniere, particolarmente di quella romana, le quali sono in relazione alla formazione della civiltà e della cultura sul suolo tedesco".
Accanto alla "Römisch-Germanische Zentralkomission des Deutschen Archäologischen Instituts" (Commissione Centrale Romano-Germanica dell'Istituto Archeologico Germanico) a Francoforte, il "Römisch-Germanisches Zentralmuseum" (R G Z M) è il centro principale delle ricerche preistoriche e, soprattutto, di antichità romana sul suolo tedesco.
Bibl.: A. Grenier, Quatre villes romaines de la Rhénanie, Parigi 1925; M. Besnier, in Pauly-Wissowa, XV, 1932, cc. 2422-2433, s. v. Mogontiacum; G. Behrens, Mainz vor der Römerzeit, Magonza 1947; id., Verschwundene Mainzer Römerbauten, in Mainzer Zeitschrift, 48-49, 1953-54, pp. 70-88 (con bibliografia dettagliata); D. Baatz, Die Topographie des römischen Mainz, in Germania Romana, I: Römerstädte in Deutschland, Heidelberg 1960 (Suppl. della rivista Gymnasium fasc. i); 100 Jahre Römisch-Germanisches Zentralmuseum Mainz, Magonza 1952 (contiene i dati più importanti della storia del RGZM ed un elenco di pubblicazioni); W. F. Volbach, Le Römisch-Germanisches Zentralmuseum de Mayence, in Mémorial d'un voyage d'études de la Société Nationale des Antiquaires de France en Rhénanie, Parigi 1953.